Cinquantanni fa le battaglie del «Corpo Italiano di Liberazione» al fianco degli Alleati

Cinquantanni fa le battaglie del «Corpo Italiano di Liberazione» al fianco degli Alleati Cinquantanni fa le battaglie del «Corpo Italiano di Liberazione» al fianco degli Alleati Con pochi mezzi, male armato, e fra le polemiche w|L testo dell'ordine del I giorno firmato da Mark I Clark, il generale ameriI cano che avrebbe liberato ■^1 Roma, è ancora oggi conservato nel museo del «Corpo italiano di Liberazione»: testimonia il sacrificio dei nostri fanti, bersaglieri e alpini nelle battaglie di Montelungo e di Monte Marrone del 1943-1944 e «dimostra la determinazione dei soldati italiani - attestava Clark - a liberare il loro Paese dalla dominazione tedesca, determinazione che può ben servire come esempio ai popoli oppressi d'Europa». Giustamente, il senatore Leo Valiani, in un recente articolo sul Corriere della Sera, sottolineava che nell'epopea della Resistenza l'antifascismo rappresentò l'elemento trainante ma, accanto, vi fu l'apporto delle regolari forze militari «tornate a combattere molto valorosamente dopo 1*8 settembre». Valiani si riferiva proprio al «Corpo italiano di Liberazione» - di cui è appena ricorso il cinquantenario creato con pochissimi mezzi e fra enormi difficoltà politiche e logistiche già all'indomani dell'armistizio nel Centro addestramento fanteria di San Pietro Vernotico, fra Lecce e Brindisi, e affidato al generale Vincenzo Cesare Dapino, ex comandante della divisione «Legnano». Quell'unità che, per il governo Badoglio, doveva essere il simbolo della ripresa dell'f iercito italiano dopo la disfatta, si chiamò all'inizio « 10 Raggruppamento Motorizzato». Costituito con 5000 soldati raccogliticci e in gran parte del Nord (il 30 per cento erano lombardi, il 16 per cento veneti, 1' 11 per cento emiliani, il 5 per cento piemontesi) era privo di tutto, a cominciare dalle armi che gli angloamericani, diffidenti, preferivano mandare ai partigiani di Tito; non possedeva che scarsi automezzi e doveva servirsi dei suoi 450 muli e non aveva neppure le uniformi (gli Alleati alla fine le fornirono ma pretesero che gli italiani indossassero divise cachi tinte di scuro affinché si capisse subito che non erano né americani né inglesi). L'8 novembre 1943, però, il Raggruppa- Una rara immagine dell'attacco italiano al Montelungo A destra, il generale Clark Sotto, Vittorio Emanuele

Persone citate: Badoglio, Clark Sotto, Leo Valiani, Valiani, Vincenzo Cesare Dapino, Vittorio Emanuele

Luoghi citati: Brindisi, Europa, Lecce, Legnano, Roma, San Pietro Vernotico