Scontro sul quartiere mai nato
Venchi Unica, sopralluogo di amministratori nell'area in piazza Massaua Venchi Unica, sopralluogo di amministratori nell'area in piazza Massaua Scontro sul quartiere mai nato Gli abitanti: no alle case, vogliamo verde e servizi L'assessore replica: la cubatura non si può toccare «Un'area ampia, tanto verde, perché mandare i torinesi in case della cintura quando possono venire ad abitare qui alla Venchi Unica in piazza Massaua?». La domanda gridata in pubblico da Silvio Viale, capogruppo dei Verdi in Sala Rossa, ha subito scatenato la polemica. «Non sei più un verde, sei un arancione, un cementiere» ha replicato l'ex verde Colantuoni, oggi rappresentante della Lega Nord. Paolo Ferrerò di Rifondazione comunista: «Quest'area dev'essere aperta al quartiere. E' possibile che con la ristrutturazione ci sia più spazio per il parco, ma sarà verde per i residenti, non per la città». D'accordo Renato Bauducco, presidente della circoscrizione: «Da tempo abbiamo detto no a questa ristrutturazione. Se l'amministrazione ci avesse ascoltati avrebbe avuto tutto il tempo per cambiare il progetto». L'incontro-scontro è avvenuto ieri all'ex Venchi Unica di piazza Massaua, una struttura che «più abbandonata non si può», un disastro: vetri rotti, sporcizia, mobilia marcia, fango. Ovunque. Per risanare il quartiere propone che la palazzina degli uffici (vincolata dalla Sovrintendenza ai beni Archeologici) che si affaccia su via De Sanctis sia trasfor- mata in centro terapeutico per handicappati gravi e che dal progetto spariscano servizi come l'albergo, le scuole e la chiesa. Discorso a parte per il centro commerciale che, a giudizio di Bauducco, potrà essere diluito al piano terra delle abitazioni». Piena disponibilità dell'assessore Corsico a rivedere il piano dei servizi, non la cubatura prevista dal piano particolareggiato: «Cambiarlo adesso significherebbe rinviare tutto a chissà quando e questa struttura doveva essere recuperata almeno 10 anni fa». Il sindaco: «Ecco, questo scempio è uno dei tanti esempi di cosa abbiamo ereditato dai nostri predecessori». Il sopralluogo, annunciato lunedì in Sala Rossa ha attirato numerosi amministratori. Prima della «visita ufficiale», Maria Calliano rappresentante del Consiglio di una fabbrica che fu, ha accompagnato il cronista in un «giro vero» nel parco che con il trascorrere del tempo si è trasformato in foresta. «Ecco, lì ci sono le bocche d'ingresso dei rifugi antibombe dell'ultima guer- ra, sotterranei che attraversano corso Francia». Per Maria doveva essere un mercoledì mattina di festa, da trascorrere con tanti ospiti illustri. Per lei quello stabilimento, quell'ex giardino devono rimanere alla gente del quartiere e, anche, ai 180 dipendenti che da 16 anni «resistono» e s'incontrano in quello spicchio di città. Dice ritornando con il ricordo ai tempi della produzione: «Quest'area è del Comune grazie alla nostra lotta. Se non ci fossimo ribellati sarebbe caduta già allora in mano degli speculatori». Un'accusa al Comune che specula? «Ma quale speculazione risponde l'assessore Corsico - il verde aumenterà passando da 13 mila a 34 mila metri quadri». Per approfondire la questione martedì commissioni municipali e quartiere si riuniranno ancora a Palazzo Civico e la delibera varata in giunta per assegnare gli spazi Venchi a cooperative e consorzi d'imprese tornerà in Consiglio il lunedì successivo. Giuseppe Sangiorgio Edificio-rudere dopo 16 anni di abbandono Vetri rotti, sporcizia e strutture marce L'assessore Franco Corsico (da sinistra) e il capogruppo dei Verdi in Sala Rossa Silvio Viale L'ex stabilimento della Venchi Unica è allo sfascio
Persone citate: Bauducco, Colantuoni, Franco Corsico, Giuseppe Sangiorgio, Maria Calliano, Paolo Ferrerò, Renato Bauducco, Silvio Viale
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