«Ruanda il mondo sapeva» di E. St.

8 Un rapporto nigerino rivela: Kigali avvisò dell'imminente strage, Ghali poteva fermarla «Ruanda, il mondo sapeva» E l'Onu chiede a Roma aerei militari KIGALI. Un rapporto, finora tenuto segreto, stilato da un gruppo di ufficiali del Niger rivela che i partiti democratici hutu di Kigali avevano avvertito ripetutamente l'Onu, l'ambasciatore di Francia e i servizi segreti della Cee e della Nato che il Mrnd, partito al potere del defunto presidente Juvenal Habyarimana, stava distribuendo le armi a dei giovani miliziani in vista dello sterminio della minoranza tutsi. Il rapporto precisa che in quei mesi del 1993 aerei da trasporto americani, francesi, belgi e canadesi erano già presenti nella regione e avrebbero potuto facilmente far sbarcare una forza di dissuasione efficace contro l'imminente escalation della violenza e del crimine. Un sentimento di indignazione e di odio per gli occidentali che «stanno a guardare» l'ecatombe del Ruanda, incapaci d'intervenire per farla cessare o - peggio ancora - indifferenti, sta diffondendosi in molti ambienti politici dei Paesi africani. «Il giorno che gli africani si butteranno sull'Europa e vi faranno a pezzi, come i pirati saraceni nel medioevo, non chiedetevi poi il perché», ha detto l'altro ieri un commentatore di Radio Lagos dopo l'ammissione del fallimento della missione dell'Orni a Kigali da parte del segretario generale, Boutros Ghali. Dopo la conferma dell'indisponibilità di Pretoria ad inviare truppe sudafricane in Ruanda, il presidente ghaniano Jerry Rawlings ha proposto alle Nazioni Unite di servirsi dell' esperienza africana di Cuba per l'intervento militare a Kigali, i 5500 Caschi blu da inviare in rinforzo all'Unamir (missione di assistenza in Ruanda dell'Onu) in base alla risoluzione 918 approvata la scorsa settimana dal consiglio di sicurezza. «La conoscenza cubana dell'Africa potrebbe contribuire a riportare la calma in Ruanda», ha dichiarato Rawlings, amico di lunga data di Fidel Castro. Intanto, continuano i combattimenti. Mentre le trattative per il cessate-il-fuoco dovrebbero cominciare domani a Kigali, la milizia del Fronte patriottico ruandese (Fpr) attacca Gitarama, sede del governo provvisorio a maggioranza hutu. Tuttavia la relativa calma che c'è nella capitale ha consentito all'Onu di evacuare un altro gruppo di civili intrappolati dai combattimenti e di chiedere protezione per i convogli che trasferiscono i profughi oltre le linee di fuoco. Un C-130 canadese con un carico di aiuti umanitari è riuscito ad atterrare all'aeroporto di Kigali, il primo velivolo da quattro giorni, cioè da quando i pesanti combattimenti intorno all'aeroporto avevano costretto gli operatori umanitari a sospendere il ponte aereo. Ieri mattina si è riusciti a sgombrare circa 700 civili che avevano resistito per settimane con poco cibo e pochissima acqua in un albergo e in uno stadio della capitale, rife- risce il vicecomandante della missione Onu a Kigali, Abdul Kabia. Ieri erano stati 480 i profughi messi in salvo. Ma ci sono ancora circa 7000 persone nello stadio e 250 nell'hotel Milles Collines. I tentativi precedenti di evacuare questa massa di disperati erano stati bloccati dalle bande filogovernative, quelle stesse che sono ritenute responsabili della maggior parte dei massacri perpetrati sui civili nelle scorse settimane. Ora però l'avanzata dei tutsi del Fpr ha messo in fuga sia le bande che i regolari hutu che si dirigono al Sud per timore di rappresaglie. Ieri sulla capitale si sono riversati solo sporadici colpi di mortaio e colpi di artiglieria leggera, riferisce Kabia in contatto telefonico con Nairobi. Gli operatori dell'Onu hanno ricevuto «assicurazioni verbali» sulla sicurezza dei convogli per l'evacuazione dei civili ma occorreranno settimane per completare l'operazione al ritmo in cui è cominciata. «Stiamo cercando di evacuare il maggior numero di civili possibile ora che i combattimenti sono sporadici», ha detto Kabia, riferendo però che un colpo di mortaio lanciato dalla zona controllata dal Fpr ha colpito una postazione della Croce rossa, fortunatamente senza provocare vittime. [e. st.]

Persone citate: Abdul Kabia, Boutros Ghali, Fidel Castro, Ghali, Jerry Rawlings, Juvenal Habyarimana, Rawlings