Agile come una berlina di Eugenio Ferraris

Agile come una berlina Agile come una berlina E dentro è un 'auto «trasformista» MONTECATINI. In Fiat non hanno dubbi: l'Ulysse, il monovolume nato dalla collaborazione con il Gruppo Psa (Citroen e Peugeot), offre «una dimensione nuova del vivere l'automobile, intesa come piacere del viaggio nel suo significato più ampio ed affascinante di scoperta di nuovi orizzonti». E la sua vocazione più evidente è quella di essere un monovolume a livello di una grande berlina di alto segmento. Con tutto ciò che questa classificazione comporta: a cominciare dalla facilità di comunicazione a bordo per finire al confort ed all'abitabilità, senza trascurare prestazioni e sicurezza. Comunque lo si voglia definire, il monovolume rimane un veicolo nato nell'ottica del «tutti insieme con tanto spazio intorno». L'Ulysse applica questo concetto e, in un certo senso, lo sviluppa. Così, in un'auto addirittura più corta (8 cm) della Croma, troviamo da 5 a 8 posti, ampio spazio per i bagagli e una modularità interna da record. Al riguardo, vediamo come Ulysse interpreti il concetto di vivibilità a bordo. Nella versione a cinque posti i sedili sono disposti su due file: la prima riservata a pilota e un passeggero; la seconda a tre passeggeri. Tre file da due posti per la versione a sei; due-tre-due in quella a sette; due-tre-tre, infine, in quella a otto. La configurazione a sette posti è offerta in due varianti: una consente di creare una zona letto abbattendo gli schienali dei sedili anteriori e del primo divano posteriore; l'altra, con la seconda fila di sedili rivolti in senso opposto a quello di marcia, offre una zona salotto. La configurazione a otto posti è dotata di un divanetto per tre persone in terza fila che può essere asportato o ribaltato in avanti o trasformato in un lettino per bimbi. Ma non è finita. Sulle quattro versioni dell'Ulysse bastano poche (e semplici) manovre per estrarre uno o più sedili della seconda e della terza fila, secondo le esigenze di trasporto persone o cose, fino a ottenere un unico vano di carico; oppure spostare lateralmente e longitudinalmente le poltroncine della secondaterza fila utilizzando gli attacchi sul pavimento; oppure, ancora, ottenere un piano d'appoggio abbattendo lo schienale di uno o più sedili della fila n. 2. Se ciò ancora non bastasse per dimostrare l'attenzione dimostrata verso i passeggeri e quindi nel rispetto più assoluto della «vivibilità a bordo», ecco un'altra serie di chicche dell'Ulysse: aprendo il cassetto inferiore della plancia si trova un portabicchieri; ribaltando lo schienale del sedile intermedio della seconda fila si ottiene un piccolo tavolo con altri portabicchieri; le porte laterali scorrevoli (il monovolume Fiat, e naturalmente quelli che fanno parte dello stesso progetto e che usciranno con i marchi Lancia, Peugeot e Citroen, è l'unico veicolo del genere ad adottare questo sistema, comodissimo nei parcheggi) sono dotate di tasche portaoggetti; in corrispondenza della seconda fila di sedili un gancio appendiabiti a scomparsa comandato da un pulsante su entrambi i lati. Fatto per vivere a bordo, senza peraltro rinunciare alla vocazione stessa di un'automobile, cioè la strada. Quindi, con prestazioni brillanti. I motori sono a benzina (ma in autunno arriverà un Diesel sovralimentato): due litri, uno aspirato da 121 Cv, l'altro turbo da 147. Velocità, rispettivamente, 177 e 195 km/h. Consumi, a 90 km/h, di 7,2 e 7,6 litri/100 km. Non sono previsti sistemi di trazione integrale. Come va? Il comportamento è come quello di una berlina di gran classe. Con una differenza: che dal posto di guida, sistemato a filo anteriore del monovolume, si domina «veramente» la strada. Ottima l'idea di inserire una finestrella vetrata a fianco dei due montanti del parabrezza: un aiuto in più nelle manovre di parcheggio e in certe condizioni di viabilità (strettoie). Piacevole, infine, ritrovare la versione moderna del vecchio cambio al volante. Sull'Ulysse la leva è montata sulla consolle, a una spanna dalia mano destra del guidatore. Centrati i due scopi (liberare il tunnel dal comando e ottenere la massima ergonometria). Eugenio Ferraris