Formula 1 è il giorno della rivolta di Cristiano Chiavegato

Rientra la protesta dei piloti, la Benetton guida quella dei team che esautorano Mosley e la Fia Rientra la protesta dei piloti, la Benetton guida quella dei team che esautorano Mosley e la Fia Formula 1, è il giorno dello rivolto Sicurezza, si riparte da zero quelli relativi ad un terzo dei diritti televisivi. La cifra è di circa 36 miliardi di lire. «Mosley - ha detto Briatore - ha anche firmato per annullare l'articolo del regolamento che gli permetteva di cambiare eventualmente alcune norme tecniche o sportive per casi di forza maggiore o per ragioni di sicurezza. In più gli abbiamo consigliato di farsi vedere poco nei circuiti, al massimo verrà a qualche gara, magari in Giappone». Una vera e propria defenestrazione. Lo stesso presidente della Fia, sudato e pallido, ha poi ammesso che il gioco aveva cambiato mano: «Ero stato costretto per la pressione dell'opinione pubblica e per la spinta di molti governi, compreso quello italiano, a prendere dei provvedimenti in tempi brevi. La costituzione di questo nuovo gruppo di lavoro permetterà di raggiungere gli obiettivi fissati». In verità il «golpe» ha quantomeno un merito. Cioè quello di avere messo in mano a veri competenti una parte delle regole tecniche per le vetture. Fino a quando, poi, il gruppo potrà essere manovrato od operare a favore di uno o dell'altro concorrente, sarà tutto da vedere. Resta il fatto che le decisioni verranno prese con una maggioranza stabilita del 75 per 100, quindi da 8 persone su 12. Ed è anche chiaro che dietro questa manovra c'è Ecclestone, l'onnipotente padrone della FI. Il presidente dei costruttori deve essere infatti considerato il vero ispiratore della rivolta. Alle spalle di Briatore e degli altri dissidenti c'era sicuramente lui. E lo stesso Ecclestone avrà dalla sua parte il 75% della commissione dei tecnici e piloti. In questa vicenda (ci pare che sia la prima volta che in uno SEMPRE SCHUMACHE BARCELLONA. Prima sessione di prove del G. P. di Spagna: 1. Schumacher (Benetton) l'23"426 (204,842 kmh); 2. Hakkinen (McLaren) l'24"580; 3. Hill (Williams) l'24"716; 4. Alesi (Ferrari) l'24"957; 5. Frentzen (Sauber) l'25"115; 6. Martini (Minardi) l'25"502; 6. Lehto (Benetton) l'25"587; 8. Blundell (Tyrrell) l'25"863; 9. Barrichello (Jordan) l'25"990; 10. Comas (Larrousse) l'26"097; 11. Berger (Ferrari) l'26"121; 12. Irvine (Jordan) l'26"368; 13. Alboreto (Minardi) l'26"595; 14. Brundle (McLaren) l'26"614; 15. Katayama (Tyrrell) l'27"017; 16. Coulthard (Williams) l'27"428; 17. Morbidelli (Footwork) l'27"459; 18. Fittipaldi (Footwork) l'27"631; 19. Panis (Ligier) l'27"872; 20. Beretta (Larrousse) l'28"011; 21. Bernard (Ligier) l'28"299; 22. Zanardi (Lotus) l'30"379; 23. Brabham (Simtek) l'30"797; 24. Montermini (Simtek) l'31"l 11; 25. Belmondo (Umor) 1'31 "750; 26. Gachot (Umor) l'34"318; 27. Herbert (Lotus) l'59"009. sport i concorrenti si mettono a dettare le regole) la Ferrari ha subito gli eventi, tenendo alta la bandiera della legalità. E forse non ha capito che mentre Berger e Alesi provavano in pista, in FI c'era una svolta storica, con la presa del potere da parte degli altri costruttori. Solo in serata Maranello è uscita allo scoperto con una dichiarazione del capo ufficio stampa Baccini: «La Ferrari non è d'accordo sul metodo adottato per gestire questa storia, ma è pienamente favorevole sul principio in base al quale sulla sicurezza passiva delle vetture lavorerà un gruppo competente e preparato». La scuderia non ha ancora firmato il documento siglato dai nove team «golpisti». Ma a questo punto, venuti a mancare i referenti legali, Fia e Mosley, ha due sole strade da percorrere. O accettare, o dissociarsi e dare battaglia. In quest'ultimo caso però non avrà in mano molti assi. Cristiano Chiavegato R IL PIÙ'VELOCE La chicane di pneumatici voluta dai piloti e a fianco Flavio Briatore, leader della rivolta anti-Fia

Luoghi citati: Barcellona, Giappone, Maranello, Spagna