«Ecco come sono morti i miei bimbi» di Raffaello Masci

8. Roma, ricostruita la confessione del padre: «Soffocati dai gas di scarico dell'auto» «Ecco come sono morti i miei bimbi» Anche se finora le ricerche hanno dato esito negativo gli inquirenti credono che i tre piccoli non siano più vivi ROMA. «E' stato l'ossido di carbonio a ucciderli. Io stavo andando da Acilia ad Acquasparta con una Uno bianca c loro dormivano. Ma poi arrivato ad Acquasparta stavo male e alcuni amici mi dicono che i miei bambini sono morti. E' colpa della macchina che evidentemente aveva qualche difetto. Dopo mi hanno ricoverato all'ospedale di Civitavecchia». E' l'alba di sabato, Tullio Brigida piange, negli intervalli di lucidità che la sua mente sconnessa gli concede. Si trova nel carcere di Regina Coeli. Davanti a lui, già da alcune ore, c'è il capo della squadra mobile Rodolfo Ronconi. Quella che abbiamo riportato è la frase saliente che ha fatto scattare il blitz ad Acquasparta, con lo scavo nel cimitero. Ed è il culmine di un drammatico colloquio, durato oltre due ore, che Tullio Brigida ha avuto con il dottor Ronconi e che ieri è stato possibile ricostruire. Dunque, si apprende da fonti investigative, il dottor Ronconi viene svegliato all'una di notte: Tullio Brigida vuole parlare, ma a lui, e soltanto a lui. Gli psicologi chiamati a soccorrere gli inquirenti parlano di uno stato confusionale nella mente dell'inquisito. E' come se Tullio Brigida - dicono - avesse subito un forte choc per qualcosa di traumatico (l'uccisone dei figli, ancorché accidentale?) che vorrebbe rimuovere. Ora, come mosso da un desiderio di ravvedimento, vuole aprirsi, ma capisce che si sta scoprendo troppo. Allora il suo racconto svicola, devia, diventa inverosimile, incompleto. «Cosa è veramente successo ai tuoi figli?» chiede ii capo della Mobile. E lui racconta la storia dell'ossido di carbonio, in cui di verificato c'è solo il fatto che l'uomo è stato portato all'ospedale di Civitavecchia per intossicazione da ossido di carbonio. «E ora dove stanno i tuoi figli?». Risposta vaga: «Ho lasciato l'auto in un capannone di Acquasparta per tornare ad Acilia a prendere un'altra auto». Poi la storia perde ogni riscontro oggettivo: «Volevo andare dai carabinieri di Civitavecchia per raccontare cosa era successo ai miei bambini, ma ho avuto un incidente proprio davanti alla loro caserma e così mi hanno portato in ospedale». Poi aggiunge: «Me ne sono andato dall'ospedale dopo cinque ore e sono tornato ad Acquasparta, ho preso i bambini dal capannone e li ho seppelliti nel cimitero». A questo punto il dottor Ronconi fa capire che questa storia non è credibile: un incidente davanti la caserma dei carabinieri e questi non se ne accorgono? Si possono prendere tre cadaveri e seppellirli così, in pieno giorno? Brigida però cerca di avvalorare la sua deposizione fornendo particolari che gli investigatori potranno effettivamente riscontrare. «Non mi credi? continua -. Appena arrivi troverai un dislivello che mi ha facilitato nel trasporto dei bambini. Sulla sinistra ci sono dei bidoni e poi c'è la tomba... di uno di Roma... lì ho seppellito Laura, Armandino e Luciana». Gli investigatori, a quel punto, decidono di appurare la cosa e, com'è noto, non trovano nul- la. La deposizione dell'uomo, comunque, ieri è stata analizzata dagli inquirenti, che hanno avanzato due ipotesi. O la versione di Tullio Brigida è pur minimamente vera, e allora significa che l'uomo ha cercato il suicidio insieme ai figli, trasformando l'auto in una camera a gas. Poi potrebbe essersi pentito del gesto, quando per i figli però non c'era più nulla da fare. Oppure - ed è la seconda ipotesi, ormai ritenuta assai remota - Tullio Brigida darebbe delle versioni dei fatti del tutto fantasiose mentre i figli potrebbero essere stati affidati a qualcuno di fiducia. Ma, si chiedono gli inquirenti, con tutto il rumore che si sta facendo sulla vicenda, si possono tenere facilmente nascosti tre bambini, di cui uno - Laura, 13 anni - già grande? Intanto Stefania Adami, la mamma dei piccoli, si è chiusa nel silenzio e nello sconforto. «Non abbiamo più niente da dire - risponde al telefono la madre, Annamaria Carconi - lasciateci in pace. Mia figlia non è reperibile, né ora, né più tardi... abbia pazienza, siamo tutti troppo scossi, provati...». Raffaello Masci scomparsi insieme alla nonna. Sopra il padre, Tullio Brigida scomparsi insieme alla nonna. Sopra il padre, Tullio Brigida

Luoghi citati: Acquasparta, Civitavecchia, Roma