Pestalozza; difendo Honecker

Pestatomi; difendo Honecker Suo l'unico necrologio sull'Unità per l'ex capo della Ddr: personaggio storico Pestatomi; difendo Honecker // musicologo: non fu lui a costruire il «muro» MELANO. «Luigi e Michi Pestalozza ricordano Erich Honecker. Milano, 31 maggio 1994». Queste tre righe sull'Unità sono l'unico necrologio comparso sui quotidiani in Italia in ricordo dell'ex presidente della Repubblica democratica tedesca morto in esilio in Cile. «Perché l'ho fatto? Perché la natura stalinistica di tutti i commenti dei giornali mi hanno indotto a ricordare un personaggio storico», spiega il musicologo Luigi Pestalozza. Professor Pestalozza, lei dimentica il muro di Berlino? «Non lo dimentico di certo ma vorrei solo che fosse chiaro che non fu Honecker a costruirlo come molti giornali hanno scritto. Questa è una falsificazione dei fatti tipica di un metodo staliniano. Io ho combattutto lo stalinismo durante gli Anni Cinquanta, so che cosa fosse e per questo adesso con quel necrologio ho preso le distanze da una stampa sottomessa all'ideologia dominante». Che cosa vuol dire? «Ad esempio non capisco tutte quelle attenzioni di quotidiani e periodici verso il francese Petain, un grande collaborazionista dei nazisti. Invece molti hanno dimenticato che Honecker è stato un antifascista, ha fatto dieci anni nei campi di concentramenti». Professore lei ha conosciuto Honecker? «No, non ne ho mai avuto l'occasione». Perchè lo difende? «Io sono stato nella ex Ddr fin dal lontano 1953, ho visto i pregi e i difetti di quel regime. Io non sono nostalgico del passato e non mi interessa difendere Honecker, ma secondo me si è persa una grande occasione per riflettere sulla storia dell'Europa. L'Occidente deve spiegare come mai in Ungheria, in Polonia, in Lituania gli ex comunisti sono tornati al potere con il voto democratico della gente». Va bene la riflessione storica, ma come la mettiamo con la repressione feroce, le persone uccise mentre cercava¬ no di fuggire attraverso il Muro di Berlino? «E chi dimentica. Ma perché non ricordare allora che l'ex Ddr era riconosciuta dal governo italiano, era rappresentata all'Onu e aveva relazioni diplomatiche con tutto il mondo? Io non giustifico la repressione ma invito a riflettere sul passato». Insomma se Fini dice che Mussolini è stato il più grande statista del secolo lei spezza una lancia in difesa di Honecker? «Ripeto: nessuno vuole un ritorno al passato ma non si può liquidare così un personaggio storico. Un grande compositore ungherese mi ha detto: "Caro Luigi dovevamo cambiare ma non distruggere". Per questo mi interessa difendere la complessità umana e storica di Erich Honecker e prendere una distanza intellettuale da un metodo che impedisce di riconoscere le luci oltre che le ombre di ogni realtà». Maurizio Tropea no