Mai come quest'anno venduti tanti libri

Mai come quest'anno venduti tanti libri Mai come quest'anno venduti tanti libri rjll TORINO '■ ' RILLANO i registratori di I cassa. Vecchie scatolette di ■ latta ingoiano banconote _*J impilate con cura. Gli affari per gli editori sono andati benissimo al settimo Salone del Libro, che si chiude oggi alle 14. Tutti gli editori, di ogni grandezza e categoria (da Feltrinelli a Garzanti, da Einaudi al gruppo Rcs) dichiarano una media di fatturato in crescita del 30-35% rispetto allo scorso anno; l'unico dei grandi in stallo è Mondadori, con -1%. Grande euforia soprattutto per i tascabili. Letteralmente assediati i «mulelire» di Baraghini (che ha lanciato una nuova collana a cinquemila lire) e i supereconomici di Newton Compton (+ 80%), ammassati in pile e scatoloni, manipolati con la stessa frenesia delle folle al mercato. Eccezionale best seller: Destra e sinistra di Bobbio, pubblicato da Donzelli (700 copie). Luccicavano gli occhi degli editori, soprattutto dopo i risultati magrissimi del mese di aprile. Funerei sono invece i librai che per qualche settimana dovranno fare quaresima dopo l'abbuffata di compere. Ora che il Salone, si sa, resterà per sempre a Torino, il problema dovrebbe essere affrontato. Nessun editore ha piacere di vedere intristiti i commercianti di libri, che sono i naturali referenti per gli altri 360 giorni dell'anno. Qualche soluzione, forse, dovrebbe essere cercata. Beniamino Vignola di Theoria, per esempio, propone di inventare «ammortizzatori»: per esempio concedere ai librai di avere e vendere libri con un supersconto durante la settimana di kermesse. Duccio Troni, direttore commerciale di Adelphi, teme che qualunque iniziativa in questo senso sia una «valeriana». Il problema è che il mercato librario è fragile come una farfalla (le vendite della sola lattina piccola dell'olio Sasso equivalgono a un quinto di tutta la «varia» in libreria): bastano le elezioni di maggio, i mondiali di calcio a giugno per far soffrire le vendite. Altra idea: il Salone, dice Troni, potrebbe in futuro invitare librai stranieri per aiutare i nostri volumi a varcare le Alpi. Diventa sempre più visibile la cooperativa di Sensibili alle Foghe: al Salone ha venduto sette volte di più dello scorso anno. Determinante è stata la presenza del direttore editoriale Renato Curcio. Molti si sono avvicinati allo stand dicendo «avete umanizzato il Salone» per aver portato il bel libro di Antonella Chitò Angeli sulla strada, una homeless, poetessa, ex tossicodipendente e sfregiata dalla malavita per uno sgarro d'eroina. Nel progetto librario di Curcio c'è il desiderio di dare voce agli emarginati, alle lingue tagliate delle nostre metropoli: non per spettacolarizzare la sofferenza, ma per costringerci a guardare nelle zone d'ombra della nostra coscienza. Non è compito facile nell'era delle storie strappacore in tv. Il risultato è stato che oltre trecento persone hanno portato manoscritti e floppy disk sperando di poter esternare il proprio dolore e esorcizzarlo con la stampa. Un piccolo sorriso: un socio della cooperativa è andato a scambiare un libro della Chitò con Quella vacca di nonna papera di Claudio Bisio. Soddisfatti delle vendite anche gli editori di destra. Il Settimo Sigillo, che veniva per la prima volta a Torino con uno stand, si è ripagato delle spese di trasferta già domenica. Il suo bestseller è un Nolte medito. Dramma, dialettica o tragedia?, curato dal professore torinese Francesco Coppellotti (il volume è stato acquistato anche da Mario Borghezio, sottosegretario alla Giustizia). C'è atmosfera di festa nei corridoi del Lingotto, e c'è la tipica febbre di tutte le fiere ad arraffare ogni possibile ricordo cartaceo. Nello stand Adelphi, per esempio, sono stati deposti cinquemila cataloghini: ieri mattina erano quasi esauriti. Turbe di studenti e famiglie in pellegrinaggio hanno voluto caricarsi di carte, pieghevoli, finte copertine. Molti editori hanno dovuto centellinare i dépliant dei loro titoli per riuscire ad arrivare a fine salone. I volti vip (ieri è ritornato Giovanni Agnelli con la moglie, sono passati i ministri Domenico Cornino e Clemente Mastella) e della tv sono stati bersagli non solo di autografali ma anche degli zelanti uffici stampa. Gentili si- AI DECOINIn un inf.rieL'in* Pr gnorine e incravattati dottori facevano a gara per infilare nelle borse di carta dei «personaggi» copie dei loro libri. L'indirizzo privato di Baricco era roba da bagarini. Alessandra Casella, molto applaudita da lettori di ogni razza, ha lasciato centomila lire allo stand Theoria. I visitatori sono arrivati a 120 mila, con una crescita del 25% rispetto allo scorso anno. Un boom di frequenze e di vendite. Come mai? Difficile dare risposte. Difficile anche capire perché tradizionali non lettori decidano di spendere mezza giornata della loro vita per entrare nella gigantesca libreria, pagare un biglietto, qualche litro di benzina, e uscire con una spesa media che si aggira intorno Qui sopra e in alto due immagini del Lingotto affollato dai visitatori: finora 120 mila. A destra Giovanni Giovannini A destra Sergio Quinzio e Saverio Vertone, intervenuti ieri al convegno «L'uomo, il sacro e il profano» organizzato da «La Stampa»

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