La Chiesa propone il campionato al sabato

La Chiesa propone SI campionato al saboto La Chiesa propone SI campionato al saboto Don Mazza: «La domenica deve tornare a essere il giorno di Dio» Succede già in altre sei nazioni europee Bene per le famiglie qualche problema per il Totocalcio e per gli spettatori SD2NA. La Chiesa ed il Coni ne discutevano da tempo ed ora un accordo sembra quasi raggiunto: meno eventi sportivi alla domenica, giorno tradizionalmente dedicato al Signore, a vantaggio di un maggior utilizzo del sabato (giorno sicuramente meno «nobile») per partite, meeting e competizioni varie. Insomma: se la domenica non si deve lavorare, è meglio che non si giochi neppure, visto che sport, per parecchi atleti, ormai non significa più divertimento, significa soprattutto lavoro. E molto ben retribuito, in certi casi. Per il calcio, in particolare, ci sarebbe già una scadenza: nel 1996, con l'avvento del Totocalcio telematico e la conseguente risoluzione dei problemi tecnici legati alla schedina, il campionato potrebbe essere anticipato al sabato senza grossi inconvenienti, almeno all'apparenza. A rivelare il livello cui sarebbe giunto il confronto su questi te¬ mi tra la Chiesa ed il Coni è stato a Siena don Carlo Mazza, responsabile dell'Ufficio sport, turismo e tempo libero della Cei (la Conferenza episcopale italiana): «Su questi temi ho discusso a lungo con Pescante, presidente del Coni. Ho avuto conferma che gli organi competenti dello sport italiano sono propensi a considerare la possibilità di spostare gli eventi sportivi al sabato». Un po' diversa la posizione del presidente della Figc, Antonio Matarrese: «Lui è molto attento, e non posso dargli torto - ha detto don Mazza - all'aspetto culturale del problema: nella nostra tradizione, la domenica è legata al calcio. Ma la cultura italiana è anche cristiana e bisogna tenerne conto. Come per le ultime elezioni politiche si è votato un giorno di più per venire incontro agli ebrei, penso che una stessa attenzione potrebbe esserci per i cristiani, perché la domenica torni ad essere il giorno di Dio». «Si tratta di capire - ha aggiunto l'arcivescovo Bonicelli se si deve proseguire supinamente in una direzione, perché il dio quattrino comanda così, oppure se si può proporre qualcosa di meglio. Si rischia, andando avanti in questo modo, di distruggere la famiglia. Perché non si chiede alla maggioranza delle mogli che cosa ne pensa?». La risposta è facile, senza bisogno di scomodare la Doxa: l'anticipo troverebbe d'accordo tutte le mogli, o quasi. Si è calcolato che l'ottanta per cento dei tifosi che vanno allo stadio è composto da uomini: vuol dire che le donne sono costrette a rinunciare alla gita domenicale, o addirittura al weekend, per assecondare la passione tifosa dei mariti. Con le partite al sabato, questo problema sarebbe risolto: lei potrebbe andare in giro per shopping, lui allo stadio, poi la coppia si ricomporrebbe feliI cernente per il resto del week- Wmm. end, con buona pace di tutti. D'altra parte, col campionato anticipato al sabato l'Italia si allineerebbe a molti Paesi europei, come Germania, Inghilterra, Austria, Svizzera, Francia, Belgio (e in Olanda, Spagna e Portogallo già si giocano al sabato degli anticipi, per ragioni televisive o per evitare concomitanze di gare importanti). C'è anche, è ovvio, il rovescio della medaglia. Chi propende per il «no» all'anticipo (ma la schiera non pare molto folta) fa notare che: 1 ) le schedine attualmente vengono giocate soprattutto il sabato, giorno in cui normalmente si hanno meno impegni di lavoro, quindi il Totocalcio fatalmente ne soffrirebbe, almeno nei primi tempi; 2) ci sarebbe il rischio di una minor affluenza di pubblico negli stadi,

Persone citate: Antonio Matarrese, Bonicelli, Carlo Mazza, Mazza, Pescante