Quattro avvisi a Mediobanca di Mario Deaglio
L'accusa: false comunicazioni sociali nel crack Ferruzzi. L'istituto: nessuna responsabilità L'accusa: false comunicazioni sociali nel crack Ferruzzi. L'istituto: nessuna responsabilità Quattro avvisi a Mediobanca Indagati Cuccia e tre dirigenti, «atto dovuto» I NEMICI DI UNABANCA DAFFARI Si spara a 39 anni l'ex capitano della Roma La nostalgia del calcio uccide Pi Bartolomei Colpito da una grave forma di depressione «Il mondo del pallone lo aveva rifiutato» DI fronte agli avvisi di garanzia inviati ai vertici di Mediobanca sono possibili due interpretazioni estreme. La prima è quella di una magistratura «ingenua» che, nel corso di un'indagine, si trova nella necessità di compiere un «atto dovuto»; la seconda è quella di una magistratura che gioca pesantemente sul piano politico, per cui gli avvisi di garanzia sarebbero un fierissimo attacco a quella che è stata un'istituzionechiave della nostra economia. Quasi certamente la verità sta in un punto intermedio, anche se non necessariamente nel mezzo. Non si può che essere perlomeno scettici di fronte all'idea di un grande complotto di magistrati ma rimane ugualmente difficile credere che le loro valutazioni possano essere completamente avulse dal clima del Paese in questo particolare momento storico-politico. Basti pensare che un neoministro della Repubblica, Roberto Radice, responsabile del dicastero dei Lavori Pubblici, ha già espresso ieri in un'intervista a La Stampa un sommario giudizio di condanna del presidente onorario di Mediobanca, Enrico Cuccia. E' vero che non devono esistere santuari intoccabili. Ma è altrettanto vero che in un momento in cui dall'Italia emergono elementi di novità (o magari di ritorno al passato) che all'estero sollevano preoccupazioni e inquietudini, un'azione giudiziaria non sufficientemente ponderata su Mediobanca potrebbe causare danni molto gravi al Paese. Sullo sfondo dell'indagine Mario Deaglio CONTINUA A PAG. 6 SETTIMA COLONNA RAVENNA. La procura entra nel tempio di Mediobanca. Ieri sono arrivati avvisi di garanzia a Enrico Cuccia, presidente onorario; Vincenzo Marenghi, amministratore delegato; Gerardo Braggiotti, direttore centrale finanza; Maurizio Romiti, direttore centrale per le partecipazioni. Reato ipotizzato, per tutti: concorso in false comunicazioni sociali. Il sostituto procuratore di Ravenna Francesco Mauro Iacoviello, il magistrato che indaga sui «buchi» dei bilanci Ferruzzi-Montedison, lo ha annunciato ieri. «Allo stato delle indagini e per il prosieguo delle stesse, l'invio di informazioni di garanzia è un atto dovuto». Mediobanca respinge ogni ipotesi d'accusa. Sostiene di aver presentato alla procura di Ravenna «elementi incontrovertibili, i quali escludono che il mandato le attribuisse poteridoveri sui bilanci». Poi «esprime amarezza nel constatare come l'impegno profuso con dedizione e correttezza nel tentativo di salvare dal dissesto il secondo gruppo industriale italiano abbia l'effetto di criminalizzarla». SANTUARIO VIOLATO Gian Paolo Ormezzano CONTINUA A PAG. 11 SECONDA COLONNA UN ARTICOLO DI CLINTON
Persone citate: Bartolomei, Cuccia, Enrico Cuccia, Francesco Mauro Iacoviello, Gerardo Braggiotti, Maurizio Romiti, Roberto Radice, Vincenzo Marenghi
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