Drammatico sprint che paura per Leoni

Sport Al Giro (bis di Svorada) ci si interroga per le volate a rischio Drammatico sprint che paura per Leoni BIBIONE DAL NOSTRO INVIATO «Sono Lombardi, uno sprinter. Facciamo le volate con la disperazione in corpo». In questo Giro d'Italia le occasioni di «lavoro» per gli sprinter sono due o tre. Essi ci si versano dentro con il sangue e il cervello di tori da combattimento. Ieri a cento metri dallo stop, lo sprinter Leoni esce dal ribollente frullato di corpi e di ruote che si avventa al traguardo, non vuol perdere a nessun costo l'occasione che gli viene offerta: lavoro e guadagno. Deve lottare con Abdujaparov, un avversario squassante, caricato dagli stessi assilli, vittorie e denaro. Leoni, con quella disperazione in corpo di cui diceva Lombardi, scarta dalla propria linea di corsa, cerca con la spalla la spalla del rivale nell'estremo tentativo di frenarlo, ma Abdujaparov gli è ormai sfuggito, la spalla di Leoni non trova l'appoggio, la bicicletta schizza via come un'oliva premuta tra due dita: nell'impatto con l'asfalto il casco di Leoni va in pezzi, esplode. E' la salvezza dello sprinter «disperato». Pagnin non riesce a evitare l'ostacolo improvviso, cade e ha fortuna: niente casco, è un folle. Ospedale. A Leoni vengono riscontrati trauma cranico ed escoriazioni multiple. Dimesso in serata dopo visita neurologica. Non si sa se riparte. Pagnin ha soltanto escoriazioni. Subito dimesso. Commento di Cipollini per telefono da casa, convalescente dopo il volo spaventoso in Spagna, alla Vuelta: «E' da pazzi rischiare la vita per un tappa del Giro». Per ciò che è successo ieri c'è un responsabile, Leoni. Ma il problema dei percorsi sussiste. Berzin: «Il pericolo è continuo, strade strette, a gomito. Le velocità del ciclismo di oggi non è più compatibile con questi tracciati. Vanno rivisti. Uno sprinter o rischia o non vince. Non si può pretendere che un corridore che si gioca due o tre carte in tutto un Giro metta la mano al freno». Baffi: «Sanzioni severe per chi commette scorrettezze, ma anche una più attenta scelta dei tracciati». Il russo Konichev: «I percorsi non c'entrano. La responsabilità di certi incidenti è sempre dei corridori». Abdujaparov: «Intanto gli organizzatori cambino le transenne. Hanno i piedini, se ci vai sopra con le ruote, ti ammazzi. Ho sentito il colpo di Leoni, ho rallentato e perso». La replica del direttore del Giro, Castellano: «Usiamo le massime precauzioni. La scelta dei circuiti è per offrire spettacolo. Non possiamo cambiare, trasformare le strade. C'è un regolamento di corsa, i corridori studino il percorso e siano corretti» Al sodo: non potendo raddriz7"re le strade della Penisola e no.i potendo, immaginiamo, neppure raddrizzare i corridori, continueremo ad avere sprint sciancati, ruzzoloni e feriti. Ma che almeno si renda obbligatorio il casco per le tappe di pianura. Vince, bis di Pontedera, lo slovacco Svorada. Abdujaparov è secondo. Si ritira Furlan. Al mattino conferenza stampa della Mercatone Uno conseguente l'arresto di Franco Gini, amministratore unico della Toscana Sport. Parla il presidente Pezzi: «La Mercatone e la Saeco, sponsor della Toscana Sport, confermano il loro impegno nel ciclismo pure per l'anno prossimo. Sicurezza economica anche per i corridori che hanno un contratto biennale». Oltre all'arresto di Gini, c'è stata una perquisizione nell'albergo di Rosmarina ove era alloggiata la squadra lunedì scorso. Pezzi dice di non conoscerne i risultati. Polti, sponsor di Bugno: «Brutta faccenda, le aziende ci volteranno le spalle». Gianni Ranieri Primi soccorsi per Leoni (foto grande) dopo la caduta senza gravi conseguenze a Bibione dove ha vinto Svorada (a fianco)

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