Esplode la rabbia dei minatori sardi

Esplode la rabbia dei minatori sardi Occupano centrale Enel, blackout sull'isola Esplode la rabbia dei minatori sardi CAGLIARI. Blocchi stradali e supercentrale occupata. E' esplosa la rabbia dei minatori sardi e ieri l'isola ha vissuto una giornata di emergenza elettrica e pericoli di black-out. A protestare, ancora una volta, i lavoratori della Carbosulcis dopo un ennesimo rinvio per la soluzione dei loro problemi. E sono decisi a restare nella supercentrale Enel di Portovesme (in provincia di Cagliari) fino a quando non avranno ottenuto la firma dell'accordo di programma sulle miniere di carbone del Sulcis. Le miniere dovrebbero essere messe all'asta internazionale per la loro privatizzazione, che prevede, oltre alla riattivazione dell'estrazione nei cantieri di Seruci e Nuraxi Figus, anche la realizzazione di un gassificatore e di una centrale a gas di carbone. Ieri, per motivi di sicurezza tutti e tre i gruppi della supercentrale sono stati spenti e i responsabili del compartimento Enel hanno invitato le industrie della zona a ridurre i carichi di assorbimento per evitare improvvisi black-out. Hanno anche cercato di fronteggiare la minore produzione con la centrale di Fiumesanto e gli altri gruppi generatori in Sardegna. Disagi in mattinata pure per gli automobilisti, ed in particolare per i lavoratori e gli studenti pendolari, per la manifestazione dei minatori che hanno bloccato per tre ore la strada statale «126» nel tratto tra Carbonia e Iglesias. Il prefetto di Cagliari, Mario Paxi, ha convocato i sindacati per un'opera di mediazione che si presenta però particolarmente difficile. I minatori della Carbosulcis e i rappresentanti sindacali di Cgil-Cisl-Uil chiedono che questa mattina venga firmato l'accordo di programma per consentire il decollo dell'asta internazionale di vendita delle miniere di carbone e l'attuazione del progetto di valorizzazione e di gassificazione del minerale. Hanno anche scritto al presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, al presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi, al ministro dell'Interno Roberto Maroni e al presidente della Regione Antonello Cabras per denunciare «l'irresponsabile atteggiamento posto in essere dal funzionario della Direzione generale della Programmazione Economica del ministero del Bilancio che, nonostante gli obblighi derivanti dal Dpr del 28 gennaio 1994, impedisce, con vari pretesti, l'avvio della privatizzazione del bacino carbonifero del Sulcis». Convinti dell'irrinunciabile diritto di vedere valorizzata, con la gassificazione, la risorsa energetica del carbone sardo, i minatori sollecitano «un urgente e conseguente intervento trovi finalmente la necessaria soluzione della sottoscrizione dell'accordo di programma», [st. e]

Persone citate: Antonello Cabras, Figus, Mario Paxi, Oscar Luigi Scalfaro, Roberto Maroni, Silvio Berlusconi, Sulcis

Luoghi citati: Cagliari, Carbonia, Iglesias, Sardegna