La cavalcata infinita del pianoforte di Richter

La cavalcata infinita del pianoforte di Richter I DISCHI La cavalcata infinita del pianoforte di Richter APSODIE, rondò, studi, gighe, sonate firmate dai più conosciuti compositori, dal Settecento ad oggi. Una cavalcata infinita davanti alla tastiera di un pianoforte. Un'impresa dal grande fascino, ma di un impegno considerevole. Eppure l'arte di Sviatoslav Richter sa attraversare un oceano di spartiti con l'abilità e il coraggio di un capitano di lungo corso, con l'agilità e lo spirito competitivo di uno skipper di Coppa America. Impressioni queste che derivano quando ci si trova accanto al giradischi una di quelle imprese discografiche che segneranno questo 1994: «The authorised recording» realizzata dalla Philips. Sono ventuno ed, con i quali viene allegato un libro di ritratti dell'artista e un ulteriore ed in cui sono stati raccolti i bis più straordinari di questo eccezionale solista russo. In buona sostanza questa antologia raccoglie le migliori incisioni in cui si è impegnato Richter durante la sua ormai lunga carriera. Bella è anche la forma con la quale è stato strutturato questo monumento discografico: una serie di cofanetti in cui sono state riunite le esecuzioni via via riguardanti Beethoven, Mozart, Bach, Schubert, Haydn, Chopin, Brahms, Scriabin fino a Prokofiev e Shostakovich, due compositori che Richter ha conosciuto personalmente. Non deve essere stata semplice la scelta visto quanto Richter è selettivo, rigoroso, perfezionista. Di Franz Schubert - di cui il pianista è un eccellente specialista - ci vengono offerte tre sonate raramente eseguite: la Sonata in sol maggiore che è famosa come Sonata Fantasia, la breve Sonata in si bemolle pubblicata postuma e la Sonata in do maggiore. Con Beethoven altri dilemmi, risolti con sette perle duce I mag. diler dell'interpretazione pianistica di Richter. Prima di tutte il cavallo di battaglia, l'Appassionata, poi le ultime tre Sonate (op. 109, 110, 111). Poesia e virtuosismo si integrano con la bellezza nella scelta di Studi e Preludi di Chopin, completata in questo cofanetto da una leggendaria, quasi demoniaca, interpretazione della Sonata in si minore di Liszt. Tra le rimasterizzazioni troviamo le Sonate op. 14 n.l, op. 22 e op. 26 di Beethoven, registrate trent'anni fa. Un termine di paragone dell'evoluzione del timbro di Richter, che sa rileggere pagine diverse stilisticamente cogliendo nel profondo le intenzioni dei diversi compositori. Ma sempre, su tutto, domina la freschezza del tocco di Richter, con il quale sa tradurre ed evidenziare anche ai non specialisti le diversità culturali tra gli autori. Un bel regalo per gli ottant'anni di questo cantore del romanticismo musicale. Altro omaggio alla carta d'identità e alla fedeltà è quello a Bernard Haitink, direttore d'orchestra sessantacinquenne e nella scuderia Philips da trentacinque. Anche in questo caso si tratta di un monumento discografico: trentasei ed (vendibili separatamente, come i cofanetti di Richter). Trentacinque anni consacrati alle integrali delle sinfonie di Beethoven, Brahms, Bruckner, Mahler, Schumann e Ciaikovskij con Orchestra reale del Concertgebouw. L'impressione è che più gli anni passano più le interpretazioni di Haitink s'impreziosiscano. Tutte queste registrazioni ebbero i plausi dalla critica, ma con un po' di condiscendenza. Poco incline agli effetti di maniera, sempre attento a concedere alle partiture uno spiccato senso di economia espressiva, Haitink è stato sovente relegato in secondo piano. L'onestà e la fedeltà sono qualità che oggi si apprezzano ancora più spiccatamente quando si ascoltano le sinfonie di Ciaikovskij e Mahler, che si prestano a essere interpretate. Ma ancora di più con Schumann, Brahms e Bruckner si sente la netta sensazione di atemporalità che Haitink ha voluto dare alle sue esecuzioni. Con il piglio di capo vero, egli ha condotto l'orchestra olandese a realizzare lavori che più atemporali, più giusti non è semplice trovare. Un'ultima, breve, segnalazione per il disco del mese della Philips (ed a 23 mila lire per il solo giugno). E' il «Concierto di Aranjuez. Fantasia para un gentilhombre» di Joaquin Rodrigo. Il più famoso concerto per chitarra ha come solista Pepe Romero, diretto discepolo della scuola di Rodrigo, insieme alla Academy of St. Martin-in-theFields diretta da Neville Marriner. Un'esecuzione affascinante in cui i colori spagnoli sono vivi, allegri, ma gravati da quelle pesantezze folkloristiche che spesso guastano questo concerto. Lievità ed eleganza trionfano, quasi per una riscoperta Alessandro Rosa

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