Sheraton tiene ti 13% di Zeni

Sheraton tiene ti 13% Sheraton tiene ti 13% MILANO. Risulta confermata la partecipazione di Sheraton, con una quota di riferimento del 13,7%, nel capitale della Ciga. E' quanto emerge dai primi dati pervenuti alla società dopo la deposizione al tribunale di Venezia dell'attestazione dell'avvenuto aumento di capitale. Lo ha riferito un portavoce del gruppo precisando che si tratta dell'unica dichiarazione fino ad ora pervenuta, oltre a quella della ex controllante Fimpar che risulta essere in possesso di una quota del 2,7%. Venerdì dovrebbe comunque essere disponibile il quadro completo delle partecipazioni superiori al 2% del capitale sociale, mentre è tutt'ora in corso a Mediobanca una riunione con le principali banche creditrici di Ciga per fissare i tempi e le modalità del rientro dall'indebitamento a breve. Ieri il titolo in Borsa ha registrato un altro modesto incremento. Guido Rossi (a fianco) e sopra Enrico Bondi che oggi vola a Bruxelles per incontrare Van Miert tant'ò, la precedenza è d'obbligo. Non slitterà, invece, l'assemblea Montedison. Si terrà a Foro Buonaparte il 28 giugno. All'ordine del giorno il bilancio '93, l'incarico di revisione alla Deloitte, la conferma in consiglio di Umberto Tracanella, l'uomo che ha preso il posto di Alessandra Ferruzzi. E infine la rinuncia all'azione di responsabilità contro Sergio Cragnotti con il quale nel frattempo è stato raggiunto un accordo: ha ricomprato (per 78 miliardi) il 2,8% della Cragnotti e Partners in mano a Montedison. re un delicato caso giuridico. Così, ecco il serrate le file. E la replica, durissima, agli attacchi degli ultimi giorni e ai responsabili di tanti attacchi, Carlo Sama e la famiglia Ferruzzi. Parole di fuoco: «Il consiglio deplora - si legge nel comunicato - che personaggi della passata gestione, responsabili di aver portato il gruppo al dissesto, lasciando in eredità un indebitamento di 31 mila miliardi, tentino oggi una strumentale manovra per minare la credibilità di coloro che hanno lavorato e lavorano al risanamento del gruppo. In particolare di un consiglio di amministrazione che nella pienezza del da chiudere l'accordo con Shell nelle poliolefine, accordo fondamentale per l'uscita dal tunnel. Non a caso, ieri, subito dopo il consiglio Montedison, Bondi è partito di corsa per Bruxelles a spiegare al commissario Karel Van Miert le ragioni della fusione Himont-Shell: spiegazioni decisive per trasformare quello che sembrava un ni all'accordo (fatto trapelare qualche giorno fa da Bruxelles) in un sì dell'antitrust europeo che ha promesso di emettere il suo responso finale entro metà giugno. Assente Bondi, è slittato a venerdì il consiglio Ferfin in programma per ieri pomeriggio. Ma suo mandato, al quale si sente ora più che mai vincolato, è fortemente impegnato a porre rimedio ai gravissimi danni creati dai precedenti amministratori». E per fortuna che i conti migliorano. Nel '93 la perdita netta di gruppo, come era stato annunciato a fine aprile, è stata di 1366 miliardi per colpa delle imposte e degli oneri straordinari dovuti alle gestioni precedenti: senza questi, l'utile sarebbe stato di 312 miliardi. E nei primi mesi del '94, ha ieri confermato il consiglio, «i risultati operativi sono migliorati». Insomma, il piano di risanamento funziona. Anche se resta Armando Zeni

Luoghi citati: Bruxelles, Milano, Venezia