I carnefici nei campi profughi di L. Ca.

A Kigali ucciso un Casco blu, l'Onu sospende le operazioni. In salvo i 600 orfani di Nyanza A Kigali ucciso un Casco blu, l'Onu sospende le operazioni. In salvo i 600 orfani di Nyanza I carnefici nei campi profughi In Ruanda un nuovo massacro, 500 vittime sta in un'aggressione senza sangue, ma pervasiva e possente, inarrestabile perché i conquistati non aspettavano che di esserlo e se ne sono fatti adepti. Il profeta e messia del patriottismo russo, venuto anche lui dall'America, dovrà misurare la forza di questo esercito di adoratori dell'Occidente che con lo «spirito russo» non vogliono avere più nulla a che spartire. Prima tappa Ussurijsk, carica di simboli lontani che hanno lasciato sporadiche vestigia architettoniche in mezzo alla bruttura uniforme e cadente dei casermoni popolari tirati su alla bell'e meglio dalla Rivoluzione. Qui, a 120 km dalla costa del Pacifico, s'insediò nel secolo scorso il comando cosacco cui gli zar affidarono la difesa delle frontiere dell'Estremo Oriente russo. Cento km a Sud-Ovest scorre l'Ussuri maestoso che traccia il confine con la Cina, da qui si dirama la linea ferroviaria attraverso cui i sovietici rifornirono Kim II Sung du¬ I KILLER CONFESSANO KABUGA O picchiato a morte un uomo e due donne», dice Justin Mbongata, sedici anni. Fa parte dell'Interahamwe, gli squadroni della morte, la cui comparsa in ogni città e villaggio del Ruanda, il 6 aprile, ha dato inizio al più spaventoso massacro che il Paese abbia mai conosciuto. «Sono stati il borgomastro (il sindaco di nomina governativa, ndr) e i militari a costringermi a picchiarli a morte. Quel che ho fatto non mi piace. Non mi fa dormire. Ci penso anche di notte. Quel che ho fatto non è bello, ma è stato il governo a costringerci». «Vorrei chiedere la grazia. Non penso che dovrei essere ucciso. Quel che ho fatto... l'ho fatto senza rendermene conto. I capisquadra ci hanno spiegato come e dove uccidere... ora mi attendo di essere giustiziato da un momento all'altro», racconta Justin. Siede su una lunga panca, con altri venti membri delle squadre delia morte, catturati nel rastrellamento del Fronte patriottico ruandese. Lo scrittore ascolta «con dolore» le lamentele dei contadini, che rimpiangono l'era comunista Il dossier denuncia anche il fallimento della politica assistenziale dell'Occidente. I Paesi più ricchi del Terzo Mondo ricevono il doppio di aiuti rispetto ai più poveri. L'Egitto ottiene finanziamenti per 280 dollari per ogni indigente, mentre l'India ne ha solo sette. Eppure il reddito reale procapite dell'Egitto è il triplo di quello indiano. Il 90% dei finanziamenti se ne va per pagare esperti stranieri, e quelli locali finiscono per essere ignorati. L'Onu invita l'America del Nord e l'Europa a ripensare i loro rapporti con il mondo povero: è finita l'era delle elemosine, occorre inserirli nella rete del commercio, degli investimenti, della tecnologia. I Paesi più ricchi potrebbero pagare al Terzo Mondo «tariffe di servizio» in cambio di alcuni vantaggi, come un freno all'immigrazione e al mercato della droga. E i Paesi in via di sviluppo dovrebbero riformare le loro economie e democratizzare i governi. Il presidente ucciso, Habyarimana ultimi trent'anni. [al. ca.]

Persone citate: Habyarimana, Justin Mbongata, Kim Ii Sung