Dall'Eira monito a Sacchi

Gli irlandesi di Jack Charlton, nostri primi rivali a Usa '94, battono la Bolivia Gli irlandesi di Jack Charlton, nostri primi rivali a Usa '94, battono la Bolivia Dall'Eira monito a Sacchi E'pronta a un Mondiale in trincea DUBLINO ne può impegnare a fondo l'Italia ai Mondiali il 18 giugno. Rispetto alla vittoria di Tilburg sull'Olanda, Charlton schiera Irwin terzino destro al posto del giovane Gary Kelly e Roy Keane, una delle colonne del Manchester United, a centrocampo per Whelan. Due cambiamenti che avvicinano la formazione irlandese a quella definitiva: nella squadra ideale dello zio Jack ci sarà forse ancora posto per Me Grath (se si riprenderà dall'infortunio alla spalla). Ma lo schema è quello che ha dato buoni risultati in Olanda: un 45-1, che in realtà porta gli irlandesi a schierarsi su due linee di quattro uomini, davanti alle quali stanno Sheridan come centromediano metodista e Coyne come unica punta. Coyne, decisivo a Tilburg, è un po' l'uomo a sorpresa che, a 32 anni, ha scavalcato Aldridge e Cascarino: si muove molto e la vede poco. Al 28' gli capita la prima palla gol della partita su assist di Townsend di testa, ma la scaraventa sull'esterno della rete. L'impressione dell'avvio, osservando il tipo di schema simile a quello della Norvegia due giorni fa a Wembley, è che le due avversarie europee dell'Italia si preparino a un Mondiale di trincea: una trincea elastica, mica il vecchio catenaccio, ma sia per Olsen che per Charlton l'idea prevalente è di garantirsi una buona difesa. Gli irlandesi hanno trovato in Babb, un nero del Coventry City, un uomo di grande rendimento: alto, sottile, molto bravo nel gioco aereo. Lui e Moran (o Kernaghan nella ripresa) sono una coppia centrale difficile da attaccare, Fhelan è l'elemento dinamico, velocissimo, Sheridan un discreto filtro. Gli scambi di posizione molto rapidi dei sudamericani non sorprendono la zona di Charlton: alla Bolivia mancano i due attaccanti più forti, Etcheverry e Ramallo, con loro forse la manovra avrebbe un'altra pericolosità. E Alvaro Pena, il centravanti che gioca in Cile, non trova mai lo spazio per piazzare il suo tiro che dicono potentissimo, tanto che l'hanno soprannominato «El canon», il cannone. Ma si sa che in Sudamerica tendono a esagerare. Vogts, il et tedesco venuto per osservare la Bolivia contro la quale inaugurerà i Mondiali, non ha tratto indicazioni determinanti. Per Rocca, mandato a spiare l'Eire, il viaggio è stato forse più proficuo. Ha visto che il problema, come per la Norvegia, è nella costruzione del gioco offensivo. I momenti pericolosi si creano quando l'Irlanda riesce a scambiare in velocità a centrocampo e lancia le ah (Houghton e Stauton) o Coyne dietro la non infrangibile linea difensiva bohviana. Insomma, Charlton deve puntare tutto sull'organizzione e pregare che ai suoi riesca il fra- DAL NOSTRO INVIATO C'è un treno che passa proprio sotto la tribuna dello stadio di Landsdowne Road e ne scuote le colonne grigie e scalcinate come le case di Dublino. Ma le vibrazioni dell'espresso per Galway o per qualche altro posto dell'Irlanda non sono potenti quanto lo scalpiccio con cui 42 mila irlandesi salutano un'altra vittoria dell'Eire sulla strada verso gli Usa: 1-0 alla Bolivia, gol di Sheridan con un gran tiro aU'85' quando ci eravamo abituati all'idea del pari, che sarebbe andato stretto agli irlandesi per quanto hanno fatto nella ripresa. E pur con molte lacune, in un match tutt'altro che perfetto, Jack Charlton manda comunque un avvertimento a Sacchi: con i suoi limiti tecnici l'Irlanda è una formazione che ha carattere e che se trova le cadenze antiche e ossessive del calcio anglosasso¬ seggio stretto e rapido, altrimenti non ha chances perchè gli mancano gli uomini capaci di inventare un dribbling o una variazione di gioco. Nella ripresa però l'Irlanda preme con maggiore insistenza, con uno stile britannico. Al 19' una punizione di Staunton sfiora il palo, un minuto dopo è Coyne che s'avvicina al gol, di testa. Ancora Staunton, il più attivo, fallisce la conclusione al 26'. Risponde la Bolivia sul contropiede di Baldivieso che al 34' colpisce il palo. Dai sudamericani ci aspettavamo di più dopo che nelle qualificazioni aveva fatto fuori l'Uruguay. Marco Ansaldo Baggio (a lato): «Negli Stati Uniti sicuramente non avrò vita facile, ma rispetto a quattro anni fa sono più sereno, anche perché non ho problemi di contratto» Sopra Jack Charlton, et dell'Eire non offriamo mai riferimenti precisi in attacco. Problemi? Con Sacchi non ne ho mai. Gli devo molto. Ha creduto in me quando giocavo a Foggia, ero tatticamente un anarchico e mi ha disciplinato. Credo, spero di averlo ripagato». Il Mondiale come punto di arrivo, un avvenimento da vivere intensamente. Eppure c'è chi ha preferito restare a casa. Quella di Mancini è una scelta che lui non concepisce: «Ma come si fa. Il Mondiale è la massima aspirazone per un giocatore, io non mi sarei comportato così. Paura di non essere nei ventidue? Mai, soltanto gli infortuni mi hanno fatto pensare al peggio». 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