Rapita dal convento per amore

Cosenza: il sequestratore ha 17 anni, la relazione era osteggiata dalle famiglie Cosenza: il sequestratore ha 17 anni, la relazione era osteggiata dalle famiglie Rapita dal convento, per umore Una tredicenne in fuga con l'ex convivente COSENZA NOSTRO SERVIZIO «Possiamo entrare? Dovremmo parlare con una delle sorelle». Queste, più o meno, le parole usate ieri sera da un giovane che ha bussato al portone di un istituto retto da religiose a Castrolibero (nell'hinterland cosentino) e che ospita ragazze che un tempo venivano etichettate solo come «difficili» e per le quali oggi si parla di disadattamento. Quando il portone si è spalancato, il ragazzo è entrato, spalleggiato da altri due giovani. Per farsi strada,, uno dei loro brandiva un coltellaccio. «Dov'è Vittoria?» hanno gridato percorrendo di corsa il lungo corridoio. Poi Vittoria è uscita e i tre l'hanno portata con loro, tra le grida delle altre ospiti facendola salire su un'auto alla cui guida c'era un'altra persona. E' cominciata così, ieri, nell'istituto «Sant'Antonio» una vicenda che sta tenendo in scacco oltre un centinaio di carabinieri lanciatisi alla ricerca di quello che almeno all'inizio, era un «commando» di rapitori. Solo con il passare delle ore la vicenda ha avuto contorni più netti, quando si è compreso chi era l'ostaggio e quale il suo passato, anche se ha appena 13 anni. Vittoria è una ragazza di Crotone, vissuta in una famiglia degradata. Porta il cognome della madre che l'ha avuta da un uomo da cui si è sùbito allontanata. La donna ora è sposata (il marito attualmente è detenuto) e ha sempre avuto il suo da fare per tirar su la figlia, ragazza scontrosa, che dimostra più dei suoi 13 anni e non ha mai accettato le regole impostele dalla madre. Per questo, poco più che bambina, aveva deciso di andare a vivere con un ragazzo, oggi di 17 anni, del quale è forse ancora innamorata e che sarebbe, ritengono i carabinieri, l'ideatore e fors'anche l'esecutore del «rapimento». Antonio, così si chiama lo spasimante, non ha accettato di essere separato dalla sua innamorata né il fatto che Vittoria, per decisione del Tribunale dei minori di Catanzaro, finisse in un istituto dove, hanno pensato i giudici, poteva vivere in un ambiente forse per lei non ideale, ma dove avrebbe forse capito di dover seguire certi canoni. D'altra parte, le stesse religiose non negano le difficoltà incontrate nell'affrontare i problemi di Vittoria, definita irrequieta e restìa al «normale» ritmo di vita di un istituto religioso. Il ragazzo aveva già tentato di «rapire» la sua Vittoria, hanno accertato i carabinieri, ma aveva fallito. Ieri sera si è aperto il secondo capitolo di questa storia ed appare perlomeno strano che quando i tre, come in un quadretto manzoniano, fanno irruzione nell'istituto e si portano via la ragazza, la «vittima predestinata» fosse all'oscuro di quanto Antonio e i suoi amici avevano architettato. Già ieri sera i carabinieri hanno ritrovato l'automobile usata dal «commando»: un'Alfa Romeo 33, rubata un paio di giorni fa. Dentro l'auto, i militari hanno rinvenuto il documento d'i¬ dentità di una donna. Il fatto che l'autovettura risulti intestata ad una società di leasing, induce gli inquirenti a ritenere che la «33» possa essere stata noleggiata e che la patente trovata al suo interno appartenga ad una delle persone che in precedenza l'aveva presa in affitto. L'Alfa è stata ritrovata a San Giovanni in Fiore, forse a mezz'ora d'auto da Castrolibero, abbandonata dai suoi occupanti, quando hanno visto avvicinarsi una pattuglia di carabinieri. Sul veicolo, secondo gli inquirenti, avevano preso posto due dei «complici» del rapimento, dei ragazzi che probabilmente pagheranno la loro bravata con una denuncia e basta, poiché la procura dei minori di Catanzaro pare abbia già definito quel che è accaduto come un ratto a fine di libidine, se non addirittura una «fuga matrimoniale», fatto non infrequente a Sud, dove le ragazze, nel caso di unioni contrastate, si mettono al «riparo» dall'ira dei famigliari con un gesto ormai irreversibile. Di Antonio e Vittoria, fino a ieri notte, nessuna traccia. Forse li troveranno oggi, forse domani, a Crotone, Cosenza o chissà dove. Insieme per fuggire da un passato che per entrambi è stato segnato dal dolore. Diego Minuti

Persone citate: Di Antonio, Diego Minuti

Luoghi citati: Castrolibero, Catanzaro, Cosenza, Crotone, San Giovanni In Fiore