Niente dimissioni all'Onu e applausi ai donatori di sangue in Italia

Niente dimissioni all'Onu e applausi ai donatori di sangue in Italia Niente dimissioni all'Onu e applausi ai donatori di sangue in Italia sere presenti quando è il momento, i nostri striscioni non inneggiano a rivendicazioni ma ad una sensibilità umana. Tale comportamento è forse dovuto ai servizi d'informazione (sic!), che ignorano questa manifestazione? Perché ignorano i lati positivi di una donazione spontanea, continua, sotto controllo, mettendo invece in gran risalto solo i problemi negativi? Un donatore Fidas Orbassano (Torino) Il Terzo Mondo che egoista Leggo con interesse l'intervento di Matvejevitch pubblicato su La Stampa domenica 15 maggio. E' un intervento che fa pensare, che sicuramente potrà affascinare molti giovani, che non hanno avuto tempo di approfondire i temi trattati come da decenni sto perseguendo. Temo che l'autore viva la storia del Mediterraneo in modo troppo periferico e con visione terzomondista. Se il nostro avesse letto L'histoire des républiques italiennes in dieci volumi di De Sismondi e L'histoire de l'empire ottoman di Joseph Hammer e l'opera La Mediterranée di Braudel, avrebbe potuto rilevare come le nazioni dell'Europa occidentale, tra alterne vicende, si siano affrancate dall'illibertà e dal bisogno e abbiano prodotto anche ricchezza da distribuire nell'altra sponda del Mediterraneo e non solo. Le popolazioni islamiche dell'altra sponda dimostrano che non hanno saputo modernizzarsi, anzi si stanno sempre più orientando verso lotte di religione e cullando nell'illusione dell'esplosione demografica per fingere di risolvere i loro problemi. Il vezzeggiare questo egoismo demografico terzomondista fa parte di un certo vezzo metasciencifico di retroguardia, patrimonio di pensatori che basano le loro opere più che sulla ricerca scientifica (come De Sismondi 30 anni, Hammer 30 anni, Braudel 20 anni) su dei tronconi ideologici di cui la RISPONDE O.d.B. stra, ma ammetto che si è comportata come se volesse perdere e, del resto, mi pare che continui a comportarsi cosi anche ora. Ma m'interessa il prosieguo della sua lettera. «Sul nuovo governo non mi pronuncio perché ne direi di belle e lei vuole che firmiamo le lettere, cosa giusta. Vedo, intanto, tanta arroganza e prese per i fondelli come quella proposta di non tassare i redditi fino a 10 milioni. Da quale genio è venuta? C'è ancora qualcuno, anche uno solo, che potrebbe vivere con una simile cifra? Si faccia avanti!...». Egr. OdB, con piacere noto che lei pubblica le lettere dei suoi lettori più assidui e tant'è ci sono anch'io: come vede la seguo sempre anche se non condivido certe sue risposte come quella data su La Stampa di ieri, dove lei insiste nel dire che la maggioranza ha votato i tre partiti che governano ora. Ma andiamo! Lo sa anche lei che in questo momento la gente ha votato incerta o con rabbia o ignoranza verso i programmi. In più c'era tanta pubblicità persuasiva e martellante da parte di tanti famosi personaggi a completare il quadro... Anna Tortora, Baveno GENTILE signora Tortora, lei dice che la gente è stata frastornata, circuita, abbagliata, però, in un determinato modo ha votato e le conseguenze sono reali, non ipotetiche. Lei ha un bel dire che «tutto questo è stato ribadito da tanti suoi colleghi compresi i filosofi Bobbio e Vattimo...», ma a parte il fatto che non potrei mai considerarmi collega di maestri come Bobbio e Vattimo, perché ho il senso della misura, evidenziare le cause per cui non ha vinto la sinistra, non mi pare indebolire affatto il risultato del voto, che è innegabile e che nessuna argomentazione può annullare. La seguo di più quando aggiunge di credere «che la sinistra non ha fatto molto per vincere o forse non aveva tanto interesse, visti i casini lasciati da quelli che non ci sono più». Non credo all'astuzia della sini- La fogiue i diso mula sta ccupati Gentile signora Tortora, anch'io sono sempre in attesa che qualcuno si faccia avanti e produca la formula giusta già pronta. Il tempo fa presto a passare e dimostrerà rapidamente se le promesse