I'ora esatta? Adesso «scrive»....
I/ora esatta? Adesso «scrive»» I/ora esatta? Adesso «scrive»» Mini-battute accompagnano il tempo Rai ROMA. Una volta l'ora esatta in tivù parlava: diceva «toc toc toc» e poi recitava un numero. Oggi, invece, scrive. Chi non si è incuriosito, da qualche mese a questa parte, vedendo sulle tre reti Rai accanto al grande orologio in campo blu, quattro o cinque righe di testo? E' la nuova iniziativa della struttura Immagine e Attività promozionale dell'azienda di Stato, perfettamente in linea, assicurano alla Rai, con il «nuovo corso». «Seguendo la filosofia che nulla va sprecato - spiega il responsabile Agostino Sacca abbiamo presentato il progetto a Demattè e Locatelli, che ne hanno percepito il valore anche simbolico. L'idea era quella di utilizzare al meglio tutti questi micro-spazi "morti", poco televisivi ma molto suggestivi perché interrompono i programmi. Le scritte vicino all'ora esatta servono poi a comunicare qualcosa: e la tivù, per definizione, non tollera silenzi, per nessun motivo». L'ora della Rai, scherza Sacca, «era anche l'orologio più caro del mondo». Il suo costo? Venti-trenta milioni per una durata di 15-20 secondi, a volte aumentata per I PROGRAMMI DI OGGI pareggiare i tempi prima dei tiggì. L'iniziativa fa parte di un progetto più generale di restyling della tivù di Stato, incominciato più di un anno fa, cui appartengono i nuovi «intervalli», gli spot autopromozionali (quelli dei pietroni che parlano, o dell'Arca di Noè, per intenderci), e l'immagine delle annunciatrici. Ma che cosa dicono le «scrittine» accanto all'ora? Un po' di tutto, spiegano alla Rai. «Toccano temi di ecologia, sanità, senso civico, quelli a cui l'opinione media del Paese è più sensibile. Parlano contro violenza e razzismo, per il rispetto delle minoranze», spiega Sacca. Qualche esempio. «La pista è in discoteca. Fuori, rallenta»; «Abbassa la tua radio per favore. Disse l'orecchio del vicino»; «Il fresco del bosco fa bene anche ai piromani»; «Una tirata dopo l'altra. E la salute va in fumo»; «A qualcuno piace caldo. Ma non esagerate con il termosifone»: «Con il vaccino il virus non ha influenza»; «E lucean le stelle. Prima dello smog». Divertenti, fantasiosi, a volte surreali come tragedie in due battute alla Campani¬ le: i testi sono vari, ma, spiega Sacca, «la linea seguita è quella dell'ironia, con un pizzico di leggerezza: cerchiamo di non essere troppo didascalici e paternalistici». Qualche scritta, a volte, è poco chiara. Tipo: «I pesci si lavano tutti giorni. Senza sapone», che potrebbe essere interpretato per un inno alla semplicità, ma anche come un invito a non riempire la vasca dei pesci rossi di detersivo al limone... «Sì, qualcuna è un po' criptica - ammette Sacca - ma in media 8 su 10 sono comprensibili. E poi contiamo anche di solleticare la curiosità del pubblico, di fargli fare un po' di ginnastica mentale. A parte tutto, non è così facile condensare un concetto in 5 o 6 parole». Per ora le scritte pronte sono quaranta, tutte create dai copy dell'azienda, in completa linea Rai fai-da-te. «Le prime venti sono andate in onda per quattro o cinque mesi, poi è toccato alle seconde. Ne abbiamo in preparazione altre dicono alla tivù di Stato - ma intanto riproponiamo, mescolate, queste qui». Repetita, si sa, iuvant. Cristina Caccia
Persone citate: Agostino Sacca, Campani, Cristina Caccia, Demattè, Locatelli, Noè
Luoghi citati: Roma
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