«Brindiamo alla liberazione dal fascismo»

Qualche fischio in piazza del Campidoglio: il Cavaliere, intimorito, rinuncia a parlare Qualche fischio in piazza del Campidoglio: il Cavaliere, intimorito, rinuncia a parlare «Brindiamo alla liberazione dal fascismo» ■ anche Fini alza il calice con Clinton e Berlusconi ROMA. E alla fine hanno brindato tutti alla «liberazione dal fascismo». Anche Fini. Quando Silvio Berlusconi, al termine della cena offerta a villa Madama in onore di Clinton, ha alzato il calice, gli ospiti hanno seguito il suo esempio. «L'amicizia tra i nostri popoli e l'alleanza tra le nostre democrazie - ha detto il cavaliere rivolto al presidente americano - nascono entrambe da un atto di liberazione che pose fine al fascismo e al totalitarismo nazista in Europa». In piedi, hanno alzato tutti il calice. E Fini in cuor suo ha sperato di aver guadagnato finalmente l'agognata legittimazione. Ma già prima dell'inizio della cena c'era stata la stretta di mano tra il segretario missino e Bill Clinton, complice Berlusconi che ha presentato al presidente americano tutti gli ospiti italiani. «Questo è l'onorevole Fini. Un alleato leale, uno dei leader della maggioranza», ha spiegato a Clinton. E il presidente americano ha sorriso e salutato. Mentre il numero uno missino confidava: «Non c'è stato imbarazzo nè da parte statunitense nè da parte italiana». Berlusconi, nei panni del padrone di casa ha continuato a fare le presentazioni. Occhietto, Maroni, Tatarella, Spadolini, Casini («questo è il nostro leader più bello», ha scherzato il cavaliere), D'Onofrio, tutti hanno sfilato davanti al presidente per la stretta di mano di rito. Quindi, la cena. Con Berlusconi che si lamentava perchè per lui e Clinton era difficile conversare con gli altri commensali. Colpa del tavolo a forma di ferro di cavallo e del numero degli ospiti (120). Le severe regole del galateo hanno infranto le resistenze politiche. E così la moglie di Fini si è seduta nella «zona progressista», dove c'erano Occhetto (con cui non ha scambiato nemmeno una parola) e Rutelli. Clinton ha conversato amabilmente, durante tutta la cena, tessendo le lodi dell'Italia. E nell'ansia di mostrarsi amabile ha commesso una gaffe: ricordando i grandi personaggi del nostro paese ha citato Cavour, nominandolo sul campo «presidente». Giovanni Spadolini ha avuto un sobbalzo. Chi gli stava accanto ha notato e ha sorriso. Occhetto, che non sapeva come vestirsi, ha sciolto il dilemma solo poche ore prima della cena, leggendo l'invito: per gli uomini, abito scuro. Anche il ministro dell'Interno Roberto Maroni, che temeva di dover comprare uno smoking, ha tirato un sospiro di sollievo quando ha saputo che non era necessario. Il suo collega di governo, Pino Tatarella, il problema non se l'è mai posto. Ed è arrivato a villa Madama con una macchia sulla manica della giacca. Umberto Bossi ha risolto la questione in modo ben più radicale: mancando all'appuntamento dell'anno. «Lui preferisce il contatto con la gente», ha spiegato la sua addetta stampa, l'onorevole Simonetta Faverio. «Devo fare un comizio a Cittadella», ha aggiunto lui con un pizzico di insospettabile snobismo. Un'assenza politica, quella del leader della Lega? Là Faverio in serata ha cercato di metterci una toppa: «Bossi ha saputo della cena soltanto alle 13 e non c'era più il tempo di disdire precedenti impegni elettorali». Peccato che Berlusconi fosse al corrente della sua decisione già alle dieci di ieri mattina. L'assenza di Bossi, comunque, ha più a che fare con il cavaliere che con Clinton. Al presidente americano, infatti, il leader della Lega ha inviato un orologio lumbard e una lettera di scuse, in inglese. Occhetto, invece, ci teneva a partecipare alla cena. Anche perchè quella offerta oggi al Quirinale è off limits per i politici. Saranno presenti solo personaggi che ricoprono cariche istituzionali, o che, come Napolitano e Spadolini, le hanno ricoperte. E ci sarà anche il predecessore di Berlusconi, Carlo Azeglio Ciampi. Perciò il segretario del pds, insieme a Fini, si è affrettato a rendere omaggio ieri a Clinton, il Grande Legittimatore. Certo non è andato a villa Madama per Berlusconi. I progressisti, è un fatto noto, non amano il Cavaliere. Non per niente quando il presidente del Consiglio si è affacciato dal Campidoglio, insieme a Clinton, Rutelli e rispettive consorti, è stato salutato con qualche fischio. Inevitabile: la platea pendeva tutta a sinistra. Il perchè lo ha rivelato Pannella: «Hanno ricevuto gli inviti - ha raccontato anche i giovani radicali: Francesco evidentemente ha usato l'indirizzario del comitato prò Rutelli». Il presidente del Consiglio, vista l'accoglienza, ha deciso di non parlare... E pensare che qualche minuto prima alcuni giornalisti lo avevano sorpreso mentre in Campidoglio passeggiava avanti e indietro ripassando mentalmente il discorsetto. a< _ Maria Teresa Meli

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