«Un premio politico»
«Un premio politico» «Un premio politico» ROMA. Secondo Pasquale Squitieri, la «pressione politica» sul premio a Nanni Moretti come migliore regista a Cannes «è stata fortissima». «Ho sempre pensato - dice Squitieri - che a Nanni Moretti tutti i premi si possono dare tranne quello come migliore regista. Dal punto di vista della tecnica e della professionalità registica Moretti è carente, lui stesso lo sa. Moretti è un ottimo autore - continua Squitieri -, cioè qualcuno che con la macchina da presa racconta delle cose a volte deliziose. Quindi migliore regia mi sembra assurdo. L'esclusione del miglior film riconosciuto da tutti i critici del mondo a qualsiasi premio come "Film rosso" di Kieslowski dimostra chiaramente che la ragione politica si è violentemente sovrapposta alla cultura e al fascino del cinema di Kieslowski». [r. i.] potenziale leader di una sinistra che non ha paura della televisione e delle parole tabù come deregulation, rimbalza nondimeno sui giornali progressisti la ricerca affannosa di un progressismo che non porti su di sé le stigmate della sconfitta. E venne fuori il nome di Cacciari. E si fecero quelli di Veltroni o dello stesso Rutelli. Ora è Nanni Moretti che «ci ha fatto vincere». Il Moretti che ha capeggiato la squadra di registi che in campagna elettorale ha messo su in un battibaleno gli spot contro Berlusconi. Il Moretti odiatissimo dalla destra e sul cui profilo in una recente intervista al Giornale il regista Franco Zeffirelli ha addirittura ritagliato l'orrido neologismo Il gran ritorno dello scooter «consacrato» da Gregory Peck due ruote, per impressionare le sedicenni del condominio. Vespa è l'epopea di un «easy rider» trasteverino, dove bulletti dagli orizzonti rionali pensano di impadronirsi della città, volteggiando a stormi per atri muscosi e per fori cadenti. Eppure Vespa non è stata solo un mito cinematografico. Vespa, alle origini, è stata il primo segno della ricostruzione, una
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