Storia infinita tra i libri di Sua Maestà di Mario Ciriello

Storia infinita tra i libri di Sua Maestà Progettata dodici anni fa sbagliando tutti i calcoli: non bastano i 1100 miliardi stanziati Storia infinita tra i libri di Sua Maestà La nuova British Library non nasce, soffocata dagli scandali ~fX*\ LONDRA I ' i E' chi la chiama «la Torre di I Babele», chi la condanna 1 i come una «mostruosità», \A I chi va oltre e ne parla come del «peggior disastro burocratico della nostra epoca». Povera British Library! Non meritava tante avversità, questa gloriosa istituzione nazionale. A dodici anni dall'inizio dei lavori, è ancora un corpo senza vita. Dodici anni or sono, il governo annunciò: «Questa biblioteca sarà il "sogno" del ventesimo secolo». Il «sogno» è diventato un incubo. Quando si dice British Library si pensa immediatamente al British Museum, ed è giusto; la biblioteca c parte del famoso museo. E' un gigante, la British Library, come la Library of Congress a Washington. Possiede una copia di ogni libro stampato in Gran Bretagna, una raccolta di oltre 18 milioni di monografie, manoscritti, mappe, giornali, nonché una Science, Technology and Industry Division che soddisfa ogni anno quattro milioni di richieste di informazioni, mentre milioni di altre richieste sono soddisfatte dal suo Science Information Service, il più importante e attrezzato d'Europa. Questo gigante continua a crescere, alcuni servizi sono già stati trasferiti altrove, il cuore stesso, il nucleo centrale della biblioteca ha bisogno di maggiore spazio. Soltanto i tradizionalisti più inflessibili arricciarono il naso dinanzi all'ambizioso progetto concepito Ira la fine degli Anni Settanta e l'inizio degli Ottanta: i più applaudirono. Ma qui cominciano le dolenti note. Una nuova British Library ò sorta, sì, accanto alla stazione ferroviaria di Saint Pancras, a Nord di Bloomsbury, un grande edificio né bello né brutto, ma è il risultato di un'esasperante saga di pasticci, conflitti e delusioni, saga il cui epilogo non è ancora stato scritto. Cos'è avvenuto? Dovrà stabilirlo forse una «pubblica inchiesta», ma è evidente che la burocrazia dello Stato si è dimostrata incapace di dirigere la vasta operazione. Nessuno più crede all'ottimismo del Department of National Heritage, secondo il cui portavoce la Library si aprirà nel 1996 e non costerà più dei 450 milioni di sterline stanziate per la sua costruzione, circa 1100 miliardi. Altri funzionari e altri esperti dipingono scenari assai meno rosei. Avvertono che, se anche la biblioteca aprirà i cancelli fra due anni, e non è affatto sicuro, altri anni dovranno passare prima che tutte le parti del suo complesso organismo funzionino normalmente. E aggiungono che i 450 milioni di sterline si riveleranno insufficienti. Un giornale commenta: «E' capitato di tutto a questa povera Library, colpita da flagelli quasi biblici». A un certo punto, i supermoderni high-tech scaffali mobili si rivelarono instabili e dovettero essere cambiati. Due mesi fa, il pubblico, allibito e divertito, apprendeva che una ispezione aveva appurato che ben 2 mila miglia di fili di rame erano «difettosi». Dovranno essere sostituiti, por evitare coiti circuiti. L'ultima ((bomba» è di questi giorni. Gravi guasti sono venuti alla luce nelle reti di tubazioni che alimentano i 2 mila sprinkler che, in caso di incendio, dovrebbero salvare dalle fiamme 12 milioni e più di libri. Per curare il male bisognerà smontare i soffitti. Più si leggono queste meste cronache più torna aÙa mente Antonio Panizzi. Fu questo modesto bibliotecario, nato nel 1797 a Brescello, nell'allora Ducato di Mantova, a creare dal nulla la British Library. Costretto a fuggire dall'Italia dopo i moti rivoluzionari del 1821, sbarcò in Inghilterra, dove sopravvisse grazie all'aiuto di Ugo Foscolo. Nel 1828 insegna italiano alla University College, nel 1831 il Lord Cancelliere gli affida un incarico al British Museum, nel 1837 è nominato Keeper of Printed Books, Custode, Conservatore dei Libri Stampati. Il British Museum non aveva allora una library vera e propria. Panizzi presenta al Parlamento un suo piano, ne riceve il benestare. Il 5 mag¬ gio 1852, i trustees del Museum approvano il suo progetto del nuovo edificio. Nel maggio 1857, la British Library entra nella storia. Quest'italiano era un vero genio. Architetto, ingegnere, amministratore, ispiratore: e ovviamente bibliotecario principe, inventore di un originale sistema per catalogare i libri. E soprattutto fu sua la straordinaria idea di costruire al centro della Library la magnifica Reading Room, un'immensa sala circolare, coronata da una cupola metallica più ampia di quella di San Pietro a Roma. Migliaia di studiosi hanno lavorato nel silenzio di questo splendido tempio, qui Karl Marx consultò un oceano di testi e scrisse Dos Kapital. Mario Ciriello La fondò un italiano Qui Marx scrisse il «Capitale»

Persone citate: Antonio Panizzi, British Library, Karl Marx, Marx, Panizzi, Ugo Foscolo

Luoghi citati: Brescello, Europa, Gran Bretagna, Inghilterra, Italia, Londra, Mantova, Roma, Washington