Pedina di scambio per Moro

Pedina di scambio per Moro Pedina di scambio per Moro Nel 78 le Br volevano Panizzari libero la concessione della semilibertà, ma che invece è ricominciata ieri, sulla «gazzella» dei caranbinieri che l'ha accompagnato a Regina Coeli. Dal 1964 «il proletario» Giorgo Panizzari ha girato decine di prigioni, comprese quelle speciali negli anni bui del terrorismo, passando attraverso rivolte, tentativi d'evasione e condanne a non finire, ergastolo incluso. In cella si è «politicizzato» partecipando alla fondazione dei Nap, i Nuclei armati proletari, e passando poi alle Brigate rosse. Proprio le Br chiesero la sua liberazione nella primavera del 1978, quella di Panizzari e di altri dodici «detenuti politici» in cambio della vita di Aldo Moro. Andò come andò, e la vita del Quel furto d'auto lo commise che non aveva ancora quindici anni, e da allora cominciò un'odissea che sembrava finita con «proletario» continuò a snodarsi tra Volterra e Porto Azzurro, il manicomio criminale di Aversa, l'Asinara e Palmi. Con la qualifica di soggetto «socialmente irrecuperabile», guadagna a all'età di 17 anni. «Questo per me significava soprattutto che non avrei più dovuto ritornare in Casa di Rieducazione, ed era già una gran cosa!», ha scritto ironico e amaro Panizzari nell'autobiografia che testimonia anche la violenza quotidiana del carcere. L'ergastolo era arrivato nel 1973, per una rapina con omicidio avvenuta nel '70 a Torino un fatto per il quale Panizzari si è sempre proclamato innocente - e divenne definitivo nonostante la difesa in Cassazione di un «principe del foro» come Giulia- —

Persone citate: Aldo Moro, Moro, Panizzari

Luoghi citati: Aversa, Torino, Volterra