Donna incinta picchiata per un sorpasso
Donna incinta picchiata per un sorpasso Donna incinta picchiata per un sorpasso FIRENZE. Una donna al terzo mese di gravidanza, S. M., 35 anni, ha denunciato di essere stata picchiata con pugni, calci e schiaffi da un uomo, A. M., 54 anni, industriale di Mantova, a causa di un sorpasso in auto. La donna è stata medicata in ospedale, ma è da accertare se potrà proseguire la gravidanza. I medici temono che le lesioni e lo spavento possano farle perdere il bambino. Il fatto è avvenuto il 16 maggio in viale Michelangelo a Firenze. La signora aveva appena accompagnato la figlioletta alla scuola materna e, a bordo della sua Citroen, stava procedendo in direzione di piazza Ferrucci, quando un'auto ha tentato di sorpas¬ sarla, senza riuscirci a causa di un camion che proveniva dalla direzione opposta. L'uomo è poi riuscito a sorpassarla, ma le ha tagliato la strada. La donna è riuscita ad evitare l'urto ed è scesa dall'auto. A questo punto è scoppiata la violenta lite che, secondo la denuncia della donna, è poi degenerata in aggressione. S. M. è stata raggiunta dall'uomo che le ha dato uno spintone facendola sbattere contro il cofano. La donna gli ha urlato di essere incinta, ma l'uomo non ha voluto sentire ragionile ha prima sferrato un pugno sulla pancia e, ingiuriandola, mentre la donna si accasciava a terra le ha dato un ceffone e un calcio. . [r. cri.) fidanzato che, anzi, le ha prospettato la certezza degli stenti ai quali andrebbero incontro con il bambino se decidessero di proseguire «come una coppia normale» senza interrompere la gravidanza. Anche il giovane è stato ben determinato nella sua posizione, illustrando a Lorella la loro «disperata situazione economica». «Piuttosto ti lascio» le ha detto giorni fa. la ragazza ha maturato in un periodo di riflessione che l'ha vista incupirsi sempre di più. Ieri mattina Lorella aveva avuto con la madre un primo diverbio nel loro alloggio nel rione Macchitella. Saltato il pranzo, dopo essersi chiusa nella sua cameretta a piangere e a disperarsi, Lorella verso le 14,30 si è chiusa nella stanza da bagno, Lorella si è sentita sola. Uno degli investigatori del commissariato di polizia ieri pomeriggio in ospedale ha detto: «Più si è resa conto di avere quasi tutti schierati contro di lei, più Lorella ha coltivato il proposito di compiere un gesto disperato». Sembra proprio l'esatta ricostruzione del processo psicologico che
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