Destra e Lega attaccano il «santuario» della lira

Destra e Lega attaccano il «santuario» della lira Destra e Lega attaccano il «santuario» della lira disappunto dei più. «La relazione è ottima - ha aggiunto - ma avanzo delle riserve quando si esprime su questioni di esclusiva competenza del governo e del parlamento». No, la coalizione proprio non digerirà quel «monito» di Fazio: occhio all'inflazione, altrimenti rialzerò i tassi. A poco valgono le rassicurazioni del ministro Ferrara, neoassunto al partito della diplomazia: «Il governo - ha assicurato - vigilerà contro l'inflazione». A poco valgono di fronte alla ruvida chiarezza del ministro Speroni, che sintetizzava così la sua scarsa stima per le Considerazioni: «Un inutile elenco di cose scontate». E quindi Antonio Fazio, convinto ma pacato assertore dell'auto¬ nomia del suo istituto (peraltro da esercitare nei rigorosi limiti dei propri compiti istituzionali), nel giro di venti giorni esatti si è visto arruolato d'ufficio prima nei club Forza Italia e ora nelle file progressiste. «Viviamo in tempi di spirito maggioritario, dove chi non è col capo, è contro di lui - commentava a fine mattinata un alto funzionario di via Nazionale -. Difficile far passare il concetto che l'autonomia della banca centrale è una garanzia fondamentale per il Paese». Ma c'è di più. Da un lato i progressisti spandevano incenso sul loro (inconsapevole) neo-sostenitore Fazio: Manzella, «un monito molto severo»; Turci, «paletti contro i rischi di questo governo»; Violante, «encomiabile la difesa della legge Merloni»; Cavazzuti, «parole pesanti contro questo clima da Far West»; Spaventa, «condivido tutto, ciecamente»; e si potrebbe continuare. Dall'altro Alleanza Nazionale alzava il tiro sulla prima vittima di questa asserita «conversione» di Bankitalia al fronte degli oppositori: cioè Tommaso Padoa Schioppa, vicedirettore generale, fedelissimo di Ciampi e possibile successore di Lamberto I ' Dini alla direzione generale. Il sottosegretario agli Interni Maurizio Gasparri, di An, ha parlato in modo molto chiaro: «Non vorremmo che in Banca d'Italia qualcuno pensasse di attuare un blitz per nominare Padoa Schioppa alla direzione generale». E l'autonomia dell'istituto? Ecco dove la mette Gasparri: «Su scelte di vertice così delicate è necessaria la concertazione con il governo». Inutile elencare le reazioni sdegnate dei progressisti, perché tant'è: sinceramente, forse persino troppo, Gasparri ha detto come la pensa - se non Berlusconi in persona - certamente buona parte del suo governo. Ma della giornata di ieri c'è un vincitore occulto, che siede al tavolo del governo, e in quale poltrona: Lamberto Dini, ministro del Tesoro. A lui Fazio ha dedicato un'intera pagina - una su ventinove - delle sue Considerazioni per decantarne l'operato, la figura e la «tradizionale, intensa collaborazione». Dentro il governo, Fazio sceglie Dini. Della sua linea si fida, ma delle altre anime dell'esecutivo non è detto. Sergio Luciano Stefano L