Addio Bich signore delle sfere

Parigi, la scomparsa del barone-inventore. Era nato a Torino 79 anni fa Parigi, la scomparsa del barone-inventore. Era nato a Torino 79 anni fa Addio Bich, signore delle sfere Impero di penne, accendini, rasoi e reggiseni Un aristocratico smarrito nell'industria ENTE PARIGI Marcel Bich davanti alle sue penne a sfera. A sinistra il celebre omino delle penne Bic DAL CORRISPONDENTE Per conquistare il mondo, Marcel Bich si tolse un'«h». Era già barone, divenne re. Il suo regno? L'«usa e getta» planetario Rasoi, accendini, penne a sfera Ogni giorno 15 milioni di consu matori acquistano le Bic. «Il mio mestiere è mettere nero su bianco» diceva. Potrebbe essere il suo epitaffio. Il barone Bich, 79 anni «audace aristocratico smarritosi nell'industria», come ricamava ieri pomeriggio Le Monde - ha chiuso gli occhi per sempre, c'informa uno scarno comunicato familiare. Nessun dettaglio. E' morto nel suo eremo verde, una tranquilla residenza non lontana da Parigi. Lascia alle redini il figlio Bruno, che dovrà gestire un budget monstre: quasi duemila miliardi. «Prima di nominarti mio erede, voglio sapere chi sarà il tuo successore» gli ingiunse nel '92, cedendogli i galloni. Esistenza quasi leggendaria, la sua. Nobile savoiardo, natali torinesi, avi valdostani. Blasoni ad libitum, quattrini non troppi. Gli fanno studiare legge. Ma ancora minorenne già si lancia nel porta a porta. Il primo dopoguerra lo vede esordire come imprenditore. Compra un atelier di stilografiche. Il colpaccio arriverà nel '53. L'ungherese Lazio Josif Biro - sì, quello della biro - vivacchia in Argentina. L'invenzione poteva arricchirlo, ma non ha saputo perfezionarla. Le sue penne colano. E l'inchiostro finisce in un battibaleno. Il barone gli offre qualche milioncino e intasca il brevetto. Lo perfezionerà. Al lancio, le Bic proclamano: «3 chilometri di scrittura, e nessuna macchia». La boita diviene fabbrichetta, poi industria. Il successo dilaga in Europa. Per espugnare gli Usa, che gli fanno resistenza, rileverà la Waterman America. La concorrenza attende, invano, il passo falso. Non ha compreso che Bich vende merci, ma in primis una nuova filosofia vittoriosa. Lo ribadirà il successo di accendini ('73) e rasoi ('76). «Consumate e sbarazzatevene» dice l'omino nero. La deperibilità cessa di essere handicap per farsi atout. Non stupisce che Roland Barthes ritenesse Bich Era reio ra su mio co» pii osi eri uso ma re. uo siLahe re: di ere inni. la ri INCHIOSTRO ALL'INTERNO DEL REFIL uno straordinario semiologo con il virus capitalista. L'eterna sostituzione dell'originale con la copia banalizza il prodotto regalando tuttavia al compratore un effimero «sempre nuovo», eterna giovinezza in barattolo. Il burbero Bich amava sapersi un genio. E non era insensibile alla civetteria. Apriva le sue relazioni annuali, immancabilmente, con Tocqueville. «Massima cura per un governo sia l'insegnare ai popoli come prescinderne». Ultraliberal, gli prestavano talora simpatie reazionarie in politica. Ma non volle mai impegnarvisi. Il suo talento era altrove. «Macchina d'idee» lo definirono. Qualcuna, bisogna pur ricordarlo, si rivelò un fiasco. Per esempio il profumo Bic, «dal vostro tabaccaio». Costava pochissimo, eppure (anzi, forse proprio a causa del ribasso) la clientela lo snobbò. Ma il palmarès rimane ultraprestigioso, un «miracolo plastico» senza eguali. Arte, design, commercio in originale sintesi. Se solo Andy Warhol avesse ritratto le penne Bic anziché una zuppa Campbell! CANNUCCIA DI PLASTICA PUNTALE LA SFERA, RUOTANDO, PORTA L'INCHIOSTRO SUL FOGLIO DI CARTA

Luoghi citati: Argentina, Europa, Lazio, Parigi, Torino, Usa