Tra Clinton e Wojtyla c'è l'aborto

Tra Clinton e Wojtyla c'è Paborto Tra Clinton e Wojtyla c'è Paborto 77 Papa si appella ai «valori etici» degli americani CITTA' DEL VATICANO. Tanti sorrisi, ma soprattutto da parte di Clinton, e nasce l'impr ;ssione che tra l'anziano, e ancora sofferente Pontefice, e il giovane Presidente il «feeling» non sia fortissimo. Un'impressione, certo; ma non basta a dissiparla la cordialità un po' formale di cui è stata pregna la visita in Vaticano. Clinton è uscito più sorridente e meno teso in volto di quando ha oltrepassato l'Arco delle Campane, dieci minuti prima che scoccasse mezzogiorno; segno evidente che l'appuntamento più difficile della sua passeggiata romana si è concluso meglio del previsto. Del Papa è difficile dire: l'infortunio di un mese fa, la ricostruzione del femore, lo obbligano ancora a una staticità di posizioni, a una rigidità di movimenti che gli è pochissimno congeniale. E certamente lo limita molto, abituato com'è ad esprimere con una gestualità tutta naturale i suoi sentimenti. E' tanto più evidente nei grandi incontri ufficiali, quando dettagli minimi - il modo di dare la mano, di accennare un abbraccio, di muoversi con l'ospite nelle sale pontificie - danno tono e spessore al protocollo. Ieri Papa Wojtyla ha atteso in piedi, vicino a due poltrone accostate, il suo ospite. Era senza bastone, ma non si è mosso per riceverlo sulla soglia, come è conseutudine. Il volto sembrava meno smagrito, meno segnato di domenica scorsa; ma certo l'espressione era molto seria, i sorrisi radi. Alle 12,01 le porte dello studio si sono chiuse per il colloquio privato (40 minuti) mentre Hillary, e sua madre Dorothee Rodham, entrambe in nero, attendevano, intrattenute da prelati e gentiluomini. Si è parlato molto: Bosnia, Russia, Medio Oriente, la libertà religiosa in Asia, il ruolo dei Paesi islamici. Clinton ha ringraziato il Papa per il riconoscimento diplomatico di Israele. E naturalmente si è parlato della Conferenza Onu del Cairo (a settembre) sulla crescita demografica nel mondo. La bozza non piace al CURIOSITÀ" E RETROSCENA NEL D-DAY ROMANO Papa. «Abbiamo fatto qualche progresso - ha commentato Clinton dopo l'incontro -. Ci sono delle differenze, nel senso che durante la mia campagna elettorale ho preso l'impegno di allontanarmi dalle decisione della Conferenza di Città del Messico, che pensavo fosse sbagliata». C'era Reagan dieci anni fa, e a Città del Messico si decise che non doveva esserci un piano di con¬ trollo demografico. «Credo che tutta lo sforzo del Cairo ha aggiunto Clinton - dovrà consistere nel dare prima di tutto appoggio allo sviluppo sostenibile». Le differenze con il Vaticano, ha detto il Presidente, «sono specialmente sui contraccettivi; ma deve essere chiaro che come Stati Uniti non appoggiamo l'aborto come strumento di regolamentazione delle nascite». L'amministrazione Clinton, aveva spiegato la sua portavoce Dee Dee Myers, dell'aborto pensa che deve essere «sicuro, legale e raro. Ma la pianificazione familiare e l'accesso alla contraccezione sono mezzi per controllare la crescita della popolazione, importante nel prevenire il degrado dell'ambiente». La Santa Sede non vuole sentire parlare di rego¬ politica di crescita responsabile della popolazione nel mondo». «L'avvicinamento è possibile soltanto in un senso» ha commentato il portavoce vaticano, aggiungendo che il Papa si è appellato «ai valori etici» del popolo americano. Insomma, quando si sono alzati dalle poltrone sotto la stupenda «Resurrezione» del Perugino, le posizioni apparivano distanti. Subito dopo sono entrate Hillary - che ha indossato per il tempo strettamente necesario la veletta nera - è la madre, poi la numerosa delegazione della Casa Bianca. Compreso il capitano Walter, della Guardia Costiera, che ha dovuto - dopo molte esitazioni - abbandonare in una sala attigua il «football», cioè la valigetta contenente i codici nucleari della Difesa, che segue ovunque il Presidente. Dopo lo scambio dei doni, Clinton e Hillary si sono allontanati, tenendosi per mano, verso la Sistina. «E' incredibile», il commento del Presidente di fronte al Giudizio Universale. Era di prammatica anche l'incontro con i seminaristi (140) Usa che studiano a Roma, radunati nella Sala Clementina. «Tutti e ciascuno sono buoni democratici» ha detto l'ambasciatore Flynn. «Dopo questo annuncio - ha ribattuto Clinton - Flynn ha ancora più bisogno di una buona confessione». Poi, dopo un buffet freddo servito nella «Sala dei Paramenti», assente il Pontefice, la delegazione ha varcato nuovamente l'Arco delle Campane, nell'afa pesante del pomeriggio. lamentazione delle nascite, se non quella praticata con alcuni sistemi naturali. E quindi le posizioni appaiono inconciliabili, anche se il Presidente ha preferito mostrarsi ottimista, persino sull'aborto. «Il nostro pensiero sull'aborto è che decine di milioni di aborti si praticano in modi che mettono a rischio la vita delle donne. Abbiamo parlato di come possiamo promuovere una