S'incatena vicino ai leoni

S'incatena vicino ai leoni S'incatena vicino ai leoni Temeva lo lasciasse per una donna, lo ha ucciso e poi si è suicidato. Il terribile dramma della gelosia che si è consumato nella serata di giovedì a Grammichele ha per protagonisti due giovani omosessuali. Agatino Tornello, 30 anni, ha sparato una fucilata in testa all'amico Giuseppe Grasso, 21 anni, combattuto tra l'amore per lui e l'attrazione per una ragazza, sua coetanea, che aveva conosciuto da due mesi. «Non voglio che ci separino. E ho deciso di fare questa cosa. E anche l'amico lo vuole», ha lasciato scritto in un biglietto Agatino Tornello; i carabinieri 10 hanno trovato accanto ai due cadaveri distesi, uno accanto all'altro, sul pavimento di casa Tornello, in via Cavour, a Grammichele, un centro a una novantina di chilometri da Catania. Un biglietto-testamento, che tuttavia non convince completamente gli investigatori. Resta da capire infatti se l'omicidio-suicidio sia avvenuto con 11 consenso dei due o sia stata soltanto la disperata iniziativa di Tornello. Il sostituto procuratore di Caltagirone, Giuseppe Bellelli, ha disposto le autopsie sui due corpi, in particolare per stabilire se Grasso fosse addormentato al momento in cui il suo compagno gli ha scaricato una fucilata in faccia. La scena del delitto ha mostrato ai carabinieri due corpi riversi su un materassino sistemato sul pavimento del salone; sul volto di Giuseppe Grasso, sfigurato dalla fucilata, un cuscino che Tornello ha utilizzato per attutire il colpo. Dopo aver sparato al «suo» Giuseppe, Agatino Tornello ha rivolto verso il suo volto l'arma, un vecchio fucile calibro 12 che gli aveva lasciato in eredità il padre, e ha fatto nuovamente fuoco. I cadaveri sono stati scoperti pochi minuti dopo dalla madre di Tornello, che appena un'ora prima era stata allontanata da casa dal figlio con una scusa: «Vai dai vicini, non li vedi da tanto», le aveva detto. A Grammichele tutti conoscevano Tornello e Grasso. Il primo per via della sua nota omosessualità e per l'abbigliamento vistoso con il quale andava in giro. Grasso perché stava sempre con lui. Pochi però sapevano della loro relazione. Giuseppe conosceva Agatino dall'infanzia. Il loro rapporto era cominciato quasi naturalmente, due anni fa. «Tra di loro c'era una grande sensibilità - ha raccontato ieri ai carabinieri la madre di Tornello -, una profonda amicizia che con il tempo si è trasformata in amore. Per mio figlio Agatino. Giuseppe doveva essere il compagno di tutta la sua vita». Un rapporto senza eccessi. Nella casa dove c'erano i due cadaveri non è stata trovata traccia di stupefacenti o di sonniferi, né segni di una colluttazione. Questo lascia pensa- CATANZARO. L'odore pungente di selvatico non sembra darle fastidio «perché sono nata con i leoni. Vivo con loro da sempre. Se me li portano via è una parte di me che muore. Per questo ho deciso di incatenarmi nella loro gabbia». Gilda Vulcanelli, 22 anni, è una delle poche donne domatrici di fiere e da ieri protesta così, incatenata accanto ai suoi leoni. E' la figlia dei proprietari del Circo di Berlino, bloccato da un mese a Borgia per una incredibile serie di circostanze innescate dalla scadenza delle polizze assicurative degli automezzi. Senza denaro i Vulcanelli non hanno potuto rinnovare le polizze; quindi niente spostamenti e quindi, ovviamente, niente incassi. E Mario Vulcanelli, padre della domatrice, ha minacciato di suicidarsi. [d. m.j

Persone citate: Agatino Tornello, Gilda Vulcanelli, Giuseppe Bellelli, Giuseppe Grasso, Grasso, Mario Vulcanelli

Luoghi citati: Berlino, Caltagirone, Catania, Catanzaro, Grammichele