e i sogni, le garanzie e gli impegni che hanno spinto la gente a votare in un determinato modo avranno una qualche corrispondenza nella realtà. Attualmente, si stanno muovendo tutti, Martino è andato in America per rassicurare gli americani, Maroni è andato in Sicilia per rassicurare i siciliani, Previti è andato a Bruxelles per rassicurare gli europei, ma Berlusconi non è andato all'Altare della Patria, com'era stato annunciato, per non incrociare un corteo di disoccupati... accaduto non è certo colpa di quella ideologia che Matteotti ha difeso fino alla morte, ma di coloro che per interessi personali e avidi di denaro hanno distrutto quanto di buono in questa idea riformista e laborista c'è. Ma per dare un giudizio sul presente penso sia necessario analizzare seppur brevemente il passato e gli errori commessi da questa Sinistra Italiana. Nel 1892 nasce a Genova il Psi. Fin dalla sua nascita è sempre stato travagliato e due modi di pensare diversi: riformismo e massimalismo. Questi due modi di pensare diversi hanno sempre danneggiato, ed in certi casi anche gravemente, il cammino della sinistra italiana. II primo fatto veramente grave è stato la scissione del Congresso di Livorno del 1921, qui l'ala massimalista si distacca dal partito e fonda il Pei. Questa scissione contribuì in modo non indifferente alla venuta del fascismo. Mentre in Inghilterra fin dal 1906, i vari gruppi di orientamento socialista si univano e formarono il partito laborista che ancora oggi o è al potere o all'opposizione. Dopo la guerra abbiamo riconquistato una libertà basata sul suffragio universale. A questo punto da parte della sinistra ricomincia l'errore e quello che è grave il perseverare nell'errore. Nel 1947 ci fu la scissione di palazzo Barberini, nasce il Psli di Giuseppe Saragat; diventa poi il Psdi. Saragat era un vero laborista e un politico onesto vedeva giusto ma ha commesso l'errore di non rendersi conto che qui non eravamo in Inghilterra. A mio avviso le scissioni recano sempre danno anche se purtroppo bisogna ammettere che questa scissione era necessaria. Nel 1963 si uniscono i due partiti socialisti e qui altra scissione; nasce il Psiup e così invece di due partiti di sinistra ne spuntano tre. Arriviamo all'ultima, dopo i fatti dell'Est; il crollo del muro di Berlino, la fine del partito guida, del capitalismo di Stato e della dittatura del proletariato. Anche il Pei cerca di adeguarsi ai nuovi eventi e comincia col cam¬ biare nome diventando Pds e qui nasce Rifondazione Comunista. Alla luce di questi fatti dopo 102 anni di errori possibile che queste menti della sinistra non si rendano conto che due italiani su tre sono anticomunisti e la sinistra italiana sa ancora troppo di comunismo; però se due italiani su tre sono anticomunisti due italiani su quattro e cioè la metà potrebbero essere dei laboristi e creare anche in Italia una sinistra con le carte in regola per governare. Angelo Balestrerò, Fubine (Al) operaio in pensione Il «giudaismo» secondo Goethe «Il cristianesimo è in contrasto con il giudaismo, molto più che con il paganesimo»: un pensiero di J. W. Goethe (1749/1832). Certamente Goethe non poteva prevedere, con l'anticipo di un secolo, che milioni di ebrei sarebbero stati vittime inermi della paranoia di un Hitler (di famiglia cattolica) che assimilava bolscevichi ed ebrei. Obbiettivamente va detto che, nel dopoguerra, gli ebrei non riuscirono a rivalersi sulla Germania, con l'attuazione del piano Morgenthau (tendente a immiserire il popolo tedesco, mediante lo smantellamento della sua industria) interrotto a causa del minaccioso attivismo di Stalin, che provocò ben altro piano, quello Marshall. Cesare Cesari, Bari Quei monellacci per sempre con noi Si crede che il ritiro del passaporto ad alcuni grandi attori di Tangentopoli sia una misura che ci mette tutti al sicuro e che, in qualche modo, appaga la gente. E se invece il fatto di avere con noi per sempre quei monellacci creasse l'effetto contrario? Quando lo spazio si restringe, è allora che le idee migliori (si fa per dire) vengono fuori. Vito Moche Bettole di Rivalta (Al)