Un italiano rapito dai serbi

Un italiano rapilo dui serbi Un italiano rapilo dui serbi A Sarajevo, chiedono un «rimborso» SARAJEVO. In Bosnia, da qualche giorno, le armi tacciono. Ma è una tregua percorsa da fremiti di nervosismo nella quale si rischia in ogni momento l'incidente che potrebbe rimettere tutto in questione. L'ultimo episodio ha come protagonista e vittima un italiano, Andrea Angeli, addetto stampa della Forza di protezione dell'Onu (Unprofor) a Sarajevo. Angeli, 38 anni, originario di Macerata, un lungo passato di funzionario internazionale nelle «zone calde» del globo, è stato fermato dalle milizie serbo-bosniache ad un posto di blocco sulla strada dell'aeroporto di Sarajevo e portato in una caserma della polizia militare del sobborgo serbo di Ilidza. Con lui c'erano quattro civili, tre cronisti musulmani e un operatore dell'Alto Commissariato Onu per i rifugiati. Secondo il comandante Mosqura, portavoce dell'Onu nella capitale bosniaca, «Angeli aveva deciso di passare per il posto di blocco serbo "Sierra 3" Gli Appuntamenti - "La Bibbia e gli anziani" S.E il Cardinale Giovanni Soldatini Un. Ind. - Banca CRT - ANLA (T. 5718303) Sponsor: Centrale del Latte di Torino - Ventano Mercoledì 01 - ore 10,00 0 AMMA: progetto Euroform - Corso post laurea "Tecnici Jean production" - Selezione AMMA (T. 5718384) • Mercoledì 01 - ore 15,00 ® Brevetti, modelli e marchi. Recenti sviluppi ed orientamenti in sede nazionale e internazionale. Seminario per clienti Studio Torto (T. 5611320) - Giovedì 02 - ore 9,00 Ingresso riservalo ai clienti Studio Torta Conferenza stampa - Sospensione dell'erogazione delle pensioni agli spedizionieri doganali On. 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Per il rilascio di Angeli e delle altre persone sono in corso trattative fra l'Unprofor e le autorità serbe, le quali avrebbero chiesto un considerevole «rimborso» in marchi tedeschi. In favore di Angeli - che in quanto funzionario internazionale dovrebbe godere dell'immunità diplomatica - è intervenuto anche il giapponese Yasushi Akashi, che è la massima autorità civile dell'Onu in Bosnia: «Stiamo facendo tutto il possibile per ottenerne la liberazione». Ma sono anche altri gli episodi che denotano il perdurare della tensione in Bosnia. Ieri le forze serbo-bosniache si sono riappropriate di un pezzo d'artiglieria pesante custodito dall'Unprofor nella zona di esclusione di 20 chilometri intorno a Sarajevo. L'arma si trovava in un deposito delle forze Onu a Krivoglavci. L'episodio segna un'ulteriore erosione della zona di esclusione attorno alla capitale, e secondo il portavoce dell'Unprofor, «costituisce una violazione dell'ultimatum della Nato ai serbi». Ieri, tutti i convogli umanitari che transitavano attraverso la Krajina per raggiungere la regione di Bihac, nella Bosnia nordoccidentale, sono stati fermati dai serbi senza ragione e costretti a tornare sui loro passi. Anche sul piano diplomatico, la situazione resta fluida. A Belgrado è cominciata ieri la nuova missione dell'inviato speciale russo Vitali Ciurkin, che ha incontrato il presidente serbo Slobodan Milosevic, il presidente della Krajina Milan Martic e i leader serbo-bosniaci Nikola Koljievic e Momcilo Krajisnik. Alla fine, Ciurkin si è detto soddisfatto: «Sono stati colloqui molto utili - ha dichiarato - i serbo-bosniaci andranno a Ginevra con intenzioni serie e il mese prossimo la diplomazia russa sarà molto attiva per risolvere la crisi». All'appuntamento fissato a Ginevra saranno presenti anche i bosniaci dell'altra parte. Il presidente musulmano Alija Izetbegovic aveva annunciato che diserterà la riunione in segno di protesta contro il mancato ritiro dei serbi intorno a Gorazde. Ma in sua vece andranno altri importanti dirigenti musulmani e croati. I rappresentanti delle due etnie si sono riuniti ieri a Sarajevo per dare gli ultimi ritocchi alla nuova federazione bosniaca. Nonostante i malumori di alcune frange della popolazione (specialmente quella croata), la riunione è filata liscia. La federazione è stata costituita e l'organigramma previsto è stato confermato: presidente (nei primi sei mesi) sarà il croato Kresimir Zubak, vicepresidente il musulmano Ejup Granic, primo ministro il musulmano Haris Silajdzic. [Ansa]