Archimede capì subito perché la barca galleggia

Archimede capì subito perché la barca galleggia Archimede capì subito perché la barca galleggia re o processi cellulari specifici del batterio, per ottenere un effetto mirato e non danneggiare le cellule umane. Tanto più l'obiettivo di selettività è raggiunto, tanto minori sono gli effetti tossici. Laura Chiatellino, Torino Perché, dopo uno sforzo fisico, si ha caldo? Durante uno sforzo fisico la maggior richiesta di energia da parte dei muscoli comporta: aumento dell'attività respiratoria, accelerazione del battito cardiaco, aumento della pressione sanguigna, vasocostrizione periferica, conversione del glicogeno in glucosio nel fegato e maggiore ossidazione di glucosio. Al termine dello sforzo si ha per reazione una vasodilatazione periferica con conseguente diffusione di calore sulla superficie epidermica: il contatto termico fra questa e l'aria circostante (più fredda) provoca in noi una sensazione di caldo, alla quale si associa quella derivata dalla combustione di glucosio. che, unito a questo, gli procuri il suo meritato riposo, cioè il nero. Perché, se si fissa un colore per qualche minuto e poi si trasferisce lo sguardo altrove, appare il suo complementare? Tutti i colori che vediamo vengono recepiti dai coni, cellule fotosensibili della retina dell'occhio, che captano e convertono i raggi luminosi in stimoli per il nervo ottico. Questo, a sua volta, è incaricato di trasmetterli al cervello. Se fissiamo a lungo un determinato colore, e ovvio che gli impulsi emessi saranno sempre del medesimo tipo. Ma a lungo andare ciò comporta un affaticamento del nervo ottico che, non appena distoglieremo lo sguardo, cercherà riposo nel nero. Ora, poiché noi sappiamo che la fusione di due colori complementari dà proprio questo come risultato, ecco spiegato il motivo di tale fenomeno: il nervo ottico compensa il suo sforzo con un colore complementare del precedente Glauco Malatesta Grugliasco (TO) Erika Montemurro Federico Pizzetti, Torino Chi ha inventato il microscopio? L'utilizzo di microscopi semplici, formati cioè da lenti che ingrandiscono gli oggetti, è documentato dal XIII secolo, sebbene già greci e romani usassero a tale scopo delle sfere di vetro riempite d'acqua. Una data importante nell'uso di tali microscopi è il 1676, quando il naturalista olandese Leeuwenhoek, utilizzando una lente posta fra piastre metalliche, scoprì per primo i batteri. L'invenzione del microscopio composto, dove esiste un oculare che ingrandisce l'immagine dell'obiettivo, viene attribuita a Z. Janssen, che nel 1590 costruì un tubo munito di due lenti alle estremità. Tale strumento venne in seguito perfe- Come agisce un antibiotico? Un antibiotico è una sostanza di origine biologica in grado di distruggere i microrganismi o inibirne la crescita, in quanto danneggia o blocca reazionichiave della vita batterica. La sua azione è diversa a seconda della struttura: le penicilline e le cefalosporine inibiscono l'attività di un enzima preposto alla costituzione della parete batterica, con conseguente rottura cellulare. Gli aminoglucosidi, le tetracicline e il cloramfenicolo sono attivi a livello dei ribosomi batterici: legandosi a essi, impediscono la sintesi delle proteine. Le rifamicine inibiscono la sintesi del RNA batterico. Qualunque sia la strategia, l'antibiotico agisce su struttu¬

Persone citate: Erika Montemurro Federico, Federico Pizzetti, Glauco Malatesta Grugliasco, Janssen, Laura Chiatellino

Luoghi citati: Torino