Il Ruanda sta uccidendo il Nilo

6. A Rigali continua il massacro, il governo provvisorio avrebbe lasciato l'ultimo rifugio Il Ruanda sta uccidendo il Nilo Acque inquinate dai cadaveri, Sos al Cairo IL CAIRO. L'Egitto prenderà misure cautelative per purificare il Nilo che rischia di essere inquinato dai cadaveri dei ruandesi. Il ramo del Nilo Bianco viene infatti alimentato dalle acque che arrivano dal Paese dilaniato dalla guerra civile, dopo aver attraversato il lago Vittoria, dove galleggiano 50.000 cadaveri. Lo ha affermato in un comunicato il ministro della Sanità Ali Abdel Fattali che però al tempo stesso afferma di non ritenere che vi sia pericolo di inquinamento. Il comunicato precisa che la quantità di cloro nell'acqua potabile sarà raddoppiata e che un comitato ad hoc studierà l'evolversi della situazione. Il pericolo di inquinamento, prosegue il comunicato, è minimo perché il fiume «impiega 45 giorni per percorrere la distanza tra il Ruanda e l'Alto Egitto (1000 chilometri a Sud del Cairo, ndr), e la maggior parte degli elementi patogeni verranno uccisi in questo periodo di tempo». Inoltre, «il sole, l'ossigeno e la forza della corrente contribuiscono all'autopurificazione del fiume». Circa i tre quarti delle acque del Nilo egiziano provengono dal Nilo Azzurro che ha invece origine dagli altipiani etiopici. Frattanto in Ruanda l'intensificarsi dei combattimenti ha indotto i responsabili della missione dell'Onu a Kigali a sospendere il trasferimento degli abitanti della capitale ruandese in luoghi più sicuri. Con ogni probabilità l'operazione non potrà riprendere per almeno 24 ore. Fino al momento in cui l'operazione è stata sospesa, i caschi blu erano riusciti a far uscire da Kigali circa 1500 persone che, a seconda dell'etnia di appartenenza, erano state trasferite in zone controllate dalle truppe governative o dai ribelli. Per oggi è previsto anche l'incontro in cui i rappresentanti dell'esercito regolare controllato dagli hutu e quelli del Fronte patriottico dei tutsi dovrebbero intavolare il negoziato teso a porre fine al conflitto che dal 6 aprile ha già provocato 500.000 morti. Malgrado i combattimenti, un aereo da trasporto canadese ha fatto due volte il tragitto dal Kenya a Kigali trasportando aiuti alimentari. La situazione degli approvvigionamenti si fa sempre più critica e i caschi blu dell'Onu stanno dividendo le loro razioni con le migliaia di persone che vivono sotto la loro protezione. «Abbiamo disperatamente bisogno di viveri e medicinali e credo che qui ce ne sia persino più bisogno che in altre parti del Paese», ha commentato il numero due della missione di pace, Abdul Kabia, nel rendere noto che le scorte delle truppe Onu sono sufficienti soltanto per una settimana. Ka- bia ha quindi precisato che a Kigali vi sono 35.000 civili che necessitano di aiuti urgenti. I combattimenti hanno bloccato anche la distribuzione di quel po' di cibo che è disponibile. Nei magazzini ce ne sono 6000 tonnellate, ma è impossibile farne arrivare anche solo una parte alla popolazione. Kabia ha poi riferito che nel corso della nottata un proiettile di mortaio ha semidistrutto un orfanotrofio diretto da un francese nel centro della città: sei bambini sono rimasti feriti. I 120 orfani che vi erano ospitati sono stati trasferiti in un altro edificio. Secondo fonti Onu, la granata sarebbe stata sparata da una postazione dei ribelli tutsi. Quanto all'incontro di domani fra i rappresentanti delle parti in conflitto, l'esponente delle Nazioni Unite ha sottolineato che uno degli obiettivi è garantire alla forza di pace «un maggiore controllo operativo sull'aeroporto». Lo scalo, controllato dai ribelli del Fronte patriottico, è la principale via di rifornimento della capitale e rappresenta anche l'unica possibilità di far arrivare in Ruanda i 5500 uomini di cui l'Onu ha deciso l'invio. Intanto la Croce Rossa Internazionale ha lanciato l'allarme per i più di 400.000 profughi, in maggioranza hutu, che senza acqua né cibo stanno cercando di percorrere a piedi i 40 chilometri che separano Kigali da Gitarama, sede almeno fino a ieri del governo provvisorio. Secondo la Croce Rossa questo nuovo esodo, iniziato giovedì scorso, ha praticamente trasformato la capitale ruandese in una città fantasma. Di fronte all'avanzata dei ribelli tutsi la maggior parte dei membri del governo provvisorio formato solo da hutu è però intanto fuggita da Gitarama. E l'esodo dei 400.000 profughi oggi non ha più una meta sicura. [Agi-Ansa] Esodo di massa verso Gitarama Nella capitale i ribelli bombardano un orfanotrofio ' ' mirro Huroe NftO SUDAN Lago 4 *W^!tjMS: Alberto v ,c "Ingo , Kyoga UGANDA Logo Edoardo Fiume Kotongo KAMWiA i Fiume Kagera LAGO VITTORIA ftWtfUNDI TAN3 Cumuli di cadaveri di vittime della guerra in Ruanda nella foresta non lontano dal confine con la Tanzania (foto rsuterj

Persone citate: Abdul Kabia, Edoardo Fiume, Lago Vittoria, Rigali