Scienza cenerentola d'Italia
APPUNTI PER IL GOVERNO APPUNTI PER IL GOVERNO Scienza, cenerentola d'Italia Dalla Francia un buon esempio (per ora ignorato) Et difficile dare una definizione di ricerca scientifica. Le idee sono spesso discordanti e lo sono ancora di più quando si parla di organizzare e coordinare la ricerca scientifica nell'università, nell'industria, negli enti preposti. E non parlo dell'Italia. Chi si occupa di queste cose l'avrà capito, parlo della Francia, dove si è da poco tenuta a Parigi la «Consultation nationale sur les grands objectifs de la recherche frangaise». E' utile paragonare l'iniziativa dei nostri cugini con ciò che si fa da noi. Credo che il ruolo di un convegno di questo tipo possa essere definito (parafrasando Isaac Asimov) come l'esplorazione del territorio scientifico che si stende davanti a noi, in modo che nel nostro viaggio lungo il tempo possiamo farci un'idea più chiara dei nostri obiettivi e di ciò che invece dobbiamo evitare. Guy Albert, direttore della Scuola normale superiore di Lione, ha presentato al convegno di Parigi un rapporto di sintesi con i risultati dei colloqui regionali tematici e le reazioni e le proposte suscitate negli ambienti scientifici. La sintesi è articolata in cinque punti. 1 ) La ricerca fondamentale in Francia è organizzata tra organi- smi pubblici e università (anche da noi); è razionale mantenerla così senza «ridondanze tematiche» ma senza fusioni cercando di favorire la mobilità delle carriere. Se si guarda al mondo anglosassone quest'ultimo è già un fatto acquisito. 2) Non si può pretendere che tutti facciano ricerca di livello elevato in termini di notorietà o di trasferimento verso l'economia. Individuate le «nicchie di eccellenza» dovranno essere sovvenzionate di più rispetto alle altre. Di finanziamenti a pioggia, che sono uno spreco e un male della ricerca italiana, non si parla neanche. 3) Le reazioni tra ricerca e industria non possono essere strutturate in modo univoco ma, pragmaticamente, secondo i casi. 4) Il sistema educativo deve rivalutare lo spirito creativo (rivalutarlo; perché crearlo non si può). Non si devono tagliare la ricerca metodologica e la storia della scienza. Si raccomanda altresì l'insegnamento umanistico anche per gli ingegneri. E sarà bene, malgrado le reticenze, sviluppare la «formazione continua diplomante», che è più di un semplice aggiornamento. 5) SuU'informazione scientifica e tecnica è importante mettere i risultati della ricerca in ima forma accessibile a tutti gli ambienti socioeconomici seguendo modalità accuratamente studiate. Questo il programma. Messo così sembra molto chiaro, ma non lo è. Strutturare la ricerca in un vasto piano articolato e onnicomprensivo è difficile. Individuare le linee maestre un compito arduo. Come conseguenza del lavoro che fanno, gli scienziati sono sempre stati fortemente critici e indipendenti. E difatti 1200 ricercatori hanno preparato un manifesto molto duro verso il ministro Fillon. Percy Seymour ha scritto in un suo libro: «L'etica accademica in genere incoraggia il dissenso». Jean Pierre Chevènement, qualche anno fa ministro del governo socialista francese, aveva fatto un'inchiesta simile, ai suoi tempi molto contestata, ma aveva avuto il buon senso di accettare quello che poteva essere considerato da entrambe le parti un miglioramento. L'attuale ministro dell'insegnamento superiore e della ricerca monsieur Fillon (riporto il commento di Le Monde) «non ha l'audacia del suo predecessore e la sua grande consultazione nazionale rischia di brillare più per il suo conservatorismo che per una democrazia vivace». Da uno schema calato dall'alto che ha dimenticato o rifiutato il contributo critico dei veri ricercatori c'è il rischio che nasca una ricerca sclerotica. Lo stesso atteggiamento critico si era avuto
Persone citate: Fillon, Isaac Asimov, Jean Pierre Chevènement, Percy Seymour
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