Un religioso ossessionato dalla questione 98 di San Tommaso: nell'Eden non era lodevole mantenere la continenza

Un religioso ossessionato dalla questione 98 di San Tommaso: nell'Eden non era lodevole mantenere la continenza Un religioso ossessionato dalla questione 98 di San Tommaso: nell'Eden non era lodevole mantenere la continenza :.:.''-'::.::--:':S::':<$$^^^^m^^^^^^^^^^^^^S lettere AL GIORN mo, seminando ferite laceranti nello spirito: la morte improvvisa della donna scioglie l'unione coniugale. L'uomo si ritrova come ramingo solitario nel suo itinerario mistico, quando improvvisamente avviene la folgorazione nell'amplesso con una prostituta. Ci sono, ovviamente, risonanze di simbologia biblica in tale soluzione finale, ma questa avviene perché c'è finalmente l'incontro di due desideri: uno, quello dell'uomo, di ritrovare lo stato di innocenza primordiale, come era nel giardino dell'Eden; l'altro, quello della donna, di ridarsi anch'essa una innocenza, una verginità interiore: la carne riscattata, redenta, attraverso l'amore, in un amplesso al di là di ogni nozione di peccato. Il libro susciterà certamente qualche clamore, soprattutto per gli amanti delle provocazioni. L'autrice, teoioga con propensione alla mistica, orante solitaria in un eremo di campagna, ma non di¬ sattenta alle vicende anche politiche, si troverà certamente addosso accuse di esuberanza teologica da parte di rigorosi maestri della dottrina cattolica. Anche Mastro Eckhart, del resto, il principe dei mistici, è stato condannato per eresia. Adriana Zarri procede nella stesura delle sue pagine con la stessa passione che anima il suo protagonista. La «Quaestio» è sviscerata in tutti i suoi angoli di discussione teologica, a volte con incursioni meno felici di attualità polemiche, a volte con qualche pedanteria esegetica, e tuttavia il tutto è sostenuto da un calore del linguaggio, in cui molto spesso si moltiplicano e si mescolano immagini dolci da Cantico dei Cantici e struggenti descrizioni della natura. Forse un poco anacronistico potrebbe apparire oggi il presupposto centrale del romanzo, cioè che la Chiesa mantenga ancora una concezione radicalmente ne¬ gativa del matrimonio rispetto alla verginità, soprattutto dopo che Papa Wojtyla ha esaltato più volte l'eros coniugale, la «teologia del corpo» e del «corpo nudo». La provocazione della Zarri è, tuttavia, in questo ipotizzare una estrema sublimazione del rapporto sessuale mine unione con Dio e quindi il conseguente pervenire alla fine del tempo del peccato, al ritorno all'innocenza dell'Eden. Questa risoluzione di tutto in Dio, del resto, tocca ogni aspetto dell'uomo: vita e morte. C'è un passo splendido del romanzo, che è una rivelazione del mistico. Parla della «morte che è morire di Dio»; «Il prenderci di Dio può essere tanto dolce e terribile che uno ne muore, anche senza essere ammalato. Ne muore perché Dio gli si è fatto troppo prossimo ed egli non può più rimanere in questo mondo. E' la morte biblica: del Dio che non si può vedere e vivere». Domenico Del Rio fi. ,:f!;j.{.:!^ ALE

Persone citate: Adriana Zarri, Domenico Del Rio, Mastro Eckhart, Papa Wojtyla, Zarri