Toro a Rampanti ragazzo del Filadelfia

Scommessa di Calieri che promuove il tecnico dei giovani granata a erede di Mondonico Scommessa di Calieri che promuove il tecnico dei giovani granata a erede di Mondonico Toro q Rampanti, ragazzo del Filadelfia «Compito duro, ma so il mestiere» TORINO. E' un prodotto del Filadelfia il volto nuovo del Toro: Rosario Rampanti, Serino per gli amici, fino a ieri tecnico della Primavera granata (che passa nelle mani di Claudio Sala), è l'erede di Mondonico. Non si tratta di un fulmine a ciel sereno, né di un frutto dell'improwisazione. Gian Marco Calieri, il presidente della ricostruzione, aveva in testa da almeno un mese la soluzione, ma ha voluto masticarla bene per capire e conoscere meglio l'uomo. E quando ha eliminato le riserve, ha consegnato al popolo granata la nuova creatura, accompagnandola con poche ma significative frasi. «E' una scelta ponderata, rimandata di un mese anche per non intralciare i piani della Primavera. Rampanti emulerà i suoi compagni del corso per allenatori (ndr: Scoglio, Lippi, Reia). Capello era un dipendente del Milan, non aveva grossa esperienza, eppure ha sfondato perché ha grandissime qualità, lo stimo tanto. Rampanti ha fatto molto bene nelle nostre giovanili, andrà avanti di questo passo pure in A. Posso sbagliare, ma 10 credo molto in lui», confida il presidente. E' in giacca blu ma con l'aria stanca e la barba incolta (chiede perfino scusa): per 11 Toro lavora con impegno. Rampanti debutta e pesa ogni battuta, è al solito serio e misurato, gli occhi scuri e mobilissimi diventano punture di spillo se le domande si fanno impertinenti, però denotano sincerità e chiarezza. Il suo è un ingresso morbido, «in punta di piedi ma deciso, in un ambiente che conosco da molto tempo. Ho cominciato con la maglia granata a 10 anni, a 19 ho debuttato in prima squadra, sostituendo proprio Mondonico, e poi si dice la fatalità...». I giornalisti hanno in canna anche pallottole dolorose (lei sa che rischia da matti?, gli chiedono) ma lui replica tranquillo. Dice: «Nel mio piccolo ho dimostrato ciò che valgo. Il mio mestiere so farlo. Chiedo tempo prima di essere giudicato, capita in politica, perché non deve essere consentito a me, che faccio l'allenatore? Se un uomo come Calieri mi ha offerto questo compito, una ragione c'è di sicuro. E poi ho avuto come maestri Ussello e Rabitti. Per il modo di giocare mi è simpatico il Parma di Scala, ma rispetto le tradizioni e tutto ciò che comportano». Pensate, un bimbo arriva al Filadelfia, si nutre dell'erba che hanno calpestato i grandi, e cresce, diventa qualcuno come giocatore, poi cambia abiti e va a sedersi sulla panchina, prima la Primavera e ora... «Ora il difficile è rimanere a questo livello, me lo dissero i compagni anziani quando debuttai in prima squadra. Cambia il mestiere, non il principio. Duro è durare. Le difficoltà derivano dall'avere una nuova squadra e nuovi elementi, però ho il vantaggio di poter cominciare subito, non sono stato scelto a metà campionato, per cui posso subito trasmettere le mie idee. Il vivaio resta un punto fermo del Toro, un patrimonio della società da difendere, la politica dei giovani continua, co¬ me sempre. E io aiuterò chi può fare il gran salto». Rampanti spiega inoltre di «aver accettato subito l'offerta di Calieri», che «su Gargo e Duah sono state rovesciate tante responsabilità», che «Vieri è un ottimo elemento, ma che il suo ritorno è un problema dei dirigenti e non mio». Poi, sul presidente, rivela un piccolo retroscena: «Calieri mi ha giurato al primo incontro che la storia sulla formazione decisa da lui è fasulla». Il presidente sorride e annuisce: «Non mi interessa sapere quali giocatori un tecnico mandi in campo, a me preme costruire la squadra d'accordo con lui. Se non mi interpellerà, non muo¬ verò foglia, altrimenti farei il male del Toro». Prima di lasciare al presidente la chiusura della conferenza stampa, Rampanti sintetizza un paio di messaggi da trasmettere al popolo: «Sono certo che la società verrà rimessa in ordine e che la squadra potrà fare i punti dell'anno scorso. L'eredità di Mondonico, grande allenatore, è ardua, ma i tifosi capiranno e mi daranno una mano». Finalino calleriano, sull'enigmatico andante: «Mi chiedete di Mussi? Come tutti i granata non è intoccabile, ma se resta con noi mi va benissimo». Angelo Caroli -* COSI' LE PANCHINE DELLA SERIE A cmiflnRA VECCHIO NUOVO aijUAUKA ALLENATORE ALLENATORE RARI Materazzi Materazzi BRESCIA Lucescu Lucescu CAGLIARI Giorgi Tabarez CREMONESE Simoni Simoni FIORENTINA Ranien Ranieri FOGGIA Zeman Rossi? GENOA Scoglio Scoglio INTER Marini Bianchi JUVENTUS Trapattoni Lippi LAZIO Zoff Zeman MILAN Capello Capello NAPOLI Lippi Guerini? PARMA Scala Scala REGGIANA Marchioro Marchioro ROMA Mazzone Mazzone SAMPDORIA Eriksson Eriksson TORINO Mondonico Rampanti La diciottesima squadra si conoscerà domenica, alla conclusione della serie B: in lizza Padova e Cesena. Il presidente Calieri con Rampanti e, in alto, Serino quando giocava con i granata