Una trazione anteriore e fatale

Festa per la «Sept», la Citroen amata da capi di Stato, criminali, SS e maquis: De Gaulle l'usò nello sbarco in Normandia Festa per la «Sept», la Citroen amata da capi di Stato, criminali, SS e maquis: De Gaulle l'usò nello sbarco in Normandia Una trazione anteriore e fatale Compie sessantanni l'auto-mito della Francia PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Monsieur Citroen, non ce la faremo mai prima dell'autunno '36» lo supplicavano gli ingegneri. E lui a insistere: «No, la voglio perla primavera '34». Potenza dell'amore. Si era sposato il 27 maggio '14 e desiderava festeggiare il XX anniversario dando alla luce una creatura visionaria, nera e rapinosa come le star. Finirono per accontentarlo. E il 10 giugno sessant'anni fa - la «Traction Avant» vedavala luce. A essere pignoli, bisognerebbe chiamarla «Citroen 7», dai cavalli fiscali che dichiarava. Ma nessuno ci badò. Faceva notizia, semmai, quella rivoluzionaria «trazione anteriore», di cui l'allora cinquantaseienne patron francese era profeta e solitario araldo. L'iniziativa divise il pubblico (e la concorrenza) in conservatori e rivoluzionari. Fra i primi ricordiamo Hitler, innovativo sui panzer ma assai meno con le automobili. Il prototipo del futuro Maggiolino - che sponsorizzò - aveva il bagagliaio nel cofano: per vedere il motore, bisognava guardar dietro. Neppure la guerra risolse in modo definitivo la querelle fra avantisti e retrofili. La «Sept» ne approfittò comunque per vendere i suoi bravi 760 mila esemplari, un record. La pensionarono il 18 luglio '57. L'ultima «copia», una familiare oggi diremmo «station wagon», termine cui la Francia preferisce «break», altro anglismo da far rabbrividire il ministro Toubon - se l'aggiudicò un concessionario di SaintMalo. Gli operai, commossi, vollero appuntarle sul parabrezza la coccarda tricolore. Ma non era un pensionamento. La «Traction Avant» passava il testimone alla «DS», vettura non meno leggendaria malgrado l'impietoso nomignolo affibbiatole perlomeno in Italia. Ferro da stiro. In Citroen il «brutto che piace» è peraltro tradizione: pen¬ siamo alla Due Cavalli, «figlia di Pegaso e d'un macinacaffè» come scrissero le cronache per il lancio, nel '35. Il Generale, si diceva, circonfuse entrambi i modelli. Capo del governo provvisorio nella Francia libera, si esibiva volentieri sulla Traction Avant. Anzi, «sbarcò» in Normandia proprio con quella per un breve tour trionfale dopo il lungo esilio londinese. E Presidente della V Repubblica, ebbe per vettura uf- ficiosa la Diesse (numerose versioni, tra cui una rarissima Citroèn-Maserati). L'autorevole patrocinio fu provvidenziale per l'immagine della «7», che - come vedremo oltre ad avere una lucida, nerissima livrea, praticava il genere «noir» calamitando gangster e vichysti. Ma prima celebriamone lo straordinario successo. Scrive Le Monde che il prezzo dell'epoca corrisponderebbe oggi a 50 mila franchi, neppure quindici milioni. Straordinario per una vettura dalla vocazione lussuosa. Ma la catena di montaggio permise di ottimizzare le spese. E André Citroen varò una promozione iperseduttiva. «Deve attirare la folla come la calamita il ferro», predicava ai concessionari. «Fatela girare sulle piazze, davanti ai cineE poi test di resistenza. so l'eleganza flessuosa, i parafanghi bombati, e l'immenso «logo» Citroen sul radiatore quasi a farne un'«ammiraglia» - trasformavano la Traction Avant in creatura femminea dall'ambiguo fascino. I pubblicitari l'abbinarono alla Haute Couture. Il gioco era fatto. E giunse il Front Populaire, gli effimeri anni della cuccagna in cui Leon Blum fece balenare l'agiatezza non solo ai ricchi. Nuovo status symbol, la «7» tentava ormai anche la borghesia medio-piccola, gli artigiani, gli operai ipereconomi e un po' esibizionisti. Buoni ultimi arrivarono i criminali. La Traction Avant era formidabile per le rapine. Veloce, sicura, capiente. E salvo eccezioni non lasciava per strada i gangster. Così fu protagonista a Marsiglia, la Chicago transalpina. E il cinema non mancò di intronizzarla quale regina del male. Altro capitolo doloroso, l'Occupazione. Anziché portarsi al seguito le pretenziose Mercedes, i tedeschi preferivano requisire le charmantes automobili francesi. La Traction Avant fu nel bottino. I suoi fari a luce gialla anziché bianca divertivano la Wehrmacht. Li introdusse nel '36 il Fronte Popolare in chiave antigermanica: per distinguere cioè gli automezzi francesi dal «nemico» qualora Berlino lanciasse un'offensiva motoriz¬ zata. Beffardo. Gestapo ed SS diventarono i sinistri «testimonial» della nostra innocua Traction Avant. E la Milizia pure. Quante perquisizioni e drammi con il rombo lontano della «Sept» che attendeva a motore acceso gli aguzzini! Ma poi ecco i maquisards. Dire che la Traction Avant fece la Resistenza è un po' eccessivo. Il gollismo s'impose con il pedale. In sella e via, silenziosi come la morte nel buio del coprifuoco. Cilindri e pistoni rimasero fino all'ultimo con le autorità hitleriane. Solo nel giugno '44 le cose cambiano. La «Sept» diviene ambitissima preda per i maquis. Le intercettano Sten in pugno. E Doisneau ce le mostra a decine, zeppe di partigiani festosi con gli scarponi sui cromatissimi paraurti. La parentesi nazi finirà. Ma la Traction Avant aveva comunque il germanesimo nel sangue. Pochi lo sanno, ma il progetto originale era tedesco. Tale Rohr lo mise giù nel '27. Era un aviatore della Luftwaffe che la contraerea parigina abbatté nel '14-'18. Come nei romanzi per mademoiselle romantiche, sposò la bella soccorritrice francese. E schizzò la Traction Avant. In base a un'idea forza che nella sua semplicità sfida i millenni: «Meglio tirare che spingere». Enrico Benedetto Correva a 140 chilometri l'ora, consumava un litro ogni 10 e costava 15 milioni di oggi pubblica, ebbe per vettura ufAutista con «Traction avant» derebbe oggi a 50 mila franchi, neppure quindici milioni. Straordinario per una vettura dalla vocazione lussuosa. Ma la catena di montaggio permise di ottimizzare le spese. E André Citroen varò una promozione iperseduttiva. «Deve attirare la folla come la calamita il ferro», predicava ai concessionari. «Fatela girare sulle piazze, davanti ai cineE poi test di resistenza. degli stabilimenti Autista con «Traction avant» Il generale De Gaulle che visitò le truppe dello sbarco in Normandia a bordo di una «nerissima» Sept. A destra: André Citroen e una foto degli stabilimenti

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