D'Alema pronto alla sfida con Occhetto di Fabio Martini
Lo staff del segretario: «Sintonia sui punti essenziali». In Emilia e Toscana si contano le forze Lo staff del segretario: «Sintonia sui punti essenziali». In Emilia e Toscana si contano le forze D'Alema pronto alla sfida con Occhetto «Il leader? Deciderà un congresso vero» E intanto si è avvicinato a Napolitano mgmmm Italia radio wmmmm ROMA. C'è uno strano silenzio quel sabato mattina davanti ai cancelli della Fiera. Alla spicciolata arrivano i primi compagni per la riunione del «comitato centrale» e, anziché trovare crocchi, chiacchiere e bandiere rosse, ecco la sorpresa: all'ultimo momento il consiglio nazionale del pds è stato disdetto, «a causa di concomitanti impegni politici e parlamentari» come ha scritto in extremis l'Unità. Ma che curiosa spiegazione: mentre i compagni borbottano davanti alla Fiera, il Parlamento è in vacanza e i motivi del rinvio deciso da Occhetto evidentemente sono altri. L'«incidente» di sabato scorso è soltanto l'ultimo segnale di un nervosismo che lievita ogni giorno di più nel pds, una tensione destinata a diventare bollente dopo la decisione di Massimo D'Alema di rompere gli indugi. Dopo anni di lealtà e di dualismo consumato nei corridoi, dopo anni di feroci critiche ad Occhetto espresse in privato e mai in pubblico, l'eterno numero due del pds ha deciso di lanciare la sua sfida. Prima in un lungo, concettoso articolo scritto per l'Unità, poi un'intervista a la Repubblica, Massimo D'Alema si propone - ecco la novità - come l'apripista di un radicale rinnovamento nel pds. L'antifascismo? «Se è solo memoria storica, rischia di non parlare al Paese». La Costituzio- ghe Oscure si respira di nuovo l'atmosfera dei congressi. Persino un personaggio compassato come Giorgio Napolitano abbandona i chiaroscuri di un tempo: «Il congresso del pds dovrà scegliere u segretario, Occhetto o un altro» e anche se «nelle linee generalissime può darsi che non ci sia da cambiare nulla della strategia politica del pds», c'è anche da considerare - ecco la freccia avvelenata per Occhetto - «la capacità di un gruppo dirigente e di un segretario di portare avanti con coerenza e con efficacia la linea politica». Napolitano non lo dice, ma lo fa capire: al pds serve un leader più «coerente» e più «efficace» di Achille Occhetto, una sortita da collegare - secondo il tam-tam del Bottegone - ai buoni rapporti che negli ultimi mesi si sono stretti tra Napolitano e D'Alema. E Occhetto, che sente puzza di bruciato, punzecchia Napolitano, teorico dell'opposizione all'anglosassone: «Non possiamo credere di essere già in Inghilterra - dice il segretario - e che dunque sia sufficiente il fanplay di fronte ad una destra che mostra di dover ancora passare gli esami di maturità». E anche nella «periferia rossa» c'è l'atmosfera da lunghi coltelli. E così, se in Umbria il nuovo segretario regionale è più vicino a D'Alema che. ad Occhetto, in Emilia la «conta» è già cominciata: la scorsa settimana il segreterie regionale, l'occhettiano La Forgia, ha convocato i segretari di federazione, ha tastato il polso in vista della battaglia congressuale e, sia pure col linguaggio paludato del vecchio pei, i segretari di alcune federazioni hanno negato un sì aprioristico ad Occhetto. E anche in Toscana le truppe si stanno riposizionando: il segretario Sacconi, subito dopo le elezioni, ha detto che il pds doveva cambiare leadership, ma ora fa sapere: «Occhetto? Deve restare fino alle prossime politiche». Fabio Martini Il segretario del pds Achille Occhetto con Massimo D'Alema
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