«l'Italia deve contare di più» di Paolo Passarini

Prima visita in Usa del ministro degli Esteri: oggi incontro con Christopher Prima visita in Usa del ministro degli Esteri: oggi incontro con Christopher «I/Italia deve contare di più» Martino: in Europa e alVOnu ITALIA-CROAZIA Caputo: Tudjman non faccia demagogia ROMA. «Ho l'impressione che il presidente Tudjman sollevi dei problemi inesistenti». Lo ha dichiarato il sottosegretario agli Affari esteri Livio Caputo in risposta a quanto detto dal presidente della Croazia Franjo Tudjman («gli irredentisti ed i neofascisti italiani devono smetterla una volta per tutte di pensare che la Dalmazia possa appartenere ad altri se non allo Stato croato indipendente e sovrano»). «Questo governo - ha detto Caputo - ha ribadito più volte che in questo momento chiede solo la revisione delle clausole del Trattato di Osimo che non sono più attuali in seguito all'evoluzione storica nell'ex Jugoslavia, ma non rivendica piuttosto cruciale. perché, avendo Berlusconi deciso di occupare «una posizione preminente», se appena desse l'impressione di «favorire i propri interessi privati, tutti se ne accorgerebbero e lo attaccherebbero severamente». Questa assicurazione pragmatica difficilmente soddisferà del tutto la rigidità americana su quella che qui viene considerata una irrinunciabile questione di principio. Ma, se non altro per una questione di delicatezza, gli esponenti dell'amministrazione americana non insisteranno più di tanto su questo punto. Con la stampa sarà probabilmente diverso. L'amministrazione americana non dà un grande peso alla presenza nel governo di alcuni ministri che provengono da un partito che in qualche modo si collega all'esperienza fascista. Dà invece notevole peso al rischio di conflitto di interessi incarnato da un presidente del Consiglio, l'onorevole Silvio Berlusconi, che è anche titolare di corposi interessi finanziari. Il ministro ha ammesso che, in linea di principio, «la concentrazione del potere costituisce un rischio per la libertà individuale». Ma ha aggiunto che, «nel caso specifico», questo rischio non c'è, affatto una correzione dei confini che non sia eventualmente concordata tra i Paesi interessati, secondo la prassi del diritto internazionale. Invece di agitare dei fantasmi inesistenti, sarebbe opportuno che la Croazia cessasse di prendere iniziative contro i diritti riconosciuti della minoranza italiana, come purtroppo è accaduto a Fiume e manifestasse maggiore rispetto per il desiderio di autonomia che la popolazione istriana ha espresso nelle elezioni amministrative». «Non ho nessuna intenzione - ha concluso - di aprire una polemica, ma è necessario che su problemi delicati come questi si eviti di fare della demagogia». [Agi] ramente che il suo Paese «non considera i trattati pezzi di carta». «Non poniamo questioni di confini - ha assicurato -. Si tratta solo di applicare anche le parti del trattato di Osimo che ancora non sono state onorate». La posizione italiana riguardo alla possibilità di inviare truppe in Bosnia è simile a quella americana: «Prenderemmo in considerazione una richiesta in questo senso, se ci venisse rivolta, solo dopo che le parti avessero firmato un trattato di pace e si fossero impegnate a rispettarlo. Dovrebbe, cioè, trattarsi di una reale operazione di "peacekeeping"» sostiene. Martino ha anche annun¬ Il ministro degli Esteri italiano ha avuto ieri i primi incontri con esponenti del Congresso, come il presidente della commissione Esteri della Camera Lee Hamilton e il capogruppo di maggioranza al Senato, George Mitchell. Ma gli appuntamenti importanti sono quelli previsti per oggi. Martino avrà un incontro e una colazione con il segretario di Stato Warren Christopher e, più tardi, sarà ricevuto direttamente alla Casa Bianca dal consigliere per la Sicurezza nazionale Anthony I.ake. Sulla questione dei confini tra l'Italia e l'ex-Jugoslavia, il ministro Martino dirà chia¬ Antonio Martino, il ministro degli Este eri in visita negli Usa ciato una posizione critica dell'Italia su una riforma del Consiglio di sicurezza dell'Onu che includesse come membri permanenti Germania e Giappone, senza prevedere almeno forme di rotazione che la riguardino. Per quanto attiene alla presenza nel governo di ministri di Alleanza nazionale, Martino spiegherà che le garanzie principali sono fornite dalla nuova legge elettorale maggioritaria approvata dal precedente parlamento, perché «impone una conversione di tutti verso il centro e così favorisce una costituzionalizzazione delle estreme». Paolo Passarini