Buscetta di Enrico Deaglio

Buscetta Buscetta «Un invito ad uccidere» ROMA. Tommaso Buscetta pensa che Totò Riina mercoledì abbia pronunciato delle condanne a morte. Abbia dato un ordine ai suoi che sono in libertà. Lo riferisce il difensore del più noto dei collaboratori di giustizia, l'avvocato Luigi Li Gotti, che a Padova assisteva il suo cliente nel processo Contrada. E il legale aggiunge: «Buscetta ha antenne sensibili. L'ho sempre percepito. L'ho dovuto constatare più volte. Sa leggere i messaggi mafiosi più chiaramente di noi, sa comprendere le strategie di Cosa nostra». I nomi che il boss mafioso ha fatto ieri nell'aula di Reggio Calabria sono «obiettivi da colpire», ha detto Li Gotti ed ha dichiarato di sentirsi «isolato» e «indignato perché in tutti questi anni ed a tutt'oggi non ho avuto né ho chiesto mai alcuna protezione. Mi ritenevo forte, convinto come sono della correttezza del mio lavoro, della lealtà della mia professionalità ed oggi che si metta in dubbio quest'aspetto significa privarmi dell'unica difesa che ritenevo di avere. E io non posso consentire che le istituzioni facciano ciò che stanno facendo in perfetta sintonia, sia pure involontaria, con quello che ha fatto ieri Totò Riina». L'avvocato ha poi detto di non voler chiedere protezione. [r. cri.] Il boss Totò Riina In basso la moglie Antonietta Bagarella, che il capo di Cosa nostra vorrebbe sposare anche con rito civile dopo la cerimonia religiosa avvenuta anni fa il percorso fissato potrebbe essere questo: scontare la pena in condizioni migliori; ottenere colloqui frequenti e stabili con la famiglia; riottenere i patrimoni sequestrati; e all'età di settant'anni (oggi Riina ne ha 64) ottenere gli arresti domiciliari. Inoltre - e questo rappresenta oggi il contenzioso più grosso, da trattare direttamente con il ministro dell'Interno - ottenere una carta d'identità (attualmente Riina ne è privo) che gli permetta di celebrare con Antonietta Bagarella il matrimonio civile (per ora i due sono sposati solo con il rito religioso, avvenuto in latitanza). Questi sono i problemi personali di Riina, che si devono ovviamente sommare agli oneri che la carica di capo di Cosa nostra comporta. In generale, tutelare gli interessi dell'organizzazione e i destini delle singole famiglie che la sua strategia ha portato all'avventura. Dopo lo show nell'aula di Reggio Calabria, Riina tornerà in isolamento totale all'Asinara, ma il suo messaggio è stato lanciato nelle forma più efficace. Nella strategia che persegue da 17 mesi a questa parte, l'ultimo suo discorso è stato sicuramente uno strappo: si è rivolto direttamente al governo, ha indicato degli obiettivi per i legislatori. Chi doveva sentirlo, lo ha sentito e starà ora pensando, realisticamente, alla risposta da dare. Salvatore Riina ha la censura sulla posta, i suoi colloqui avvengono attraverso un vetro e in mezzo alle intercettazioni, la televisione gliel'accendono solo quando vogliono, e quindi si deve concludere che ha deciso da solo. Eppure è riuscito ad imbarazzare il governo. Salvatore Riina aspetta una risposta - non si sa per quanto, però - in una cella bianca del paradiso ecologico dell'isola dell'Asinara, non lontano dada cella in cui pochi mesi fa morì, per infarto, il vecchio capo e maestro di Riina, il compaesano Luciano Liggio. Enrico Deaglio

Luoghi citati: Padova, Reggio Calabria, Roma