In sella a quel bestione ci si sente tutti giganti di Cosimo Mancini
In sella a quel bestione ci si sente tutti giganti MOTO Test con la comoda Guzzi Quota 1000 enduro In sella a quel bestione ci si sente tutti giganti MILANO. La Moto Guzzi è stata messa sotto osservazione dalla Finprogetti, la finanziaria milanese che fa capo oggi a una quarantina di imprenditori lombardi, emiliani e veneti. Nuovo amministratore delegato della gloriosa casa di Mandelio del Lario è il dottor Arnolfo Sacchi che ha il compito di risanare l'azienda e di incrementarne la produzione che attualmente è di 4200 veicoli all'anno. I dipendenti, che erano 1100, sono oggi 320. «Entro agosto - dice il dirigente - presenterò il piano di rilancio che prevede anche un incremento della produzione per far fronte alle richieste sempre più pressanti soprattutto dal mercato estero. Il mio compito è facilitato dalla disponibilità del sindacato alle nuove iniziative. In ottobre, novembre, si procederà al riassetto finanziario. Le soluzioni allo studio sono molte: ricapitalizzazione da parte dei vecchi soci, aumento di capitale con ingresso di nuovi soci (una cordata di industriali) o cessione ad un gruppo del settore». Nel frattempo si sceglieranno i modelli che continueranno ad essere prodotti. Tra questi la Quota 1000, una monumentale enduro entrata in produzione nello scorso anno ma ancora poco conosciuta sul nostro mercato perché dei mille esemplari prodotti solo 220 sono stati immatricolati in Italia. Abbiamo potuto provarne un esemplare messo a nostra disposizione dal concessionario torinese Vittorio Dolza. Appariscente per le forme e la livrea rosso fuoco, la Guzzi Quota 1000 intimorisce per l'altezza della sella: 89 centimetri. Dopo i primi tentativi maldestri si raggiunge una buona dimestichezza e rimane l'impressione positiva della facilità di guida sia su asfalto che su terra. Unico inconveniente il cupolino che non deve essere stato oggetto di studi accurati, perché manda sul viso un fastidioso vortice d'aria ed è, probabilmente, il responsabile del moto oscillatorio che si impossessa del manubrio quando si superano i 180 chilometri l'ora. Questo inconveniente è, però, il minore, visti i limiti di velocità imposti dal Codice e la clientela pacifica alla quale si ri. olge la Quota. Il motore, alimentato da un sistema a iniezione, eroga la potenza (70 Cv) con una grande dolcezza e contribuisce notevolmente al senso di fiducia comunicato dal «bestione». La trasmissione ad albero, anche se non è al livello di quelle giapponesi, è pur sempre la migliore delle europee, cambio compreso. Telaio, freni e sospensioni sono sempre all'altezza della situazione nonostante la mole. A dispetto delle apparenze che fanno credere di trovarsi di fronte ad un mezzo più scenografico che di sostanza, questa grossa moto rivela doti fuoristradistiche notevoli: un mezzo da grandi raid. Il prezzo, quattordici milioni e seicentomila lire chiavi in mano, è concorrenziale rispetto ai modelli stranieri. Cosimo Mancini La Guzzi Quota 1000 è una enduro con 70 Cv: una moto docile e ricca di comfort che costa 14 milioni e 600 mila lire, chiavi in mano
Persone citate: Arnolfo Sacchi, Lario, Vittorio Dolza
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