«Per Scalfaro 100 milioni in busta»

E Malpica si difende: «Prelevavo miliardi, ma per pagare le spie. Non per me» E Malpica si difende: «Prelevavo miliardi, ma per pagare le spie. Non per me» «Per Scalfaro 100 milioni in busta» L'ex cassiere del Sisde: ero certo che finissero a lui FLASH Commissione del Csm Mele a capo Procura ROMA. Il Consiglio di Stato boccia Vittorio Mele al vertice della Procura della Repubblica di Roma e la commissione incarichi direttivi del Consiglio superiore della magistratura lo ripropone per l'incarico. Ora toccherà all'assemblea di palazzo dei Marescialli (l'8 o il 9 giugno) la parola definitiva: se confermare o no Vittorio Mele nel ruolo di capo della procura romana o se il suo scettro dovrà passare invece ai suoi due «aggiunti», Michele Coirò e Giuseppe Volpali. La commissione ribadisce di aver riconosciuto a Mele un livello professionale complessivamente superiore agli altri due candidati: nella sostanza, una maggiore capacità organizzativa e di direzione dell'ufficio. [r. r.] ROMA. «Ogni mese preparavo una busta, senza intestazione. Dentro c'erano 100 milioni destinati all'allora ministro dell'Interno, Oscar Luigi Scalfaro. Io, almeno, ho pensato questo. Poi la busta poteva anche prendere altre strade». Così, al processo per i fondi del Sisde, l'ex cassiere del servizio Salvatore Locci ha chiamato in causa il Capo dello Stato. E' stato l'avvocato Roberto Rampioni, il difensore di Gerardo Di Pasquale, a riportare il discorso sui fondi che il Sisde avrebbe versato all'allora titolare del Viminale. Locci, fino a quel momento, aveva parlato dei fondi a disposizione del Servizio, che venivano usati anche per pagare i pentiti. «Malpica - ha raccontato Locci - veniva a fine mese dicendo preparate una busta con cento milioni senza scrivere nulla sopra. La prendeva insieme al rendiconto e usciva». A questo punto l'avvocato Rampioni ha chiesto: «Lei al tribunale dei ministri fece riferimento ad altri cento milioni mensili. «Sì - ha replicato Locci -. E si sono arrabbiati Ho detto che se-

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