Il cinema contro il calcio e la tv

Dopo il successo dello scorso anno, toma la «Festa» Agis dei film a 6000 lire Dopo il successo dello scorso anno, toma la «Festa» Agis dei film a 6000 lire Il cinema contro il calcio e la tv Prolungare la stagione e promuovere le opere italiane Intanto aumentano gli spettatori egli investimenti ROMA. Dopo l'esito positivo dell'esperimento avviato lo scorso anno (un aumento del 68 per cento degli spettatori rispetto al giugno '92) l'imprenditoria cinematografica ha deciso di ripetere la «Festa del cinema» rioffrendo al pubblico l'opportunità di vedere film nelle sale di prima visione a 6 mila lire. La «Festa '93» durò due settimane, quella di quest'anno abbraccerà tutto giugno (dal 2 al 23). Giusto per mettersi in concorrenza con i mondiali di calcio e la tv: come dire, andate al cinema, troverete anche le sale con l'aria condizionata. Nello stesso tempo si cerca di prolungare la stagione cinematografica nazionale che negli ultimi anni si esauriva a maggio. A giugno dunque con 6 mila lire si potranno vedere quasi tutti i film del festival di Cannes (da «Vivere!» di Zhang Yi Mou a «Rouge» di Kieslowski), oltre a parecchi campioni d'incasso americani. Ma la «Festa» vuol anche essere un'occasione per riproporre il giovane cinema italiano sacrificato dal botteghino. Sono una cinquantina i film pronti per l'operazione estate. La moda di andare al cinema nei mesi caldi sta dilagando anche in Europa. All'Agis è stato presentato un «libro bianco» redatto da due istituti internazionali di ricerca (London Economics e Bipe Conseil) sul panorama europeo delle sale cinematografiche. In particolare nei 12 Paesi Cee. Complessivamente se si considerano anche Austria, Finlandia, Islanda, Norvegia, Svezia e Svizzera sono più di 19 mila i grandi schermi in attività. «Trent'anni fa - osservano i ricercatori - la sala cinematografica era l'unico luogo di divertimento e la principale possibilità di ritorno economico per il film. Oggi il ruolo della sala è stato ridimensionato dalla tele¬ visione e dall'home video, ma riinane fondamentale per determinare il successo di un film». Nell'ambito della Cee l'Italia occupa il terzo posto per numero di schermi (3020) preceduta da Francia (4402) e Germania (3630). Una curiosità: siamo il Paese con il maggior numero di schermi parrocchiali o collocati in circoli culturali; in compenso abbiamo soltanto otto multisale con più di otto schermi contro le 431 della Gran Bretagna, le 220 della Francia, le 167 della Germania. «Il problema della multisala dice David Quilleri, presidente dell'Agis - è un dilemma per le abitudini degli italiani. Siamo disposti a compiere 40 chilometri per raggiungere una confortevole multisala, con grandi parcheggi, come avviene in Gran Bretagna e negli Stati Uniti?». «Effettivamente - aggiunge Quilleri - ci sono in Italia locali che sopravvivono con frequenze bassissime, ma ci sono anche sale redditizie. Nelle due ultime stagioni sono aumentati gli spettatori e sono cresciuti gli investimenti. L'attuale stagione si chiuderà con una crescita di spettatori quasi del 10 per cento». Emesto Baldo Una scena del «Film rosso» di Kieslowski, grande sconfitto a Cannes

Persone citate: Baldo, David Quilleri, Kieslowski, London, Quilleri, Zhang Yi Mou