L'Ungheria riapre la porta ai comunisti

I/Ungheria riapre la porta ai comunisti BUDAPEST Trionfatore del ballottaggio, Horn chiede una coalizione coi liberaldemocratici che però rifiutano I/Ungheria riapre la porta ai comunisti Col nuovo nome di socialisti, hanno la maggioranza assoluta BUDAPEST NOSTRO SERVIZIO I socialisti (ex comunisti) di Gyula Horn hanno stravinto al secondo turno, di ballottaggio, le elezioni politiche ungheresi, conquistando la maggioranza assoluta dei seggi nel parlamento di Budapest. Dai dati ufficiali diffusi poco dopo le 23, quattro ore dopo la chiusura delle urne, risulta che hanno ottenuto 208 mandati su un totale di 386. Secondi, assai distanziati, i liberaldemocratici di Gabor Kuncse, che si sono aggiudicati 70 seggi. Staccatissimi gli altri partiti che finora hanno governato: il Forum democratico ottiene 37 parlamentari, i piccoli proprietari 26, i cristiano democratici 22, i giovani liberali 20. Fuori gioco, i candidati delle estreme destra e sinistra. I socialisti di Gyula Horn potranno pertanto governare da soli. Controvoglia. Nel Paese in profonda crisi economica, infatti, essi non desiderano affatto di assumersi da soli la responsabilità di «tirare il carro fuori dal pantano», come ha detto uno dei loro maggiorenti. Vorrebbero dividere l'ingrato e difficile compito con i liberaldemocratici e pertanto si erano augurati di conquistare soltanto la maggioranza relativa, non quella assoluta. Lo avrebbero gradito ovviamente anche i liberaldemocratici per essere (come i liberali nella Repubblica federale di Germania) l'ago della bilancia nella coalizione di governo e magari pretendere la carica di primo ministro per il loro candidato Gabor Kuncse. E' avvenuto insomma in Ungheria quello che nessuno desiderava, né gli sconfitti, spazzati via, né i vincitori. A nome di questi il vice di Gyula Horn, Imre Szekeres, ha detto subito dopo le prime indicazioni delle urne, che il suo partito nonostante la maggioranza assoluta, insiste per formare un governo di coalizione, perché «così vuole l'elettorato». Gli ha risposto il capo dei liberaldemocratici Ivan Peto, che il suo partito non desidera andare a rimorchio e si prepara all'opposizione. E' tuttavia possibile che, senza partecipare al governo, il partito liberaldemocratico dia ai socialisti il suo appoggio esterno. Insieme, infatti, i due partiti attualmente all'opposizione hanno ottenuto più dei due terzi dei seggi e, se collaboreranno in sede parlamentare, possono modificare la costituzione. Piuttosto scarsa è stata la partecipazione al voto in questo secondo turno. Considerato che ormai «l'autobus è partito», che la vittoria degli ex comunisti era segnata, il 48 per cento degli elettori ha disertato le urne. Una certa'indifferenza e sonnolenza fatalistica si era diffusa nel Paese, smentendo l'attesa di una «coalizione» degli antisocialisti. Ma perché - ci si domanda questi hanno vinto così trionfalmente? La risposta viene data dai risultati di un sondaggio fatto in tutti i Paesi dell'Europa ex comunista. Da esso si apprende che l'Ungheria è l'unico tra questi Paesi nei quali gli abitanti ritengono che oggi si vive peggio che durante il regime comunista e che le speranze di un miglioramento per il futuro sono minime. Uria certa nostalgia per il regime di Kadar, il più liberale tra quelli dei Paesi dell'Est, è venuta fuori e unita alla delusione per gli errori del governo, ha portato alla svolta. La quale svolta (lo ammettono un po' tutti) non è un «ritorno al passato». Gli ungheresi hanno votato contro l'attuale coalizione, affidando le loro speranze a coloro che nell'89 hanno portato alla trasformazione democratica, che hanno quadri di esperti e, soprat- tutto, non hanno fatto promesse irrealizzabili. Difficile sarà la formazione di un governo, visto che i socialisti insistono per una coalizione con i liberaldemocratici e questi la rifiutano. Decisioni in merito verranno prese durante le riunioni dei direttivi dei due partiti, sabato 4 e domenica 5 giugno. I socialisti dovrebbero designare alla carica di primo ministro l'esperto Gyula Honi, 61 anni, oppure l'economista dell'ala liberale Laszlo Békesi se l'ala dei sindacalisti di Sandor Nagy lo permetterà. Negoziati per la coalizione cominceranno subito, dovrebbero concludersi (secondo le previsioni di Honi) entro i primi giorni di luglio. Trio Sansa II trionfatore del ballottaggio delle elezioni ungheresi, il leader socialista Gyula Horn, mentre vota. Porta un collare ortopedico a causa di un recente incidente automobilistico

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