Rettore di Padova censura Camon di Maurizio Tropeano
Speroni: in bici al Quirinale senza lucchetto Speroni: in bici al Quirinale senza lucchetto Rettore di Padova censura Camon «Le SS sono come i lanzichenecchi». «Non ci sto» MILANO. Un accordo che preveda, prima del nuovo contratto nazionale, «meccanismi di riduzione del costo del lavoro per favorire il riassorbimento dei disoccupati» e una maggiore attenzione alle assunzioni «facili», sino a ipotizzare un «numero chiuso»: questa l'ipotesi alla quale stanno lavorando il sindacato dei giornalisti (Fnsi) e la Fieg (Federazione editori) per porre rimedio al problema dei giornalisti disoccupati. Lo ha dichiarato il segretario della Fnsi, Giorgio Santerini. [Ansa] rettore ad invitarmi, chissà, forse non aveva letto il libro». E il rettore che cosa dice? Muraro ieri era a Roma, introvabile. Certo il professore non è nuovo a polemiche: già candidato tra le file del pri, nel passato recente aveva già negato le aule dell'Università a Renato Curcio, poi era stato criticato per una celebrazione «troppo accademica» del 25 aprile; adesso l'incidente con Camon. Certo il libro verrà presentato lo stesso in un incontro organizzato dal Comune ma l'incidente con il rettorato non è chiuso. Muraro forse spiegherà oggi le sue ragioni, ma per l'Università sarà difficile ricucire i rapporti con lo scrittore: «Quello che mi offende - dice - è il fatto di essere stato prima invitato e poi scaricato per un motivo politico. Chissà, forse il rettore ha visto quello che è successo a Vicenza e le polemiche che ne sono seguite». lefono e ha chiamato lo scrittore: «Ferdinando, io toglierei queste due frasi dal biglietto: "A che cosa è servita la Resistenza?" e "si può parlare di una mancata purificazione della Germania?". Tu che ne dici? Io non vorrei fare un dibattito che avesse il sapore dell'attualità». «Io - racconta Camon - sono rimasto sorpreso visto che il mio libro prende spunto proprio da un fatto d'attualità: il ritorno di un tedesco due anni fa nelle campagne venete, negli stessi luoghi dove insieme ai suoi camerati trucidò 56 partigiani». Scontro inevitabile. «Caro rettore, guarda che di quelle cose se ne parlerà lo stesso nel dibattito». A quel punto Muraro si è tirato indietro: «Fatelo senza di me». Poi dall'Università qualcuno ha cercato di rimediare all'incidente proponendo a Camon di fare lo stesso il dibattito, naturalmente senza il rettore, ma lo scrittore non c'è stato: «Era stato proprio il «"Caro Ferdinando, oggi uno scrittore che vuole parlare delle SS in un romanzo deve farlo allo stesso modo in cui descriverebbe le storie dei lanzichenecchi". Io ho ripetuto tra me e me: le SS come i lanzichenecchi? Poi ho risposto no grazie, non ne sono capace e allora lui si è tirato indietro e la conferenza è saltata». Si sfoga Ferdinando Camon prima invitato e poi scaricato dal rettore dell'Università di Padova, Gilberto Muraro. L'appuntamento era per il 9 giugno in una delle sale più antiche dell'Università di Padova. L'occasione la presentazione dell'ultimo libro di Camon «Mai visti sole e luna», una «storia di resistenza contadina», come la definisce l'autore. Tutto era pronto, compresi i conferenzieri: il rettore, appunto; il sindaco di Padova, Flavio Zanonato (pds); il presidente provinciale dell'Anpi. Ma poi sul tavolo del rettore è arrivato l'invito e lui è saltato sulla sedia, ha preso il te¬ ROMA. Il neo ministro per le Riforme istituzionali, Francesco Speroni, non ha mai temuto per la sua bicicletta «parcheggiata» nel cortile del Quirinale nel giorno del giuramento del governo e non l'ha mai bloccata con un lucchetto. Il ministro leghista smentisce foto e articolo che pubblica «Epoca» di questa settimana dove si legge «Speroni scala il Quirinale in bici. Ma non si fida» e un cerchietto rosso sulla foto della bici, all'altezza della sella, vuole evidenziare la catena che blocca la ruota posteriore. «Si vede chiaramente dalla foto - dice Speroni - che la bicicletta non è chiusa con il lucchetto. Io l'ho lasciata tranquillamente aperta nel cortile del Quirinale. Mi dispiace che ci si attacchi a queste sciocchezze perché la catena è sempre attaccata sotto la sella. Il particolare evidenziato maliziosamente con il cerchio dimostra che la bici non era bloccata, come invece si vuol far credere». lAgi] Maroni: un computer coi fondi segreti ROMA. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha scelto un uso «nuovo» per i fondi riservati del ministero di sua spettanza: «Le risposte alle interrogazioni parlamentari all'ufficio legislativo del ministero vengono ancora scritte con la penna d'oca. Ed allora ho comprato i computer». E gli scheletri negli armadi? «Il problema è che non ho trovato nemmeno un armadio...». [AdnKronos] Maurizio Tropeano
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