Scacco aIl'Internazionale nera di Roberto Martinelli

Scacco aINnternazionale nera Scacco aINnternazionale nera Inchiesta da Milano fa tremare l'eversione L'ASSOCIAZIONE PIAZZA Fontana, piazza della Loggia, Italicus, stazione di Bologna, via dei Georgofili, via Statuto: un invisibile filo fatto di complicità, coperture, deviazioni dei servizi, lega insieme queste (e forse altre) stragi. L'arresto a Panama del secondo uomo del delitto del Circeo rilancia l'ipotesi che una sorta di internazionale nera abbia protetto terroristi e latitanti dell'estrema destra in Centro America e in America Latina. Il lungo elenco di imputati eccellenti che hanno trovato comodo asilo in quelle terre d'Oltreoceano annovera uomini come Franco Freda, Giovanni Ventura, Stefano Delle Chiaie, tutti coinvolti e poi scagionati nelle inchieste parallele sulla strage di piazza Fontana. E poi ancora Elio Massagrande e Clemente Graziani, fondatori di Ordine Nuovo; Augusto Cauchi coinvolto nell'attentato al treno Italicus; e tutto il gotha di quella eversione nera che ha sempre goduto della protezione anche di alcuni ben individuati ambienti dei nostri servizi segreti. La magistratura ài Milano che non ha mai smesso di indagare sulle bombe del 12 dicembre 1969, sta portando a termine un filone importante di questa inchiesta, che avrebbe per oggetto proprio quella centrale nera che, Oltreoceano, è il punto di riferimento della destra eversiva italiana coinvolta in tutti gli attentati rimasti senza colpevoli. Su piazza Fontana la giustizia ha finora incassato solo sconfitte e umiliazioni. Messa fuori strada da indagini superficiali e devianti, la pubblica accusa ha cercato inutilmente durante otto processi uno straccio di verità ed è riuscita solo a intuire che anche allora, come oggi, i servizi segreti del nostro Paese erano diretti da personaggi che non davano garanzia di fedeltà alle istituzioni repubblicane. Su indicazione di uno pseudo infiltrato, si indagò prima sui circoli anarchici e poi sulle centrali neofasciste, poi ancora sugli uomini del vecchio Sid, sugli informatori e sugli ammiragli. Ma dopo aver costruito e disfatto il composito mosaico di presunti responsabili si e finito per assolvere tutti, i rossi e i neri con una sentenza diventata intoccabile e che ora funziona da scudo per eventuali nuove ipotesi di responsabilità. Lo stesso copione, con modalità e personaggi diversi, è stato seguito da chi ha indagato invano per unni sulla strage di piazza della Loggia. Quando la ricerca della verità sembrava ad un passo dalla soluzione, l'inchiesta ricominciò daccapo senza mai giungere a risultati concreti. Solo dodici giorni fa, il 16 maggio, la giustizia di Bologna è riuscita ad addossare a tre im¬ putati la responsabilità della strage della stazione. Una sentenza sofferta, ancora discussa e non certo definitiva ha condannato all'ergastolo Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Sergio Picciafuoco. I primi due, che sono in carcere, hanno reagito negando con grande forza ogni responsabilità. In realtà, il grande invisibile nemico dei magistrati che in questi venticinque anni si sono battuti nella ricerca della verità per cercare i responsabili materiali e gli strateghi delle stragi è stato quello che una volta veniva pomposamente chiamato «segreto politico militare» e che poi, per cancellare un triste passato, venne ribattezzato più semplicemente «segreto di Stato». Per troppe inchieste quel segreto è stato una malefica barriera che ministri e politici hanno lasciato scivolare sul corso della giustizia impedendo ogni possibilità di accesso reale alle fonti della verità. Per anni la giustizia si è battuta contro lo strapotere dei politici in questa materia e solo quando la Corte Costituzionale è intervenuta per dire che mai e poi il segreto poteva essere fatto valere per coprire episodi di strage o di attentati all'ordine democratico, il Parlamento alla fine degli Anni 80 si è adeguato ed ha cambiato registro. Ma per altri dodici anni, fino a quando nel 1991 Giulio Andreotti non ha deciso di aprire gli archivi di Gladio con tutte le coperture illegittime che il Patto Nato «Stay behind» aveva probabilmente generato all'insaputa dei responsabili istituzionali, il segreto ha fatto da cortina impenetrabile e da protezione ad alcuni elementi della destra eversiva. E mentre a Roma, nel processo al Sisde corrotto si tenta ancora di coprire con le porte chiuse segreti che non meritano alcuna tutela istituzionale, ò un segnale doppiamente importante quello che viene dalla questura di Milano, titolare, a quanto si dice, di una grande inchiesta sulle protezioni internazionali assicurate al terrorismo nero. Un tale impegno preso da un governo di centro destra costituisce una svolta importante nella storia dei nostri servizi di sicurezza. Purché l'impegno sia reale e non di facciata, o peggio ancora di semplice e comodo alibi politico. Roberto Martinelli Senza segreto di Stato prime falle nella rete che ha protetto gli attentatori degli Anni Sessanta ! | Stefano Delle Chiaie: anche lui trovò rifugio oltre Oceano

Luoghi citati: America Latina, Bologna, Centro America, Milano, Panama, Roma