L'orbita è l'Europa di Antonio Lo Campo

L'orbita è l'Europa L'orbita è l'Europa Un astronauta in politica IL 31 luglio 1992 Franco Malerba diventava il primo astronauta italiano: a bordo dello shuttle Atlantis tu lui a manovrare il Tethered, più noto come il «satellite al guinzaglio». Ora Malerba, 47 anni, si lancia verso l'orbita del parlamento europeo, candidato nelle liste di Forza Italia. Sarà dunque lui a rappresentare la ricerca spaziale italiana a livello europeo, e quella europea nel mondo. Ma quali opportunità ci offre questo settore strategico per la scienza, la tecnologia e l'industria? «Le opportunità sono diverse e riguardano il futuro prossimo e quello più lontano - dice Malerba - a cominciare dal prossimo volo del Tethered previsto per marzo '96. La missione subirà alcune piccole modifiche. Non vi saranno più due squadre ad alternarsi 24 ore su 24, ma un unico gruppo polivalente di sette astronauti, due dei quali dovrebbero essere i ricercatori di bordo, ipayload specialist. Queste condizioni sono state espressamente richieste dal direttore del primo volo Chuck Shaw e dall'astronauta americano Jeff Hoffmann, che fu il nostro comandante scientifico di bordo. Entrambi ricopriranno gli stessi ruoli e la loro richiesta di due uomini-tethered anziché uno, favorisce il ruolo dell'Italia». «Abbiamo già visto in precedenti missioni Spacelab» - prosegue Malerba - volare coppie di ricercatori dello stesso Paese. Le missioni Tethered sono considerate ad alto profilo nell'ambito del programma Shuttle, specie dal lato scientifico: l'ideale sarebbe che sul prossimo volo gli italiani fossero due: oltre a Umberto Guidoni, che fu la mia riserva, Shaw e Hoffmann chiedono di avere a bordo anche un astronauta esperto. Se così fosse, 10 sarei pronto a ripartire...». «Avendo già volato con la prima missione, - aggiunge Malerba - la Nasa potrebbe risparmiare il tempo e Ù denaro necessari per preparare nuovi astronauti a una missione così complessa. Da parte italiana, c'è da considerare 11 prestigio che porterebbe la presenza di ben due astronauti sullo shuttle». Nostalgia dello spazio? «Qualunque sia l'evoluzione, anche politica, della mia carriera, spero proprio di tornare nello spazio. E' un'avventura straordinaria. Soltanto chi l'ha vissuta direttamente sa quanto sia bello poterla ripetere. Comunque Umberto Guidoni merita di partire, ha fatto tanta panchina, e io so cosa significa aspettare per tanto tempo... Ma è importante che l'Asi richieda queste competenze e sfrutti questa favorevole opportunità, anche perché la stessa Nasa pare pronta ad accettarla». Oltre al volo con il Tethered, quali altre occasioni potrebbero presentarsi per gli astronauti italiani? «Ne esiste un'altra im¬ portante. L'Italia costruisce i moduli logistici che saranno parte integrante della base orbitale. L'Italia è partner diretto con la Nasa e paritetico con gli altri partner internazionali. Ma da quando l'ente spaziale americano ci ha richiesto tre moduli anziché due, e con sei scomparti per gli esperimenti scientifici al posto dei quattro previsti, si presume che debba crescere, insieme alla quantità e alle potenzialità dei moduli, anche l'opportunità di volare per gli italiani. Il vecchio memorandum d'intesa prevede che l'astronauta internazionale debba trascorrere tre mesi in orbita nel giro di sei anni. Con il nostro direttore del progetto ingegneristico dei moduli Giovanni Rum abbiamo valutato le varie possibilità, e pensiamo che l'Italia debba avere in cambio, sul nuovo memorandum, più tempo di permanenza in orbita». Solo per voli lunghi? «Rum chiederà due voli di tre mesi in sei anni, ma solleciterà anche la presenza di uno specialista di missione italiano per la missione di assemblaggio della riprogettata Space Station con il primo modulo logistico, il cui volo è previsto con la quinta missione shuttle-stazione nel 1998». Questo astronauta avrà incarichi e preparazione diversi rispetto agli uomini-tethered? «Dovrà conoscere alla perfezione il modulo, e soprattutto CONVEGNO A ROMA Al LINCEI Studi sull'elettrodinamica del plasma orbitale dovrà essere preparato non più come payload specialist ma come mission specialist. E' necessario che questo nostro astronauta, che mi auguro non sia solo, si presenti al corso che la Nasa sta preparando per gli uomini destinati alla stazione, corso che inizierà il 1° luglio 1995. Se mi candiderò? Certo! Sarei ben lieto di presentarmi, considerando che Guidoni nel '95 sarà impegnato a tempo pieno negli allenamenti per il secondo volo Tethered. Inoltre mi auguro che questa grossa occasione per l'Italia spaziale possa essere sfruttata per l'inserimento di nuovi candidati astronauti e per creare nuova occupazione in uno dei pochi setton, lo spazio, che hanno un futuro certo». Antonio Lo Campo

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