I ribelli: no ai Caschi blu in Ruanda

Amnesty International accusa il governo hutu di aver incitato per anni al genocidio dei tutsi Amnesty International accusa il governo hutu di aver incitato per anni al genocidio dei tutsi I ribelli; no ai Caschi blu in Ruanda E Martino frena Previti: «Mandare i para?Vedremo» KINSHASA. Mentre a Kigali sono ripresi con violenza gli scontri, il ministro degli Esteri Antonio Martino ha detto ieri a Washington che il problema dell'invio di una forza di pace italiana in Ruanda «presenta implicazioni militari e diplomatiche molto importanti e va studiato con la massima attenzione da parte del governo prima che possa essere presa una decisione di alcun tipo». Riguardo le dichiarazioni fatte a Bruxelles dal ministro della Difesa Previti sull'invio di un contingente di para italiani, Martino ha commentato: «Credo che Previti volesse sottolineare la preoccupazione del governo per la situazione degli orfani in Ruanda». Radio France International ha intanto dato notizia della ripresa degli scontri e di intensi scambi di artiglieria con le truppe governative a Kigali. La nuova offensiva lanciata dai ribelli dell'Fpr arriva proprio mentre l'inviato delle Nazioni Unite, Iqbal Riza (giunto ieri a Kigali), incontrava al ministero della Difesa i rappresentanti del governo ad interim costituito dai settori di destra dell'etnia maggioritaria hutu. L'inviato dell'Orni cerca il consenso delle due fazioni in lotta sull'invio di 5500 Caschi blu in rinforzo ai 270 soldati dell'Unamir (missione di assistenza in Ruanda dell'Onu). Ma il presidente dell'Fpr, Alexis Kanyarengwe, ha confermato che la guerriglia è disposta ad accettare solo 2500 Caschi blu con un mandato umanitario e non di interdizione. «Non vogliamo che l'Onu si installi definitivamente in Ruanda - ha dichiarato il segretario generale del Fronte patriottico irlandese (Fpr) Thogene Rudasingwa a Nairobi - poiché la popolazione del nostro Paese ha perso la fiducia nei Caschi blu. Erano ben 2500 i soldati delle Nazioni Unite a Kigali quando gli squadroni della morte governativi hanno iniziato il massacro. Mezzo milione di persone sono morte e l'Onu non ha mosso un dito per salvarle. Non ha neppure cercato di proteggere il primo ministro Agathe Uwilingiymana. E adesso dovremmo credere che i 5500 Caschi blu arriveranno per salvare Ma la figura dominante in casa Hawa era la madre, Christmas, nata negli Stati Uniti e giunta ad Akko all'età di 18 anni. Nel 1948, quando gli israeliani occuparono Haifa e Akko, Christmas assisteva gli arabi feriti abbandonati nelle strade. George Hawa ha poi seguito le orme del padre (trasferendo i suoi affari a Londra), Raymonda quelle della madre, impegnandosi nella politica attiva e fondando nei Territori il «Palestinian Press ser- genocidio etnico». L'organizzazione si riferisce, in particolare, ai martellanti messaggi in francese lanciati da un bianco, ora fuggito: «Uccidi, uccidi, uccidi chiunque assomigli a un tutsi, qualunque soldato venga dall'Uganda, qualsiasi straniero accompagnato dai bianchi e soprattutto uccidi i belgi». Il nuovo primo ministro del governo ripiegato a Gitarama, ha così risposto recentemente a un medico volontario: «Quello che voi chiamate un massacro è semplicemente un gesto di cattivo umore della nostra popolazione». Quindi ha aggiunto cinicamente: «Il solo modo per far cessare la guerra è risolvere il problema etnico». Insomma, una piuificazione etnica attuata dagli hutu. Una soluzione che, dice Amnesty, rischia di cancellare il Ruanda dal novero delle nazioni: due milioni di abitanti sono fuggiti, 400 mila sono stati uccisi, 60 mila sono morti a Kigali che contava 300 mila persone. A Benako, in Tanzania, ha aggiunto Amnesty, c'e la tendopoli più grande del pianeta: 350 mila ruandesi. Appelli per un'azione urgente che metta fine alla tragedia, ieri, anche a Ginevra alla sessione speciale della commissione dell'Onu per i Diritti umani. Una sessione che molti hanno definito «tardiva», ma che il sottosegretario generale dell'Onu ai Diritti umani, Ibrahima Fall, ha giustificato con il rispetto della procedura richiesto per convocare tali riunioni. [Ansa-Agi] Guerriglieri tutsi all'aeroporto di Kigali, da poco conquistato le vite di innocenti?». Giovane, 33 anni, medico, il dirigente dei ribelli tutsi ha aggiunto un implacabile j'accuse contro la politica della Francia e contro le simpatie di alcuni ambienti politici parigini per il regime criminale del defunto presidente Habyarimana: «La Francia ha addestrato i massacratori che noi voghamo processare e punire». L'organizzazione umanitaria Amnesty International ha ieri accusato gli hutu di aver incitato per due anni al genocidio dei tutsi. Le forze armate ruandesi e il governo, dice un rapporto diffuso a Parigi, hanno spinto tramite radio di Kigali «ad uccidere tutti i tutsi con un evidente intento di FRANCIA >l MORTE Elicotteri d'attacco al suolo mortai, mezzi blindati, radar mitragliatrici pesanti, bombe a mano e una quantità enorme di munizioni Klhk Kalashnikov mime [l'80% dei mitra Vi lì usati dai ribelli Tutsi] 7fMj rli r\rAuanìon7n t&È Ini di provenienza rumena ì j t&È Ini SUD AFRICA Mortai, proiettili fucili d'assalto R-4 DDR Tute mimetiche ,