Samperi un inno alla libertà

Samperi: un inno alla libertà QUEI CENTIMETRI IN MENO, SECONDO NOI Samperi: un inno alla libertà i/ regista: frutto del desiderio di chiudere con tutti gli schemi «Trent'anni fa ero un ragazzino e ogni novità era interessante, per me, curiosa. La minigonna? Beh, mi divertiva». Il regista Salvatore Samperi, in seguito, sentì più adatto il raggicalze (ricordate «Malizia»?) a sottolineare l'erotismo femminile e sostiene: «Senza l'invenzione del collant, la minigonna non sarebbe mai nata». Ma che cosa ha rappresentato quella rivoluzione del costume? «Credo che sia stata una certa esigenza di libertà a dare il via alla nuova moda. Le donne volevano abiti più pratici, più "veloci" che consentissero maggior possibilità di movimento». La minigonna, però, non consentiva (e non consente) tanta libertà di movimento, volendo stare nei limiti del buon gusto... «E, a ben pensare, non era neanche tanto comoda, o meglio, non era pratico tutto il contorno di accessori, a partire da quegli stivaloni che dovevano rappresentare una vera tortura, per finire con le scarpe a "zeppa"». Scarpe che, tra l'altro, sono tornate di moda proprio quest'anno. «A dimostrare - commenta il regista - che manca davvero la fantasia!». Era l'infanzia del femminismo, l'epoca in cui si stava preparando l'avvento dei figli dei fiori. Che altro ha significato la «mini»? «Forse il bisogno di uscire dagli schemi, di non avere più la schiavitù dell'abito che, al mattino, doveva essere di un certo tipo, al pomeriggio di un altro e alla sera molto elegante. In quegli anni non c'erano più distinzioni, s'incominciavano a mescolare i ceti, c'erano ragazze in maxigonna al mattino e in super-mini alla sera. E' buffo se si pensa che adesso assistiamo alla ricerca di nuovi symbol che portino a una nuova distinzione dei ceti: l'orologio, la griffe e via dicendo». E che cosa ha rappresentato la minigonna nel cinema? Samperi risponde senza esitazione: «Assolutamente niente». [r. cri.] Salvatore Samperi, regista di film di successo come «Malizia»

Persone citate: Salvatore Samperi, Samperi