Un Tiziano renderà più di Bot e dollari?

Un Tiziano renderà più di Boi e dollari? Un Tiziano renderà più di Boi e dollari? Bolaffi, Gallino e Menzio: «Ma servono fiuto, serietà e tempo» Le polizze malattia Investire in arte, che problema. Conviene o no? Dipende: se si punta ai tempi lunghi e si ha buon fiuto conviene, eccome. Dipende dall'epoca, dall'oggetto, da quel che s'intende ricavare rispetto all'investimento. Tra ottimismo e pessimismo, inviti a crederci senza riserve e suggerimenti alla prudenza se n'è discusso ieri all'Unione Industriale nel corso della serata organizzata da La Stampa, l'Ina Assitalia e la Banca di Roma. Attorno ad un tavolo esperti del settore, Alberto Bolaffi entusiasta e vulcanico imprenditore che tratta, nella tradizione di famiglia, francobolli e affini, Giancarlo Gallino prudente e un poco disilluso mercante di meraviglie del passato ed Eva Menzio nota gallerista d'arte moderna e contemporanea. Un punto in comune l'avevano i tre operatori: potrebbe andar meglio se ci fosse più serietà. Le trappole sono molte tra banchi di Alberto Bolaffi suggerisce l'acquisto di oggetti che non nascono con la pretesa di fare collezionismo rigattieri, botteghe improvvisate, sirene che girano porta a porta offrendo discutibili occasioni che spaziano dai fondi oro trecenteschi alle litografie di Dali. Ma la serietà è un frutto che resterà acerbo fino a quando non ci saranno norme a sbarrare le porte agli \v ■- -visati e sufficiente intelligence: ai chi compra. Gallino la pensa così e ricorda «che il sessanta per cento del mercato è LA STAMPA oggetti che fanno parte del costume. Già sono rare le bottiglie di Coca Cola, i Juke Box. Cosa potrà valere la tuta di un astronauta? Credo che i manifesti pubblicitari siano i fondi oro del XX secolo. I francobolli, perché no? La scelta è vasta e interessante». Eva Menzio: «Investire innanzitutto in passione, interesse, cultura. Il beneficio economico verrà dopo ma non deve essere prioritario. Scegliere con gusto le cose giuste, queste non conoscono tramonto. Da De Chirico metafisico a Paolini o a qualche raro Anselmo. Non c'è da rimetterci se si compra bene». Gira e rigira il collezionista vero ha il profilo di sempre: gusto, gioia di possedere quel che rientra in un suo intimo percorso culturale, curiosità eletta, umiltà per confrontarsi con chi ne sa di più. Il resto rischia di diventare «bidone» e l'investimento non potrà che rivelarsi un tranello privo di prospettiva. lp. p. b.] in mano ai clandestini» e che la gente preferisce rincorrere le false occasioni invece di affidarsi all'esperienza di chi lavora nel settore: «Vengono a chiedere pareri sull'affare concluso, non prima di spendere cifre notevoli». Mister «Gronchi rosa», alias Bolaffi che ne pensa? La prende alla larga: «La gente gode di due inestimabili conquiste: una discreta disponibilità di danaro e parecchio tempo libero ma né la scuola, né i mezzi d'informazione insegnano come spendere con profitto l'uno e l'altro». Quindi si abbandona alle metafore. «Se doveste farvi ibernare con la sicurezza di risvegliarvi tra mezzo secolo portereste con voi Bot, dollari, azioni oppure un Tiziano?». Seguendo il discorso, cosa indicare come bene di rifugio nei tempi medio lunghi? «L'antiquariato, le cose che non nascono con la pretesa iniziale di fare collezionismo (penso agli Swatch, alle auto numerate apposta), gli L'assicurazione malattia contro i rischi di infortuni, ricoveri ospedalieri, interventi chirurgici. Quanto costa, quali massimali prevede, quante garanzie offre? Domani la «Guida del cittadino» offrirà ai lettori un compendio sui tanti «segreti» contenuti nelle polizze che hanno per getto la sanità. «seg ^etti iene og- nelle r iene og- j «segpolizgetto«seg |^etti