La Stampa - Consultazione Archivio

Una sola parola: grazie Una sola parola: grazie La partenza dal Vermont, dopo 20 anni WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Alexander Solzenicyn ha spiccato ieri il suo ultimo grande salto, il ritorno a casa dopo 20 anni passati in America. Oggi il volo As201 dell'Alaskan Airlines, decollato da Anchorage, deporrà lo scrittore sul suolo russo. L'addio a Cavendish, il paesino del Vermont dove ha passato gli ultimi 18 anni, è stato in tono minore. Del resto, anche la sua vita qui è stata estremamente elusiva. Una sola parola, «grazie», è uscita dalla bocca di Solzenicyn quando è salito sulla 01dsmobile diretto all'aeroporto. Nessuno si aspettava di più. Lo scrittore aveva già pronunciato un discorso di ringraziamento ufficiale ai suoi accidentali concittadini alla fine dello scorso febbraio. Ringraziò a modo suo, mettendo l'accento sugli «sforzi» che avrebbe fatto per aiutare la sua «torturata nazione» e sul «buon lavoro» che aveva potuto fare tra le betulle del Vermont. «Avete perdo¬ nato - disse - il mio modo inusuale di vivere e l'avete addirittura fatto vostro per proteggere la mia privacy». Ma, se c'è una cosa che gli abitanti non hanno bisogno di imparare, è il rispetto della privacy. I 1323 abitanti del paese sapevano tutti, naturalmente, chi Solzenicyn fosse e dove abitasse, ma non hanno mai collaborato con l'indiscrezione dei curiosi di passaggio. Appiccicato alla vetrina del Cavendish General Store c'era fino a ieri un famoso cartello: «Nessuna indicazione sulla casa di Solzenicyn». A Joe e Sandy Alien, gestori del negozio, lo scrittore aveva regalato una copia di «Arcipelago Gulag» con la dedica: «A Joe e Sandy che sono rimasti fermi e irremovibili nel difendere la privacy della nostra famiglia, con un ringraziamento di cuore». Solzenicyn ha in pratica lasciato un posto dove non è mai stato. Però parte contento perché in Vermont, come ha detto, «non gli si è mai inaridita la vena» e la sua opera in quattro volumi «La ruota rossa» è arrivata alla fine. [p. p.)