Tilda Swinton io l'uomo che fu amato da Jarman

24 Roma, incontro con la rossa interprete di «Orlando» Tilda Swinton: io Puomo che fu amato da Jarman ROMA. Non si vive di solo cinema: lo sostengono due diversissime attrici sbarcate in questi giorni a Roma per diversissimi motivi. La texana Lori Singer, trent'anni, fisico da Barbie, cascata di capelli biondi, sorriso angelico, racconta come la sua vita di attrice lanciata dalla serie tv «Saranno famosi» si divida equamente tra la passione per la musica classica (suona il violoncello) e la recitazione. Tilda Swinton, trentatreenne scozzese, interprete di tante opere dello scomparso cineasta Derek Jarman, applauditissima protagonista di «Orlando» di Sally Potter, s'infervora solo discutendo dell'avanguardia inglese e dell'Istituto di Arte Contemporanea di Londra per cui ha curato quattro anni fa una rassegna di cinema sperimentale da ieri in cartellone nella capitale. «Vivo a New York e non a Hollywood - dice Lori Singer protagonista con Mickey Rourke di "F.T.W", in uscita nelle sale italiane - rispetto molto le persone che abitano lì, ma io non ci riuscirei mai. Hollywood può offrire delle magnifiche opportunità, ma può anche trasformarsi in un incubo. Per quello che mi riguarda sono molto selettiva: scelgo solo e sempre registi in cui credo profondamente. E non potrebbe essere che così: passo talmente tante ore a impegnarmi nella qualità della musica, che mi sarebbe difficile accettare un'interpretazione che non mi soddisfi davvero». Scelta da Robert Altman per il ruolo dell'infelice violoncellista di «America oggi», Lori Singer è anche produttrice cinematografica e cfintoniana convinta: «Sono stata felicissima della sua elezione e credo che gli attacchi di cui è oggetto siano solo frutto delle manovre dei repubblicani». Per Tilda Swinton, legatissima alla sua Scozia, è impensabile che la professione d'attrice possa venire a patti con le esigenze del mercato, che il successo e il divismo abbiamo qualcosa in comune con la purezza dell'arte: «Non voglio sembrare cinica - dice ma credo che se qualcuno ti offre molto denaro è sicuramente perché devi dargli qualcosa in cambio». Per nutrire le sperimentazioni dell'avanguardia inglese, un mondo che coinvolge la Swinton molto di più di quello del cinema tradizionale, non bisogna quindi scendere a compromessi: «L'insegnamento di Jarman è stato molto importante, quando era a corto di soldi si accontentava di lavorare in superotto, con i mezzi che aveva. Forse un giorno saremo pagati per quello che facciamo... ma per ora non riesco ad accettare l'idea di fare qualcosa di commerciale che mi serva a raccogliere soldi da investire, poi, nelle iniziative in cui credo. Tutti noi abbiamo un limite per la sopportazione del dolore, il mio dev'essere molto basso». Vestita, anzi quasi tra-vestita da turista inglese Anni 50, con i capelli rossi raccolti sulla nuca, occhiali severi, camiciona bianca, pantaloni informi e l'unica civetteria di un paio di sandali neri stile Giappone, Tilda Swinton interpreta nel film d'apertura della rassegna «Man to Man» di John Maybury, la parte di Ella, vedova della prima guerra mondiale che decide di sostituirsi al marito nel lavoro e nella vita pubblica e così entra nel mondo degli uomini, dei pub, del «birra, grappa e fanculo tutto il resto». Già in «Orlando» l'attrice, laureata a Cambridge in Scienze politiche e sociali, aveva vestito i panni di un giovane nobiluomo inglese che vive per 400 anni compiendo un viaggo nel tempo prima come uomo e poi come donna: «La fobia verso gli omosessuali - osserva Tilda Swinton - non è certo un monopolio italiano; in realtà penso sia una specialità tutta inglese». Glaciale, un po' beffarda, educatamente snob, la Swinton dice di essere interessata non tanto al «recitare, quanto piuttosto al rappresentare»; di scegliere un film soprattutto quando è incuriosita dal progetto e quando c'è un «buon gruppo di amici con cui lavorare». Con John Maybury si appresta a girare «Euridice», «una versione classico-futuristasurreale del mito che si sviluppa a partire dal momento in cui la storia finisce, cioè dall'ultimo sguardo d'amore della protagonista». Fulvia Caprera Lori Singer, una donna per Rourke e Clinton Tilda Swinton in «Man to Man» è una donna che si sostituisce al marito

Luoghi citati: Cambridge, Giappone, Hollywood, Londra, New York, Roma, Scozia